Categorie
Gusto Vino

MNRL Vigna di Mandranova, Alessandro di Camporeale presenta il nuovo Cru di Syrah Monreale DOC

Il nuovo Cru di Syrah presentato dall’azienda vitivinicola Alessandro di Camporeale, MNRL Vigna di Mandranova, si inserisce nel percorso di rivalutazione della Monreale DOC.

MNRL Vigna di Mandranova è la nuova creatura di Alessandro di Camporeale, la migliore interpretazione di Syrah, frutto esclusivo di un unico vigneto e delle migliori annate prodotte dall’azienda. MNRL come Monreale, ma senza le vocali, a formare quasi un acronimo che rimanda immediatamente al territorio in cui questo vino nasce.

Siamo nel territorio della Monreale DOC, tra le denominazioni più estese della provincia di Palermo. La zona geografica di questa denominazione copre un’ampia area della Sicilia nord occidentale, comprendente parte del comune di Monreale e del comune di Piana degli Albanesi, nonché l’intero territorio dei comuni di Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena.

MNRL Vigna di Mandranova di Alessandro di Camporeale si inserisce nel percorso di rivalutazione di questa DOC anche se potrà rivendicarne l’appartenenza solo a partire dalle prossime annate.

“Siamo entrati a far parte di questa Doc quest’anno e potremo dichiararlo in etichetta con l’annata 2019 che uscirà sul mercato nel 2022″

spiega il responsabile marketing dell’azienda Benedetto Alessandro, e sempre sulla Monreale DOC ci dice che

“C’è in corso un grande progetto di rivalutazione con l’intenzione di ridurre le varietà ammesse a quattro: due bianchi, Catarratto e Inzolia, e due rossi, Perricone e Syrah. La presenza del Syrah, unica internazionale tra le varietà ammesse, sta a testimoniare proprio l’importanza che ha assunto negli anni per questo territorio”

Dopo i Cru di Catarratto e di Grillo, arriva dunque sul mercato anche il Cru di Syrah, nato da uve coltivate in collina, ad un’altitudine di circa 360 metri sul livello del mare, dove si adagia un vigneto di quasi un ettaro che guarda a nord-est. In questo appezzamento molto fresco e ventilato e irradiato dai raggi del sole nelle prime ore della giornata, crescono le uve di Syrah del MNRL (Monreale) Vigna di Mandranova.

“Crediamo nell’importanza della zonazione per dare ancora più forza e carattere ad un vitigno che ha dimostrato, negli anni, di essersi perfettamente integrato in questo territorio nel quale riesce ad esprimersi al meglio delle sue caratteristiche e vogliamo iniziare a parlare di Cru per il Syrah come abbiamo già fatto per altri due vitigni inseriti nella nostra linea Vigna di Mandranova”

Con queste parole l’enologo dell’azienda, Benedetto Alessandro (omonimo e cugino del responsabile marketing), ci introduce al vino.

Un vino che si presenta al calice di un bel colore rosso rubino profondo. L’affinamento in legno lo arricchisce con un bouquet di profumi particolarmente complesso, caratterizzato da una delicata speziatura e da note di ginepro e liquirizia, impreziosito nel finale da una leggera nota affumicata. Al palato è possente, fresco, ammaliante, con un tannino setoso e un finale leggermente sapido.

Un raffinato Cru di Syrah, frutto esclusivo delle migliori annate e delle peculiarità del territorio da cui proviene. Estremamente ricco e avvolgente, sorprende per l’impeccabile equilibrio tra struttura e freschezza e per il bouquet elegante e complesso. Un vino di grande fascino e personalità.

L’azienda vitivinicola Alessandro di Camporeale nasce nel piccolo centro agricolo di Camporeale, in provincia di Palermo, alle falde delle colline che sovrastano la pianura di Mandranova, un territorio ricco di fascino dove l’agricoltura è sempre stata l’attività prevalente. Un territorio posto tra 400 e 600 metri sul livello del mare dove si estendono i 40 ettari di vigneto, su un totale di 50, di cui 2 destinati alla produzione di olio. È in questi terreni argillosi e calcarei che la famiglia Alessandro punta alla valorizzazione di varietà autoctone, come Nero d’Avola, Catarratto e Grillo, e di varietà internazionali come Syrah e Sauvignon Blanc.

Una famiglia impegnata in viticoltura sin dai primi del 900, che vede nei fratelli Rosolino, Antonino e Natale, affiancati dai figli Anna, Benedetto e Benedetto, gli artefici di una rivoluzione produttiva centrata sulla conduzione perfetta e meticolosa del vigneto e sull’innovazione enologica: tutte le attività sulla vite sono condotte manualmente, seguendo i principi dell’agricoltura biologica, secondo i ritmi di una viticoltura attenta a produrre uve di altissimo pregio da cui si ricavano vini di grande qualità.

Alessandro di Camporeale
Contrada Mandranova
90043 Camporeale (PA)

www.alessandrodicamporeale.it

Categorie
Gusto Vino

Archètipi, Ribolla Gialla, Puiatti. Un vino unico ottenuto per infusione degli acini nel vino.

