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Wine Spectator assegna al Don Camillo il premio “Best of Award of Excellence”

Arrivano i due calici di Wine Spectator a Siracusa, la bibbia internazionale dell’enologia premia il lavoro di Giovanni Guarneri e del sommelier Enzo Amoruso per la ricercatezza della carta vini e l’eccellenza del servizio 

È il ristorante Don Camillo di Siracusa il nuovo ingresso tra i premiati con il “Best of Award of Excellence”, il prestigioso premio conferito annualmente dal 1981 da Wine Spectator, la rivista autorità mondiale nel settore enologico che, attraverso i suoi riconoscimenti, racconta i migliori ristoranti al mondo che fanno della cantina il proprio fiore all’occhiello, premiando le migliori carte dei vini sulla base di diversità di aree vinicole, produttori e formati di bottiglie, profondità di annate e ampiezza regionale.

Giovanni Guarneri e lo staff del Don Camillo sono stati premiati con l’ambito riconoscimento dei Due Calici da Wine Spectator per l’eccellenza e la varietà della sua carta vini.

Sono tre le tipologie di premio assegnate dalla prestigiosa rivista e precisamente, in ordine crescente di prestigio: gli Award di eccellenza, rappresentati da un calice, che indicano i ristoranti la cui cantina offre almeno 90 etichette di diversi produttori di alta qualità che ben si sposano con la propria proposta gastronomica;  i “Best Awards of Excellence”, contrassegnati da due calici, assegnati ai ristoranti che offrono una proposta di almeno 350 etichette rappresentative di territori diversi; i “Grand Awards”, segnalati con tre calici, che vengono assegnati ai ristoranti che abbiano in carta almeno mille etichette di differenti terroir e produttori, caratterizzate anche da un’ampia gamma di formati e annate diverse.

In Italia sono solo sei i locali che hanno ottenuto quest’ultimo riconoscimento:  l’Enoteca Pinchiorri  a Firenze, La Pergola all’interno del Rome Cavalieri Waldorf Astoria di Roma, entrambi ristoranti insigniti delle tre Stelle Michelin, il Ristorante Cracco di Milano, Il Poeta Contadino ad Alberobello, La Ciau del Tornavento a Treiso, in provincia di Cuneo, l’Antica Bottega del Vino di Verona.

Sebbene i premi riguardino esclusivamente le cantine dei ristoranti, Wine Spectator li assegna tenendo conto anche del servizio di sala e della proposta della cucina che devono rappresentare un’esperienza impeccabile e di alta qualità.

È grazie alla soddisfazione di queste caratteristiche che il Don Camillo di Siracusa è stato inserito nella prestigiosa lista che conta quaranta indirizzi in Italia e appena quattro in Sicilia. La sua raffinata carta dei vini, ideata e creata dal sommelier Enzo Amoruso in sala dal febbraio 2003, colloca l’insegna tra le prime 1.000 al mondo sia in termini di qualità della selezione offerta, sia in termini di rappresentatività del territorio.

Con le sue 600 etichette, infatti, la cantina del Don Camillo racconta la storia del vino nel tempo e nello spazio, travalicando i confini regionali e nazionali per esplorare le più prestigiose cantine mondiali attraverso un’offerta che fa delle verticali il proprio cavallo di battaglia con annate difficilmente reperibili, come quella del La Tache, monopole del Domaine de la Romanée-Conti, che parte dall’annata 2009 e arriva ai giorni nostri, o Tenuta San Guido Bolgheri Sassicaia dal 1998 con qualche chicca risalente agli anni Ottanta, o ancora quella del Brunello di Montalcino di Biondi Santi di cui ha tutte le etichette dal 2000 ad oggi e perfino la Riserva del 1985, un’annata dal valore inestimabile per il ristorante perché è anche l’anno di apertura del Don Camillo. Un’offerta che si distingue, quindi, sia per l’ampiezza territoriale che per quella temporale.