Archètipi Ribolla Gialla Puiatti nasce a Romans d’Isonzo, Gorizia, Friuli Venezia Giulia. Prodotto con sole uve Ribolla Gialla raccolte a mano a fine settembre, viene ottenuto attraverso una tecnica detta infusione: all’interno del vino Ribolla Gialla dell’anno precedente si introduce una quantità non superiore al 15% di acini di Ribolla. L’alcol contenuto nel vino esercita un’azione di estrazione sulle bucce e consente quindi di estrarre le componenti aromatiche contenute nelle stesse bucce di questo vitigno unico. Il periodo di infusione dura dalle due alle otto settimane a seconda delle componenti aromatiche che si vogliono estrarre.

I primi giorni di infusione consentono di estrarre le componenti floreali tipiche di questa uva. Si passa poi alle note di miele e frutta matura, fino ad arrivare a piacevolissime note di uva spina.

Alla vista Archètipi Ribolla Gialla 2016 si presenta giallo paglierino quasi dorato. Al naso è intenso con profumi che ricordano i fiori d’acacia e di sambuco, di miele e di mela matura. In bocca è fresco, pulito, persistente.

In abbinamento ad una insalata di mare con polpi e gamberetti e ad un primo piatto con frutti di mare ha saputo ben reggere l’equilibrio.

Acquista questo Vino su Amazon

 

Puiatti Vigneti S.r.l.
Località Zuccole n. 4
34076 Romans d’Isonzo (GO)

+39 0481 909608
puiatti@puiatti.com

www.puiatti.it

Categorie
Eventi Focus On Gusto News Vino

NOT Rassegna dei Vini Franchi va in scena a Palermo al grido “Non Modificare, Non Interferire”

Do Not Modify, Do Not Interfere. Semplicemente NOT. Una doppia negazione per lanciare un messaggio positivo: invitare i produttori di vino ad intervenire il meno possibile sulle pratiche di vigna e di cantina e quindi a non modificare, se non addirittura stravolgere, il risultato finale.

Siamo a Palermo, ai Cantieri Culturali alla Zisa, un luogo diventato ormai simbolo della rinascita di questa città. Una città sempre più aperta, libera dai pregiudizi che per troppo tempo l’hanno accompagnata e soprattutto pronta al confronto con le altre grandi città italiane. I Cantieri Culturali alla Zisa rappresentano un modello vincente di recupero ma anche un messaggio forte di crescita di un’intera comunità. Quindi mai luogo e città furono più azzeccate per un evento del genere.

I Cantieri Culturali alla Zisa sono un’ex area industriale di Palermo. La struttura venne costruita per ospitare le officine Ducrot e comprende diversi capannoni. Un luogo di importanza storica, dove tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento furono realizzati opere in stile liberty disegnati dell’architetto palermitano Ernesto Basile. Opere utilizzate anche come arredi dei saloni delle navi da crociera e delle varie residenze della Famiglia Florio e per gli arredi di Palazzo Montecitorio. Oggi quest’area è utilizzata come spazio espositivo per eventi teatrali, musicali, cinematografici e iniziative culturali di ogni genere.

Qui è andato in scena NOT Rassegna dei Vini Franchi, un multievento dedicato al sistema produttivo che mette al centro la figura del vignaiolo, il lavoro artigianale e che diffonde la coscienza del bere come atto non solo culturale ma anche politico di salvaguardia della natura e dell’identità territoriale.

“NOT ha colmato un vacuum nel panorama della promozione del vino in Sicilia. Ci impegneremo affinché diventi un appuntamento istituzionale annuale nell’agenda di Palermo e dell’Isola – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando che ha dato il benvenuto ai vignaioli protagonisti di NOT. – “La cultura del vino appartiene all’identità di questa città – ha ribadito il primo cittadino – è la nostra storia ed è ciò che dobbiamo coltivare per il futuro. NOT amplifica questa vocazione, ha colto il fermento, una nuova sensibilità, l’evoluzione verso un certo modo di bere e attenzione all’ambiente, al territorio”.

Vini franchi, ovvero vini cosiddetti naturali, onesti, non modificati dalla chimica. Vini che per lo più nascono da vigne condotte in biologico, se non addirittura in biodicamica. Vini sui quali si preferisce intervenire il meno possibile in cantina come in vigna: zero (o quasi) chimica, zero (o quasi) solfiti, uso di lieviti indigeni, fermentazioni spontanee, ecc.

In questo post non voglio fare un trattato sui vini naturali, voglio solo soffermarmi su ciò che ho avuto la possibilità di provare sulla mia pelle, anzi sul mio olfatto e sul mio palato.

Personalmente, chi mi conosce, sa che non sono per le “etichette”. A mio modesto modo di vedere il vino deve essere pulito, ben fatto, che esprima un bel bouquet, che al palato inviti al sorso, che sia anche espressione di un territorio se non di un’idea. Il vino deve essere semplicemente ben fatto. Se poi siamo di fronte ad un vino convenzionale, naturale, biologico, biodinamico, ancestrale e chi più ne ha più ne metta ok, basta che sia fatto bene.

Certo se un produttore, o un vignaiolo, riesce a fare un buon vino intervenendo e modificando il meno possibile, allora c’è da dire chapeau, tanto di cappello. E questo è quello che ho avuto modo di apprezzare a NOT.

Oltre cento cantine e aziende agricole partecipanti con 500 etichette in degustazione. NOT – Rassegna dei vini franchi ha aperto una strada al centro del Mediterraneo per il movimento culturale dei vini franchi, artigianali, creando un occasione di incontro e confronto di respiro nazionale e internazionale al sud tra produttori che condividono lo stesso percorso, ciascuno con il proprio territorio e storia da raccontare. Per i tanti vignaioli artigiani di altre regioni è stata la prima vetrina in Sicilia. “Sono felice di essere venuto a Palermo – ha detto Gianmaria Sforza di Marinferno, cantina nel cuore dei colli piacentini -. Mi ha dato la possibilità di conoscere e confrontarmi con i colleghi produttori siciliani. Il tutto in una cornice bellissima. Not è stato un mix di energie che non si trova altrove nel resto d’Italia”. Per Cataldo Calabretta, vignaiolo a Cirò – NOT ha colto il momento giusto. “Lo dico da calabrese – ha commentato -. Toccava farlo al sud.” NOT non è stato solo un focus sul vino. “Una iniziativa di questo genere ha larghi orizzonti. Spero possa essere un motore di riflessione su tante questioni legate al valore agricolo del cibo”, ha detto Stefano Pescarmona di Podere Magia, azienda emiliana.

Sono arrivato in tarda mattinata, ma una volta dentro mi sono lanciato subito sui banchi di degustazione. Alcune aziende le conoscevo, tante altre no. Così ho deciso di iniziare da quelli a me ignoti. Ecco alcune mie valutazioni:

Val di Sole, Piemonte

Val di Sole nasce nel 2015 sulle colline del Roero, a Corneliano d’Alba. Una vecchia vigna che continua ad essere ampliata con l’aggiunta di viti giovani. I vigneti della Valdisole sono tutti situati nelle zone del Roero DOCG. Le pratiche seguite in Valdisole sono rigorosamente naturali senza utilizzo di prodotti chimici sintetici o forzanti enologici. Tra i vini presenti ho bevuto:

Armonia. Arneis e Moscato Bianco. Un Orange Wine. Le uve sono macerate in botti di acacia da 500 lt per 30 giorni. Dopo la macerazione il vino viene fatto riposare prima in acciaio e poi in bottiglia. Al naso emergono note fruttate, floreali ed erbacee. Il moscato da una bella impronta aromatica al bouquet. Fresco, asciutto, con un finale amarognolo ma gradevole.
Pnoi. Nebbiolo Rosè. Qui non c’è macerazione. Il mosto è quindi diviso in tre parti uguali. Un terzo viene affinato per 9 mesi in barriques di castagno, un terzo in contenitore di ceramica (clayver) e il resto in barriques di rovere. Quindi vengono miscelati e rimangono almeno 3 mesi in bottiglia. I profumi sono quelli caratteristici del nebbiolo, floreali e fruttati ma (ovviamente) non evoluti. Delicato ma strutturato, la personalità del nebbiolo c’è pur se sviluppato per una leggera bevibilità.
Amos. Nebbiolo Rosso. Macerazione per 20 giorni in acciaio e affinamento in tonneau vecchio di rovere per 18 mesi. Poi almeno 6 mesi in bottiglia. Rosso rubino scarico con delicate note floreali e fruttate. Secco, fresco, di buon corpo.

Guttarolo, Puglia

Siamo nella Murgia barese, a Gioia del Colle. Terreno caratterizzato da roccia calcarea, ventilato e fertile. Nel 2003 Cristiano Guttarolo si trasferisce qui da Salerno. Acquista 2 ettari di vecchi vigneti di Primitivo allevati ad alberello e la fattoria di Gioia del Colle. Obiettivo: reinventare un Primitivo di grande identità e personalità. Vigne condotte in biologico con lavorazioni solo manuali, ma strizza l’occhio anche alla biodinamica. Ricorre a contenitori per fermentazioni spontanee ed affinamenti che non gravino sul vino, sperimenta negli anni l’acciaio e ultimamente l’anfora. Oggi Guttarolo ha una produzione da poco più di 6 ettari suddivisa tra Primitivo, Negroamaro e Verdeca.

Carsia. Un vino ottenuto da uve Verdeca, varietà autoctona pugliese presente prevalentemente nel territorio tarantino. Un vino di buona freschezza, salino e minerale.
Lamia delle Vigne. Da una vite vecchia di oltre 40 anni di età, coltivato ad alberello e spalliera, nasce questo Negroamaro ricco ed intenso. Fermentato ed affinato in acciaio esalta la potenza del frutto, con un calice corposo, fruttato e sapido.

Ayunta, Sicilia, Etna

Piccola azienda vinicola a conduzione familiare, gestisce circa 3 ettari di vecchi vigneti a quasi 700 metri sopra il livello del mare sulle pendici settentrionali dell’Etna, vicino al piccolo comune di Randazzo. I vini sono pensati affinché rappresentino la migliore personalità del terroir e le uve autoctone dell’Etna. In vigna si lavora manualmente, senza utilizzare prodotti chimici e vinificando in modo artigianale solo le migliori uve, per riuscire ad ottenere eleganza, equilibrio e freschezza, e per riportare il gusto puro del terroir.

Piante Sparse. Etna Bianco. Principalmente Carricante, ma anche Catarratto. A rappresentare la personalità di questo vino senza dubbio l’acidità, la freschezza e la nota minerale.
Navigabile. Prodotto da uve Nerello Mascalese in prevalenza e Nerello Cappuccio. Al naso esprime un frutto vivo, fragrante. Non manca la nota minerale confermata al palato.
Calderara Sottana. Un vino di contrada, prodotto con sole uve di Nerello Mascalese. I profumi ricordano la frutta matura, note di spezie e minerali. In bocca è pieno, di struttura, con tannini morbidi ed eleganti. Grande vino.