“Siamo onorati e lusingati di ricevere questo premio che rappresenta il massimo dei riconoscimenti enologici per un ristorante – commenta felice lo chef patron Giovanni Guarneri – Quella dei vini è per me una passione che va di pari passo con quella della cucina da sempre. La collaborazione con il nostro sommelier Enzo Amoruso ci consente di studiare una carta adatta ai nostri piatti e questo, che finora è stato molto apprezzato dalla nostra clientela, oggi ci viene riconosciuto anche da Wine Spectator: una grande soddisfazione che ci spinge a fare sempre meglio”.

Giunto alla sua trentottesima  stagione, il ristorante Don Camillo è da sempre un riferimento per la ristorazione, non solo siracusana, ma siciliana tutta, un indirizzo di ricercata raffinatezza dove rispetto per la materia prima e sapiente tecnica si sposano con l’eleganza della presentazione dei piatti e di quella del luogo. Presente in tutte le più prestigiose guide di settore, con questo riconoscimento il Don Camillo entra dunque oggi nel gotha dei ristoranti con le migliori cantine al mondo.

Tutti i vincitori del premio saranno presenti nella guida di Wine Spectator il prossimo 31 agosto.

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Cibo Gusto

Visioni di cucina e territori. Da Bagheria a Trapani con Nino Ferreri e Nicola Bandi.

Lo Chef Nicola Bandi di Osteria Il Moro a Trapani torna a stupirci con i suoi piatti, ma stavolta lo fa affiancato da una nuova stella del firmamento culinario siciliano: Nino Ferreri, Chef e patron del ristorante Limù a Bagheria, da poco insignito del riconoscimento più ambito per gli Chef di tutto il mondo, la stella Michelin.

Nicola Bandi, insieme al fratello Enzo, portano avanti l’Osteria Il Moro già da diversi anni e nel tempo hanno dimostrato una crescita interessante, tanto è vero che anche qui gli ispettori della “rossa” si sono accorti del buon lavoro fatto. E così, da qualche mese, Osteria Il Moro a Trapani è segnalata nella guida Michelin.

Dietro questo successo un lavoro di ricerca e sperimentazione ma anche di confronto. Già l’anno scorso, grazie al progetto Osteria Il Moro Lab, la cucina di Nicola si è confrontata con quella dello Chef Peppe Barone. Quest’anno, a distanza di un anno, il confronto è con Nino Ferreri, neo stellato siciliano con il suo ristorante Limù a Bagheria.

Visioni di cucina e territori. Da Bagheria a Trapani. Questo il tema dell’interessante serata che si è svolta qualche giorno fa a Trapani presso il ristorante dei fratelli Bandi. Una serata non priva di idee interessanti e di grandi piatti e abbinamenti gastronomici. Perché se è vero che i due Chef non si sono limitati nel soddisfare mente e palato dei commensali, non da meno sono stati i vini che hanno accompagnato le diverse portate. Infatti in abbinamenti ai piatti degli Chef c’erano i vini di Tasca D’Almerita, storica azienda siciliana che ha fatto grande la Sicilia del vino non solo in casa propria ma anche nel mondo.

La cena inizia benissimo già con gli entree, due per Chef: Nicola Bandi presenta il suo cioccolatino di caponata e l’oliva liquida, Nino Ferreri ci porta al mare con la tartelletta di pesce azzurro e un bon bon che porta in se tutto il gusto di una buona zuppa di pesce. Entree che vanno dalla terra a mare, uniti da una forza gustativa straordinaria.

Con gli antipasti gli Chef propongono due piatti interessanti. Come una capasanta e il piatto di Nicola. Un calamaro ridotto finemente, al quale lo Chef ha dato una forma di capasanta, appena scottato e accompagnato con un croccante ai capperi, una salsa alla lattuga di mare, tentacolo di calamaro e crema di pesca. Piatto pulito e ben bilanciato.