Campisi, Sicilia, Noto

Marcin Oz, nato in Polonia, cresciuto a Berlino, residente a Siracusa. Un musicista che ha scoperto la Sicilia grazie al cantante Erlend Oye, dei Whitest Boy Alive. Si è messo in società con i fratelli Marco e Sergio Mazzara. Il loro nonno, Salvatore Campisi, agricoltore illuminato, ha ispirato il nome della nuova azienda. Le vigne sono a Noto e Pachino, in contrada Buonivini dove si producono principalmente Nero d’Avola e Syrah.

Pink Moon. Un rosè da uve Nero d’Avola. Bel colore rosa intenso. Al naso i sentori sono tipici del Nero d’Avola, fruttato e floreale. Al palato riemerge il frutto ma anche la freschezza.
Red Red Wine. Colore rosso rubino scarico per questo vino ottenuto da uve Nero d’Avola. Non presenta una complessità di profumi ma rievoca comunque il territorio di origine, con leggere note anche speziate. In bocca il tannino è vivo ma non aggressivo. ben equilibrato.
Halleluja. Vino rosso prodotto con sole uve Syrah. Rosso rubino carico. Al naso emerge più di tutte la nota speziata, tipica del Syrah. Al palato e secco, asciutto, tannico e ben equilibrato.

Marco De Bartoli, Sicilia, Marsala

Azienda fortemente legata alla figura del suo fondatore, Marco De Bartoli, oggi portata avanti sapientemente dai figli Renato, Sebastiano e Josephine. Due cantine, a Marsala e a Pantelleria, dove si coltivano solo vitigni autoctoni quali Grillo, Zibibbo, Catarratto e Pignatello. Uve che vengono allevate nel pieno rispetto dell’ambiente e che arrivano in cantina per essere valorizzate e interpretate senza mai snaturare il frutto. Conoscevo già questi vini, ma essendo li ne ho approfittato per rivivere una bella emozione.

Integer Grillo e Integer Zibibbo. Nessun trattamento chimico, fisico, meccanico. Nessuna concimazione chimica, nessun trattamento di diserbo, utilizzo minimo di rame e zolfo, resa moderata per pianta, selezione manuale dei grappoli. Fermentazione spontanea in presenza di bucce, a opera di lieviti indigeni, senza rimontaggi né follature. Nessun trattamento o correzione, nessuna refrigerazione e filtrazione. I vini della linea Integer sono tutto questo ed esprimo pienamente il loro territorio di origine. Il Grillo si presenta di giallo dorato, con profumi caldi e avvolgenti che ricordano la frutta gialla matura, l’albicocca e belle sensazioni affumicate. Al palato è ricco, intenso, vivo, pienamente armonico. Di grande equilibrio e persistenza. Lo Zibibbo rappresenta in tutto e per tutto l’isola nella quale nasce, Pantelleria. Intenso e ricco, con profumi di frutta tropicale, frutta gialla molto matura, pesca, albicocca e agrumi canditi. Al palato esprime grande freschezza, sapidità, con bei ritorni di agrumi e aromi minerali. Due grandi eccellenze di Sicilia.

I Custodi delle Vigne dell’Etna, Sicilia, Etna

Custodire vuol dire preservare il territorio, mantenere le tradizioni e rispettare la persona. Da questi valori e dall’amore verso una terra meravigliosa come quella dell’Etnea nascono i vini de I Custodi, frutto della generosità del caloroso suolo vulcanico e della sua mineralità, del freddo della Muntagna e del sole di Sicilia. Sane viti di ogni età, condotte in modo naturale, organico, come da centinaia di anni si è sempre fatto sull’Etna, senza prodotti chimici di sintesi, nel rispetto delle persone, del paesaggio e della natura.

Alnus. Etna Rosato prodotto con uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio. Colore rosato con lievi riflessi rubino. Floreale con freschi sentori di fragola e lampone. Secco, gradevole, piacevolmente acidulo.
Aetneus. Etna Rosso nato da uve Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e una piccola parte di Alicante. Si presenta di un rosso rubino e con profumi intensi, di frutta matura e spezie. Minerale. Elegante e di notevole persistenza al gusto, giustamente tannico.

Pierre Frick, Francia, Alsazia

Pierre Frick è stato un pioniere indiscusso della filosofia naturalista: precursore dei tempi, ha abbracciato le metodologie biologiche già nel 1970, dedicandosi poi completamente alla biodinamica nel 1981. I 12 ettari circa di vigneti di proprietà in Alsazia (Francia) si sviluppano su altrettante 12 parcelle, di cui 3 Grand Cru. Rese bassissime, vendemmia manuale, ricorso ai soli lieviti indigeni, nessun trattamento chimico o fisico, utilizzo insignificante di anidride solforosa, comunque mai aggiunta prima della fermentazione. È stato un grande piacere conoscerlo e degustare i suoi vini veramente unici. Fortunatamente durante la degustazione affianco a me, oltre agli amici Giuseppe Scilabra e Pietro Foraci, c’era una giovane coppia che, conoscendo il francese, ci ha guidati nella traduzione.