Nino Ferreri propone invece un piatto che unisce terra e mare, gli opposti si attraggono. Lingua di vitello e gambero crudo su una spuma realizzata con Metodo Classico Contessa Franca Tasca D’Almerita. Grandissimo piatto, fresco e ricco di aromaticità.

Come detto prima i vini in abbinamento alla serata sono stati selezionati tra le migliori etichette ed annate dell’azienda Tasca D’Almerita. Con gli entree e gli antipasti è stato servito un Metodo Classico Contessa Franca 2014, 60 mesi sui lieviti per questo straordinario Chardonnay. Un gran bella bollicine siciliana.

Come al solito lo Chef Nicola Bandi ama stupirci con le sue scomposizioni e ricostruzioni, ci inganna alla vista ma ci stupisce al palato. Un gioco continuo tra Chef e commensale.

La cena continua con due primi. Nicola Bandi fa un salto nella tradizione, innovandola. Il piatto è Frascatole 2.0. Aggiungendo la farina alla semola lavorata per fare il cous cous viene fuori la “frascatula”, un piatto povero che anticamente accompagnava il macco di fave e che oggi lo Chef Bandi ci propone con una zuppa di pesce e astice. A guarnire una crema di mandorle e del limone fermentato. Un piatto di sostanza e dal sapore deciso.

E dopo un piatto di mare Nino Ferreri ci porta alla terra con il tortello della Domenica. Un tortello all’emiliana con ripieno di carni miste accompagnati da una crema verde alle erbe, una crema alla provola e una riduzione di ragù classico alla siciliana. Per finire una serie di erbe che donano grande freschezza al piatto.

Se lo Chef Bandi ama stupire con le destrutturazioni, Nino Ferreri ama presentare gli ingredienti quasi la naturale. Poche lavorazioni ma grande tecnica e conoscenza delle materie prime, messe insieme in maniera magistrale.

Due primi piatti abbinati ad altri due grandi vini. Nozze d’Oro 2020 per la Frascatola 2.0 e Rosso del Conte 2017 per il tortello della Domenica.

Passando ai secondi Nicola Bandi ci serve un tonno vitellato. Cubi di tonno scottati su ogni lato accompagnati da una marmellata di cipolla, una salsa vellutata e del katsuobushi. Bell’equilibrio di sapori.

Il secondo di Nino Ferreri e un ricordo di una scampagnata. Un involtino di maiale con della salsiccia all’interno, completato con una chips di piselli, dello scalogno e una salsa che porta in se tutto il profumo del barbecue.

Anche qui due grandi vini in abbinamento. Nozze d’Oro 2012 con il tonno e Rosso del Conte 2012 per la salsiccia.

Tasca D’Almerita ha proposto non solo delle etichette interessanti ma anche delle annate uniche. Il 2014 di Contessa Franca esprime un bouquet ricco e un palato piacevolissimo. Il Nozze d’Oro è disarmante nella sua freschezza, ancor più nella 2012. Il Rosso del Conte esprime forza e potenza, ma anche eleganza e fascino. E sarà così anche per l’ultimo vino in abbinamento al dessert, Tenuta Capofaro Malvasia delle Lipari 2021.

Prima del dessert arriva un pre dessert pensato da Nino Ferreri. Tra le vie di Ballarò. Una granita di zucchine dei tenerumi, nota a Ballarò come la “cocuzza ghiacciata”, prodotto tipicamente estivo e che fa parte dello street food palermitano, servita in un limone verdello. Un omaggio all’estate che verrà.

Il dessert invece è stato pensato da Nicola Bandi, pane e panelle. Anche qui una rivisitazione di un tipico street food palermitano. Una crema di ceci fa da base ad un croccante al sesamo, ceci e panelle fritte passate nello zucchero ad un gelato al pane. Completano il piatto una cialda di ceci e sesamo, sale, pepe, olio e limone. Dessert piacevolissimo, ottimo finale di una grande cena.

E dopo il dessert anche la piccola pasticceria di Nicola Bandi, ulteriori coccole a suggellare una serata perfetta, resa tale non solo dal cibo e dal vino ma anche nelle attenzioni del personale di sala guidato da Enzo Bandi, sempre attento a curare ogni dettaglio.

Osteria Il Moro e i fratelli Bandi confermano ciò che già sapevamo: per la buona cucina gourmet a Trapani bisogna passare da qui.

Osteria Il Moro
Via Garibaldi, 86
Trapani

www.osteriailmoro.it

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Gusto Vino

Etna, presentato al Vinitaly il macerato di Serafica che inaugura la nuova linea Versante Sud

Presentato alla cinquantacinquesima edizione del Vinitaly, nasce da un’unica vigna ad alberello l’orange wine dell’azienda di Nicolosi. Solo 1.132 bottiglie per un vino che inaugura la linea Versante Sud e che vuole raccontare il meglio del lavoro della famiglia Serafica.

Quello dell’Etna è un territorio di una bellezza unica che riesce ad esprimere, dal punto di vista vitivinicolo e non solo, un racconto straordinario delle migliori risorse della Sicilia. Nicolosi è Versante Sud, siamo tra la vetta dell’Etna e il mar Jonio, casa di Serafica Terra di Olio e Vino che dagli anni ‘50 ha iniziato un progetto di crescita familiare e imprenditoriale. Oggi l’azienda vuole raccontare questo straordinario angolo di viticoltura eroica ai piedi del vulcano attivo più alto d’Europa attraverso una linea di vini unici nel suo genere:

“Dopo il primo spumante da Nerello Cappuccio abbiamo voluto aggiungere un altro piccolo tassello nel percorso di crescita della nostra realtà familiare – sottolinea Giuseppe Borzì, responsabile commerciale dell’azienda -. Si tratta di un vino onesto che vuole rispecchiare il terroir di provenienza, come tutti i nostri vini nati dalla continua ricerca e sperimentazione sul Versante Sud dell’Etna”.

Una specializzazione produttiva, rispettosa delle pratiche agronomiche ed enologiche, che si concretizza attraverso un lavoro certosino e di prossimità teso a valorizzare un versante del vulcano ancora poco conosciuto.

Vinificato e imbottigliato integralmente dalla famiglia Serafica, così come tutti gli altri prodotti aziendali, vuole essere un racconto non solo di alta qualità che ben si inserisce nella categoria degli Orange Wine ma anche di territorio, utile a lanciare le novità che arriveranno nei prossimi mesi. Il macerato di Serafica anno 2021 e prodotto in sole 1.132 bottiglie, infatti, è l’apripista per il completamento della gamma aziendale che offrirà un racconto completo dell’apice qualitativo:

“con questo vino, che costituisce davvero una chicca – racconta l’enologo Nicola Colombo – abbiamo provato ad offrire un racconto enologico nato da una macerazione di 28 giorni che si inserisce con coerenza nel completamento dell’immagine aziendale. L’Etna è un territorio che ci stupirà sempre di più”.

Frutto di una selezione di uve che hanno origine dalla vigna ad alberello piantata dal nonno a Monte Arso, un vulcano spento ai piedi dell’Etna, il vigneto ad alberello si caratterizza per la pendenza di oltre il 30 % su suolo sabbioso a 900 metri di altezza guardando il mare. Carricante per la maggior parte e poi varietà reliquia come Minnella, Insolia, Catarratto, Corinto greco, Coda di Volpe e Bianchetta, sono le uve a bacca bianca che contraddistinguono il vigneto da cui proviene il Macerato della famiglia Serafica. Macerazione a temperatura controllata per 28 giorni, il vino riposa sulle fecce nobili per 7 mesi con continui bâtonnage prima di andare in bottiglia dove è rimasto a riposare prima della sua messa in commercio avvenuta proprio al Vinitaly.

www.serafica.it

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Gusto Vino

Il Metodo Classico Brut di Brugnano, e tante altre novità dell'azienda, al Vinitaly 2023

Un Metodo Classico Brut da uve Catarratto Lucido e Chardonnay, il Frappato Rosato e l’Honoris Causa prodotto con Nero d’Avola e Syrah. Queste le novità di punta della cantina Brugnano. Novità che potrete degustare al Vinitaly 2023.