Pinot Noir. Un Pinot Nero d’Alsazia dal tipico colore rosso rubino vivo. I profumi ricordano la frutta rossa e le spezie dolci. Leggeri sentori tostati e minerali. Fine, elegante, fresco, ben equilibrato.
Pinot Gris. Un bel colore aranciato tenue per questo Pinot Grigio macerato sulle bucce, luminoso e vivace alla vista. Il bouquet olfattivo è delicato e fruttato, contraddistinto da fragola e pompelmo. Al palato è fresco, di buon corpo, lungo e leggermente sapido nel finale.
Bergweingarten. Prodotto con un 100% Sylvaner, tipica dell’Alsazia, questo vino si presenta dal colore giallo ambrato con una leggera velatura. I profumi sono di frutta tropicale, miele e mandorla. Al palato è fresco, pulito, di corpo e di buona persistenza.
Riesling. Giallo paglierino che ricorda leggermente le sensazioni di idrocarburi tipici del Riesling. Emergono più frutta e agrumi. In bocca rilascia una freschezza avvolgente ed una buona mineralità.
Cremant. Pinot Grigio 100%. Un metodo classico dal colore giallo intenso e con bollicine fini e persistenti. Al naso esprime un bouquet ampio fatto di erbe aromatiche, vaniglia, miele, frutta secca. Non manca la fragranza e la crosta di pane. In bocca e fresco, elegante e raffinato. Grande bollicina.

Oltre a queste aziende ho avuto il piacere di degustare anche i vini di Nino Barracco (Marsala, TP) e di Arianna Occhipinti (Vittoria, RG). Se non cito quei le mie impressioni sui loro vini lo faccio non perché non li ho graditi, ma semmai per l’esatto contrario: posso dire che sono quelli che ho gradito più di tutti gli altri, senza nulla togliere alle grandi produzioni presenti e degustati in fiera. A questi due produttori dedicherò dei singoli post così da approfondire due belle filosofie produttive che stanno alla base delle due aziende e cercherò di trasmettervi quanto di buono e di bello c’è nei loro vini.

Alla tre giorni di NOT hanno partecipato grandi critici e personaggi del mondo enogastronomico che hanno tenuto seminari e degustazioni sul tema del vino franco, artigianale. Sandro Sangiorgi, fondatore di Porthos, ha raccontato lo scenario del vino naturale, tra luci e ombre e le nuove sfide con un percorso di assaggio tra silenzi, musica e riflessioni. Matteo Gallello di Porthos ha illustrato i vini naturali del Sud attraverso un viaggio nel calice tra territori. Giampaolo Gravina e Fabio Rizzari, autori insieme ad Armando Castagno del libro “Vini artigianali italiani”  hanno proposto una nuova chiave di lettura del vino, sperimentale, che legge e intreccia i vini con le opere d’arte.

Gae Saccoccio di naturadellecose.it ha approfondito il vino umano tra scienza e magia. Bonetta dell’Oglio, Davide Longoni e Francesco Pensovecchio hanno tenuto l’incontro Pane e Vino, legando, in un assaggio inedito, i due capisaldi di una cultura millenaria, tra analisi tecniche sulla panificazione spiegate dal maestro panificatore milanese, divulgazione della qualità dei grani autoctoni siciliani e dei principi dell’agricoltura biodinamica.

A NOT è stato presente anche il padre della vitocoltura biodinamica, Nicolas Joly, che ha tenuto i corsi sull’agricoltura biodinamica per l’appuntamento annuale di Renaissance Italia organizzato in collaborazione con AgriBio e ospitato a NOT. “La Sicilia è una terra che può dare vini di grande forza, autentici – ha detto il produttore della Loira -. Ho potuto assaggiare vini che davvero mi hanno colpito. Prodotti da chi ha compreso la vera natura del vino e come coltivare tenendo in considerazione tutte le forze, le energie che intervengono nel processo di vita”.

Tra le prelibatezze trovate in giro per NOT Rassegna dei Vini Franchi anche delle ottime produzioni di prodotti tipici, per lo più Presidi Slow Food.

Sull’intervento e sulla degustazione guidata da Matteo Gallello, una degustazione dedicata ai vini del grande sud, dove a confrontarsi sono stati territori e varietà del mediterraneo, dedicherò un post a se.

NOT Rassegna dei Vini Franchi
Palermo, 12-14 Gennaio 2019
Cantieri Culturali alla Zisa
www.rassegnanot.com

Categorie
Cibo Eventi Focus On Gusto Ristoranti Soste di Gusto Vino

Crudité e Frutti di Mare, così Al Pesciolino d'Oro si reinventa la Tradizione.

Per questa stagione si concludono alla grande le Serate Enogastronomiche del Ristorante Al Pesciolino d’Oro di Mazara del Vallo

Del Ristorante Al Pesciolino d’Oro ne ho già parlato altre volte, qui invece mi limito solo a fare un piccola riflessione su questa Sosta di Gusto a me tanto cara.

L’ottimo pesce di Ittica Giacalone, i buoni vini di Donnafugata, la maestria degli chef Pietro D’agostino e Francesco D’agostino, la simpatia in sala di Fabio D’Agostino, Sebastiano Ciambra e di tutto il loro staff, ma anche la compagnia di tanti amici presenti, hanno contribuito senza dubbio alla riuscita di un evento all’insegna del Bello e del Buono!