È già passato un anno da quando i fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano hanno presentato la nuova immagine della loro cantina omonima di Partinico, in provincia di Palermo, ma ci sono molte novità che l’azienda sta presentando in questi giorni, tra cui il Catarratto Lucido e il Chardonnay Metodo Classico Brut, il Frappato Rosato Coraline e il Nero d’Avola e Syrah Honoris Causa.

Abbiamo avuto l’opportunità di provare queste novità, e non solo, durante una visita alla Cantina Brugnano, e per chi non conosce ancora i vini di questa azienda, può approfittare del Vinitaly 2023, poiché Brugnano sarà presente alla fiera di Verona con il proprio stand nel Padiglione 2 Sicilia, dal 2 al 5 aprile.

Il Metodo Classico Brut è prodotto da Catarratto Lucido e una piccola percentuale di Chardonnay, nel territorio di Partinico, in Contrada Mirto a circa 650 metri s.l.m. Uve raccolte leggermente in anticipo rispetto alla piena maturazione, una soffice pressatura degli acini e una rifermentazione in bottiglia che dura fino a 36 mesi danno vita ad un Metodo Classico intrigante, con un bouquet fine, ricco di agrumi e frutta fragrante, una bolla cremosa e un palato avvolgente. Il Metodo Classico Brut di Brugnano è lo spumante ideale per ogni occasione, adatto per un aperitivo con delle cruditè di crostacei, perfetto a tutto pasto e ottimo anche per brindare alle belle occasioni della vita. Un bel bere.

Altra novità è il Frappato Rosato Coraline, anche questo prodotto da uve di Contrada Mirto. Una lieve macerazione sulle bucce e una successiva vinificazione in bianco danno vita ad un rosato moderno, da colore rosa tenue. Vino di grande freschezza e pulizia, caratterizzato dalla scia sapida che lo rende il compagno ideale per gli apertivi dell’estate.

Ed infine il grande ritorno del DOC Sicilia Honoris Causa, il rosso importante della cantina. Un rosso complesso e capace di grande longevità nato da uve Nero d’Avola con una piccola parte di Syrah. Affina in acciaio con macerazione sulle bucce per circa 12 giorni e, dopo la malolattica, affina in barriques di rovere francese prevalentemente nuove. Beviamo il 2018. Rosso porpora, profumi di frutta rossa, fiori di rosa e viola, sottobosco e lievi note balsamiche. Una freschezza interessante che lo proietta nel futuro, sicuri che darà il meglio di se negli anni a venire.

Tante le etichette degustate oltre a quelle elencate, Kuè (Insolia e Viogner), Lunario (Grillo), Ammaru (Zibibbo), Naisi (Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon), HER (Perricone), e tutte confermano il grande lavoro fatto dalla famiglia Brugnano. Un lavoro che inizia in vigna e si completa in cantina, un lavoro che è riuscito a dare una identità precisa a tutti i prodotti dell’azienda, un lavoro che inserisce la Cantina Brugnano in un mercato giovane e che guarda al futuro.

Francesco e Giuseppe sono cresciuti nella cantina dell’azienda di famiglia e ora la loro mission è farne un’eccellenza dell’enologia siciliana in Occidente. Maurizio Gandolfo li aiuta come manager e direttore commerciale. Dopo un piano di ristrutturazione aziendale, il 2022 è stato l’anno della ripartenza con obiettivi ambiziosi, con un approccio onesto che parte dal prodotto e una comunicazione sincera. Infatti l’azienda Brugnano e la cantina di Partinico presenta un’immagine completamente nuova, con un logo che, pur non tradendo il passato, lo proietta nella contemporaneità con fluidità e freschezza. Caratteristiche che riscontriamo anche in tutte le etichette dei vini e nel packaging.