Il cibo è un linguaggio universale, che porta con sé culture e tradizioni, che riesce a far parlare un territorio, a dare voce ad un’idea, a trasmettere un’emozione… La serata di ieri è stata carica di gusto, gioia e divertimento, e questo è tutto ciò che conta!

Un saluto particolare lo voglio rivolgere ai coniugi Vito e Anna D’Agostino, proprietari del ristorante, che partendo da una visione legata al bello e al buono del cibo, hanno saputo dar vita ad una Sosta di Gusto di tutto rispetto!

RISTORANTE PIZZERIA AL PESCIOLINO D’ORO
Lungomare San Vito, 109
91026 Mazara del Vallo (TP)
Tel. +39 0923 909286
info@alpesciolinodoro.it
www.alpesciolinodoro.it

DONNAFUGATA
Cantine Storiche
Via Sebastiano Lipari, 17
91025, Marsala (TP)
Tel. +39 0923 724 200
info@donnafugata.it
www.donnafugata.it

Foto: Ignazio Perez | Al Pesciolino d’Oro
Categorie
Cantine Eventi Focus On Gusto Soste di Gusto Vino

Cantine Aperte 2018, Gorghi Tondi, Mazara del Vallo

Foto: Ignazio Perez
Categorie
Eventi Focus On Gusto News Vino

Degustazioni al Vinitaly 2018

Foto: Ignazio Perez
Categorie
Cibo Eventi Focus On Gusto Ristoranti Soste di Gusto Vino

La Porchetta incontra il Bue Grasso

Ritornano le Serate Enogastronomiche a tema del Ristorante Al Pesciolino d’Oro. Ieri sera, mercoledì 7 Febbraio, la cena dedicata al Bue Grasso e alla Porchetta.

Il Bue Grasso è una delle più apprezzate e conosciute icone della carne italiana e piemontese. E’ il caso però di ricordare, o precisare, subito una cosa: la carne del Bue Grasso…non è davvero così grassa, anzi. Lo è, certamente, rispetto alla media delle carni piemontesi, ma non di certo rispetto alle altre razze bovine (0,5% per il bue grasso contro il 3% in media delle altre razze bovine).
Il Bue Grasso, in questa prima serata enogastronomica, “incontra” la Porchetta, altra specialità del Ristorante Al Pesciolino d’Oro, che tanto successo ha ottenuto nelle cene-evento precedenti.
Un evento enogastronomico che ha avuto come obiettivo quello di far conoscere ed apprezzare al pubblico prodotti del territorio di grande qualità, preparati secondo tradizione e rispettando le materie prime.

La serata ha previsto un menu completo a base di Bue Grasso e Porchetta, dall’antipasto al secondo, per finire poi con un dessert della casa. Alla cena sono stati abbinati vini della cantina Colomba Bianca di Mazara del Vallo, una realtà enologica tra le più grandi nel panorama del vino siciliano, attenti alla qualità e ai processi di produzione biologici e vegani.

RISTORANTE PIZZERIA AL PESCIOLINO D’ORO
Lungomare San Vito, 109
91026 Mazara del Vallo (TP)
Tel. +39 0923 909286
info@alpesciolinodoro.it
www.alpesciolinodoro.it

Foto: Ignazio Perez | Al Pesciolino d’Oro
Categorie
Eventi Focus On Gusto News Vino

Il Grillo e le sue Sfumature, Degustazione di Vini Foderà all'Enoteca Mojito

Grillo, Grillo e ancora Grillo… Non si arresta l’interesse (e il dibattito) per questa bacca tutta siciliana. Eppure in Sicilia il Grillo esiste da sempre, o almeno da quando il barone Antonio Mendola lo scoprì quasi per caso nei sui studi a Favara sul finire dell’Ottocento. La bacca per eccellenza utilizzata per la produzione del famoso Marsala, da un po’ di anni a questa parte è stata accolta con grande interesse da parte degli addetti ai lavori per la produzione di diverse tipologie di vini Grillo, e dobbiamo ammettere che tutto ciò ha trovato un ottimo riscontro anche negli appassionati di vino e in tutti coloro i quali il vino amano berlo e apprezzarlo.

Oggi la produzione di vini Grillo è regolamentata dalla DOC Sicilia. Tra favorevoli e contrari il dibattito è in atto e personalmente mi auguro che si possano trovare presto punti di unione tali da favorire produzioni di qualità senza mai dimenticare l’origine di questa bacca (tipica dell’agro occidentale siciliano) e soprattutto che tengano conto del fatto che il Grillo nasce con il Marsala, e questo non dobbiamo dimenticarlo.

Ma andiamo all’evento: il Grillo e le sue sfumature. La stessa bacca in tre tipologie diverse di vinificazione. Un Metodo Classico, un Bianco e una Vendemmia Tardiva.

L’evento si è svolto presso l’Enoteca Mojito a Mazara del Vallo, un posto caldo e accogliente, fuori dal centro storico, ottimo per chi vuole trascorrere una serata tranquilla e fuori dal caos.
L’azienda che presenta i suoi vini è la Cantina Foderà, un’azienda marsalese nata nel 1849 e che si tramanda da sei generazioni. Stiamo parlando di una piccola realtà (la produzione totale di vino si aggira sulle 20.000 bottiglie) che produce vini fuori dal coro, eleganti e ben fatti, sicuramente non ruffiani. I lavori in cantina sono portati avanti dal vignaiolo Antonio Foderà che utilizza il patrimonio terriero di famiglia particolarmente vocato per la viticoltura in un contesto caratterizzato dal sole e dalle brezze marine.