Oggi l’azienda si estende su circa 90 ettari vitati in terreni collinari su più appezzamenti, a circa 300-350 metri di altitudine sul livello del mare nella zona dell’Alcamo Doc, nel trapanese. Nel cuore della campagna di Partinico c’è un appezzamento che sfiora i 650 metri di altitudine in contrada Mirto. Nel 2022 sono state prodotte circa 200 mila bottiglie.

Cantina Brugnano
Contrada San Carlo Snc,
SS113 km 305, Partinico, Italy

+39 091 878 3360
info@brugnano.it
www.brugnano.it

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Drink Gusto

Volcano, il gin siciliano che racconta l’Etna, vola a Casa Sanremo Banca Ifis 2023

È Volcano il gin ufficiale di “Casa Sanremo – Banca Ifis” 2023, il primo gin dell’Etna, nato dalla visione di tre giovani di Piedimonte Etneo e Linguaglossa, in provincia di Catania, nel versante nord del vulcano. Sono Stefano Lo Giudice, Alessandro Malfitana e Diego Pollicina, che nel 2018 hanno dato il via al loro sogno, cominciando a muovere i primi passi per una produzione artigianale nel comune di Santa Venerina, all’interno dell’antica distilleria “Cavalier Giuffrida” di Mastro Mariano.

“Dopo il nostro inizio non sono mancate le sfide da affrontare, basti pensare alla pandemia, ma non ci siamo mai scoraggiati. Nel 2022 abbiamo dato tanto, sforzandoci di essere presenti in eventi mirati e dinamici – racconta Alessandro Malfitana -. Il nostro Volcano Gin ha girato un po’ l’Italia da Nord a Sud fino alla fiera artigianale di Milano, che si è conclusa poco tempo fa. Quando ci hanno contattato per proporci di diventare Official Supplier di Casa Sanremo – Banca Ifis un enorme sentimento d’orgoglio ci ha travolto. Per noi è motivo di grande soddisfazione essere accostati alla più importante manifestazione sulla musica italiana. Noi viviamo in un posto unico al mondo, siamo sempre connessi al suono della nostra Mamma Etna. I suoi rumori, il suo sibilare, le sue continue vibrazioni sono frequenze altissime che creano energia. Pensiamo di portare la sua anima nel nostro Gin e quindi anche a Casa Sanremo – Banca Ifis, perfino attraverso quel fiore giallo che ne caratterizza il paesaggio e che è presente nella nostra ricetta: la ginestra, che cresce tra le sciare e le pietre nere del vulcano. La raccogliamo manualmente accanto alle bacche di ginepro e al finocchietto selvatico”.

E così Volcano il gin ufficiale di “Casa Sanremo Banca Ifis” entra nelle zone Food Arena, Garden e Lounge. E diviene protagonista nell’American Bar, dove sarà proposta una drink list creata dal mixologist siciliano Andrea Franzò con le due tipologie prodotte, Volcano Dry e Volcano Rosè. Al Festival di Sanremo va un omaggio particolare con un signature cocktail pensato ad hoc. Un tributo al grande maestro etneo Franco Battiato, che si chiamerà “Essere Speciale”, a base di Gin, Sciroppo ai fiori, Lampone e Cedrata.

“Nella ricetta oltre alla presenza del nostro Volcano Gin e dei limoni siciliani vi è uno sciroppo a base di fiori – spiega Malfitana -, omaggio ad uno dei simboli più importanti della città di Sanremo. Il nome del cocktail è invece dedicato ad un estratto del testo della famosa canzone di Battiato: “La cura”. Perché Essere Speciale? Essere Speciale come il nostro Volcano Gin, concepito per esaltare gli inestimabili pregi della nostra Etna; Essere Speciale come il festival che ogni anno ci regala melodie che diventano eterne; Essere Speciale come la città di Sanremo che ne è il palcoscenico naturale ed insostituibile; Essere Speciale come lo stesso Maestro Franco Battiato che in questo caso rappresenta il nostro personale ponte musicale che dal vulcano ci catapulta in Liguria e che nella sua vita è stato un assoluto gigante.