Metodo Classico Brut 2014 – 24 Mesi

La degustazione comincia con il Metodo Classico. Un nuovo prodotto per questa azienda. Questa in degustazione è la prima annata. Siamo di fronte ad un vino prodotto con uve raccolte in fase di pre-maturazione (parliamo dei primi giorni di agosto). Rifermentazione in bottiglia e affinamento in bottiglia sui lieviti per circa 24 mesi conferiscono a questo Metodo Classico un’ottima freschezza e morbidezza. Giallo paglierino con lievi riflessi verdognoli. Brillante, con un perlage fine e abbastanza persistente. Al naso non mancano le caratteristiche tipiche del Grillo, accompagnati da profumi che ricordano la frutta esotica. Lievi sentori di crosta di pane comunque presenti, tanto da regalaci una buona fragranza. Nel complesso un buon Metodo Classico, fine ed equilibrato.

Grillo – 2014

Qui siamo di fronte ad un vino veramente unico. La vendemmia dell’uva avviene a fine agosto. Per la vinificazione viene usato solo il mosto fiore, mentre l’affinamento avviene in tonneaux di rovere Allier per circa 12 mesi e continua in bottiglia. Al calice si presenta con un bel giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso è complesso, con un bouquet fruttato che ricorda la frutta gialla matura quali ananas e mela. Fragrante. Anche qui emergono i lieviti e la crosta di pane. Belle le note di vaniglia che arrivano nel finale. Al palato è secco, morbido, fresco. Nel retrogusto vengono confermate i profumi sentiti al naso. Intenso, equilibrato e persistente.

Grillo – 2012

Un fuori programma. Non era previsto per la degustazione, ma c’era e lo abbiamo bevuto. Profumo e retrogusto simili al 2014 ma con note ancora più vanigliate e mielate. Un bianco interessante che riesce ad evolvere per un po’ di anni in bottiglia, regalando belle emozioni ad ogni sorso.

Nella foto il Grillo 2014

Tardivo Grillo – 2014

Concludiamo la degustazione con una vendemmia tardiva. Lo stesso Grillo, dello stesso territorio, questa volta raccolto in periodo di sovra-maturazione nei primi giorni di settembre. Le uve vengono stese al sole per circa 14 giorni. Dopo la vinificazione il vino fiore viene fatto affinare per circa 16 mesi in tonneaux di rovere Allier e poi in bottiglia. Al calice è cristallino, giallo ambra con riflessi dorati. I profumi sono fragranti, ricordano la frutta gialla pienamente matura, il miele, la frutta secca. Al palato è dolce senza essere stucchevole. Morbido e cremoso, riesce a mantenere una buona freschezza. Intenso e persistente. Ottimo vino da dessert.

Ai vini in degustazione sono stati abbinati dei piccoli assaggi preparati dall’Enoteca Mojito: Tagliere di Salumi e Formaggi locali, crostini con paté e pomodorini, olive e pomodori secchi. Con il Tardivo di Grillo sono stati serviti dolci secchi e cantucci.

Così si conclude la serata, felice di aver degustato ottimi vini in un ambiente tranquillo e riservato, e lieto di aver conosciuto dei produttori che portano avanti una filosofia di produzione fuori dal comune, che non seguono mode e tendenze, ma che portano avanti il lavoro animati semplicemente da una vera passione e da una lunga tradizione di famiglia.

Enoteca Mojito
Via G.B. Pergolesi, 5
91026 Mazara del Vallo (TP)
www.enotecamojito.it
Cantina Foderà

C/da Giardinello, 154
91025 Marsala (TP)

www.vinifodera.com

Foto: Ignazio Perez
Categorie
Gusto Vino

3 calici di rosso, 3 territori di Sicilia

La Sicilia, quest’isola nel cuore del Mediterraneo, la più estesa di questo mare ricco di storia, tradizione e cultura, per la sua grande varietà di biodiversità e per le diverse condizioni pedo-climàtiche che si verificano nei diversi territori, è sicuramente paragonabile ad un micro continente, ed io direi un continente gastronomico unico al mondo. Assaporare un vino prodotto nell’agro occidentale è sicuramente diverso dal bere un vino prodotto a Ragusa piuttosto che sull’Etna. E ovviamente la stessa cosa vale anche per i prodotti dell’agroalimentare. Cambiano le condizione del terreno, quelle climatiche, la tipologia di coltura, ed entrano in gioco tutta una serie di elementi che aiutano naturalmente i produttori a diversificare la produzione su tutta l’Isola. Tutto ciò equivale a dire che ci sono tanti territori all’interno del territorio Sicilia, ed ognuno di questi ha le sue specificità e le sue eccellenze.

Una sera a cena tra amici abbiamo voluto sperimentare questo concetto e mettere a confronto tre territori diversi di Sicilia.