Le bottiglie in edizione limitata saranno ben visibili nella vetrina musicale con il loro design ricercato e con i loro originali tappi composti da una miscela di sabbia vulcanica. Alcune di esse saranno personalizzate e dipinte a mano dall’artista siciliana Silarosè, per essere omaggiate ai protagonisti della kermesse.

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Cibo Gusto

Osteria il Moro e il nuovo menu 2023 tra tradizione, innovazione, conoscenza e creatività

“Brilla la cucina gourmet a Trapani. Noi ci auguriamo, e auguriamo ai fratelli Bandi, che presto possa brillare anche una stella”.

Esattamente un anno fa scoprivamo questa realtà tutta trapanese e nell’articolo pubblicato dopo quella esperienza enogastronomica concludevamo con le parole appena dette. Nel frattempo i fratelli Nicola ed Enzo Bandi hanno continuato a lavorare, a fare ricerca e innovazione in cucina, e tutto ciò li ha portato ad ottenere importanti riconoscimenti, tra questi la segnalazione nella Guida Michelin 2023. Un riconoscimento importante che valorizza il territorio e porta entusiasmo in una squadra e in una famiglia che con dedizione e amore si dedica a ciò che sa fare meglio: deliziare gli ospiti con una cucina elegante e raffinata.

Osteria il Moro è un ristorante situato nel centro storico di Trapani, aperto sei anni fa dai fratelli Enzo e Nicola Bandi. Il ristorante si è distinto da subito per la proposta di una cucina legata alle radici della tradizione siciliana, in grado di offrire piatti ricchi di gusto e personalità, accompagnati da un servizio attento e da un’interessante selezione di vini, con circa 300 etichette, regionali, nazionali e internazionali. Lo chef Nicola Bandi, autodidatta, si ispira alla tradizione siciliana per creare piatti innovativi utilizzando ingredienti locali e di eccellente qualità, cercando sempre di evitare gli sprechi in cucina.

“Passo tante ore in cucina, a sperimentare, studiare, provare e riprovare. Amo la tradizione ma soprattutto innovare; giorno dopo giorno continuo a sperimentare, al fine di migliorarmi e accrescere il livello della mia cucina”, afferma lo chef Nicola Bandi.

Dobbiamo dire che Nicola Bandi non si è smentito nemmeno questa volta, con il nuovo menu, è ha dato prova di grande abilità e curiosità tra i fornelli. Scopriamo insieme il nuovo menu dell’Osteria Il Moro.

L’entrée di benvenuto è divertente, oltre che buono: pane “cunzatu” che diventa un pomodoro, la caponata nascosta in un cioccolatino, un oliva che diventa liquida, un donuts ricoperto di fonduta di piacentinu ennese, salsa verde di verdura tipica e un croccante di maialino dei Nebrodi. Piccole chicche che anticipano tutta la creatività dello Chef.

Il primo antipasto, carciofo alla carbonella, ci riporta al ricordo della scampagnata. Un carciofo in doppia cottura a bassa temperatura, un croccante al nero di seppia a fare da base, una fonduta di ragusano e la crema gambi di carciofi, il tutto servito dopo una breve affumicatura barbecue che sprigiona tutto il suo profumo una volta aperta la cloche.

Già da questo piatto notiamo l’attenzione al non spreco: i gambi dei carciofi, spesso buttati, diventano invece una favolosa crema che unisce tutti gli ingredienti.