Cerasuolo di Vittoria D.O.C.G. – Planeta – Vittoria (SR)

60% Nero d’Avola – 40% Frappato

Siamo a Vittoria (SR). Qui Planeta è presente dal 2001 con la cantina di Dorilli. Qual’è la caratteristica di questo territorio? Sicuramente la terra, costituita prevalentemente da sabbie rosse. Sotto di essa strati di tufo ricco di calcare. In estate le temperature arrivano ad essere molto calde e le piogge scarse. In questo lembo di terra i vigneti si intrecciano naturalmente con l’ecosistema della macchia mediterranea. È qui che nasce il Cerasuolo di Vittoria DOCG di casa Planeta. Le uve utilizzate, Nero d’Avola e Frappato, le sole dettate dal disciplinare, ci danno un vino unico, molto riconoscibile per il suo gusto giovane e per i profumi di ciliegia, fragola e melograno.

Al calice si presenta di un bel rosso rubino, con leggeri riflessi porpora. I profumi ricordano i frutti di bosco, le fragoline, i gelsi ed il melograno. Al palato vengono confermate le sensazioni olfattive, ritrovando anche un bel retrogusto di pepe nero, di carruba e amarena. Un vino piacevole, non molto lungo ma di buon equilibrio.
Con cosa possiamo abbinarlo? Personalmente questa estate ho accompagnato questo vino con un bel trancio di tonno appena scottato, ma credo sia ottimo anche con dei funghi ripieni o della cacciagione. Avete in mente un cena stile Street Food? Allora provatelo con le arancine di riso ripiene di carne… Wow!

Etna D.O.C. – Planeta – Castiglione di Sicilia (CT)

100% Nerello Mascalese

Rimaniamo in casa Planeta. Questa volta però andiamo sull’Etna. La cantina è quella di Sciaranuova (Castiglione di Sicilia). I suoli qui sono vulcanici (ovvio, no!), originati nel corso dei millenni dalla lenta degradazione della roccia lavica, dalla cenere e da sostanze organiche. Terre ricche di minerali. Questo Etna DOC è figlio di un vitigno, il Nerello Mascalese, esso stesso essenza del territorio etneo.

Andiamo a vederlo al calice. Rosso rubino, un po’ scarico e con riflessi porpora. Al naso i sentori ricordano la vaniglia, l’amarena, la fragolina, con un leggero tocco floreale. Al palato è pieno, ma scorrevole. Vengono confermate le sensazioni odorose ma con note  aromatiche più complesse di sottobosco, mirto e speze. Vino inaspettatamente beverino, sapido, ferroso.
Come lo beviamo? Beh qui siamo di fronte ad un vino molto duttile. Potrebbe andare bene con della pasta al pomodoro ma anche con ottime preparazioni di carne. Provatelo con una bella grigliata di carne.

Maria Costanza Rosso Sicilia D.O.P. – Azienda Agricola Milazzo – Campobello di Licata (AG)

100% Nero d’Avola

Ci spostiamo dall’Etna e scendiamo giù, fino ad arrivare a Campobello di Licata (AG). Qui troviamo la cantina che produce il Maria Costanza. Stiamo parlando dell’Azienda Agricola Milazzo. Le uve Nero d’Avola utilizzate per la produzione di questo vino provengono dai vigneti di Giuseppina e Milici, di origine marnosa e con un alta concentrazione di argilla calcarea, e dai vigneti di Munti, dove è presente un suolo molto organico e piuttosto profondo.

Si presenta al calice con un bel rosso rubino intenso, quasi impenetrabile. Al naso spicca la nota speziata unita a sentori minerali e di incenso. Non manca il frutto maturo che ci ricorda la ciliegia e la marasca, per finire con la confettura. Al palato è morbido, vellutato, caldo e di buona struttura. Dolci i tannini. Ottima persistenza e buon equilibrio.

Idee per assaporarlo con dei buoni piatti? Sicuramente sta bene con le carni rosse, con degli arrosti, ma anche stufati e cibi molto saporiti.

Sperimentate anche voi degustazioni di questo tipo, scegliete dei vini di diversa provenienza e confrontate i calici che bevete… Vi assicuro che scoprirete tante differenze tra un calice e l’altro, e la cosa vi piacerà. Garantito!

PS. Forse non lo sai ma qualche tempo fa decisi di scrivere una Guida all’Abbinamento Cibo Vino. E’ un piccolo regalo che ti faccio con vero piacere. Puoi scaricarla gratuitamente da qui semplicemente inviando il tuo nome e la tua email.

Foto: Ignazio Perez
Categorie
Cantine Eventi Focus On Gusto Soste di Gusto Vino

Calici Sotto le Stelle 2017 a Contessa Entellina nelle Cantine Donnafugata

Calici Sotto le Stelle è ormai un appuntamento fisso per molte cantine in tutta Italia. A Contessa Entellina, nel cuore della Sicilia più autentica, la Cantina Donnafugata organizza ormai da anni questo evento, ricco di emozioni, musica e grandi vini. Qui l’azienda possiede ben 260 ettari di vigne e vi coltiva gran parte delle sue uve, tra queste lo Chardonnay che viene raccolto di notte.

Durante Calici di Stelle la cantina di Contessa Entellina viene aperta al pubblico al quale è concesso di degustare tutta la linea di vini Donnafugata, di annate in corso ama anche di annate storiche importanti.

Donnafugata, Contessa Entellina
Tenuta di Donnafugata:
km 60 della S.S. 624 Scorrimento Veloce Palermo-Sciacca.
Coordinate GPS: N 37.727679, E 13.03825
Tel. (+39) 0923 724 245/263
visitare@donnafugata.it
www.donnafugata.it

Foto: Ignazio Perez