Il secondo antipasto, il polpo in zucca, ha alla base una crema di maggiorana e formaggio di pecora sulla quale è adagiato il polpo in doppio cottura e crema di zucca agrodolce. A guarnire un velo di zucca con semi di zucca tostati e polvere di olive. Un piatto fresco e avvolgente al palato.

Con gli antipasti lo Chef fa sfoggio anche dei suoi lievitati: il pane fatto con lievito madre, farina senatore cappelli e rimacinato, lasciato lievitare per 24 ore; i grissini, leggeri e sottili: il pane sfogliato, una novità, un lievitato soffice e gustosissimo.

Passando ai primi lo Chef Nicola Bandi ci presenta un piatto semplice ma di grande impatto, i tubetti di ricotta, pecorino e pere. Ingredienti poveri e ben equilibrati tra di loro; i tubetti vengono mantecati con crema di pecorino e ricotta, le pere cotte a bassa temperatura, aromatizzate al marsala e spadelliate e alla base una salsa alla cicoria che dona quel tocco di amaro che riequilibra il tutto.

Il secondo primo è la rivisitazione di un tempio della gastronomia siciliana: la pasta con le sarde. Qui lo Chef rivisita la ricetta siciliana creando un raviolo al plin con un ripieno di sugo alle sarde ristretto, guarniti con un pralinato di pinoli, pezzetti si sarda marinata e affumicata e una mollica aromatizzata al finocchietto. Un grande primo, una rivisitazione ben riuscita.

Con i secondi lo Chef ci stupisce con una ombrina e con la lingua di vitello.

L’ombrina appena scottata è servita su una crema di cicoria accompagnata dalla bagna cauda che da sapidità e dalle cime di cicoria. Un pesce semplice valorizzato con il sapiente uso di ingredienti e preparazioni dal sapore deciso. 

La lingua al cioccolato, ricetta antichissima che lo chef è andato a scovare, prevede una preparazione lunga e meticolosa: la lingua viene cotta per oltre 16 ore a bassa temperatura e accompagnata ad una salsa al cioccolato fondente agrodolce. Completano le fava di cacao e il pak choi, verdure con tendenza amara di origine cinese.

Notiamo con piacere come la tradizione viene reinterpretata non solo con ingredienti del territorio ma anche con una ricerca continua di gusti e sapori che arrivano da lontano, creando così un mix vincente di gusto e bontà.

Concludiamo il pranzo con pane e panelle, non il classico street food palermitano, ma un dolce: crumble ai ceci, insalatina di ceci, gelato ai ceci, gel al lime, sale, pepe e scorza di limone. E il pane? Una mini brioche calda che il commensale può riempire a suo piacimento e ricostruire così il pane e panelle. Un’idea simpatica ma soprattutto originale e gustosa.

Non da meno sono stati gli abbinamenti con i vini proposta da Enzo Bandi, perfetto padrone di casa e Maître che con il suo staff non ha fatto mancare le giuste attenzioni in sala.

Spumante Metodo Classico Brut Foderà vendemmia 2015. Questo spumante prodotto a Marsala con uve Grillo è stato abbinato al benvenuto dello Chef. Perlage fine e persistente. Intenso al naso con sentori di agrumi e crosta di pane. Spiccata acidità e sapidità al palato.

Con gli antipasti e i primi viene servito un Terre Siciliane Igp Catarratto 2021 di Nino Barraco, noto vigneron marsalese. Intenso e persistente con note di agrumi e frutta gialla. Elegante nel finale. Un vino di grande espressione territoriale che ben si abbina ai piatti proposti. Particolarmente piacevole con il polpo in zucca.

Il Salina Bianco Igt Bianco V 2020 Eolia viene abbinato all’ombrina. Le note fruttate, la foglia del cappero, la pietra focaia volgono verso sentori salmastri e balsamici. Al palato è ampio, lungo. Un vino dal carattere deciso.

La lingua al cioccolato viene servita in abbinamento al Doc Etna Rosso Milice Rosso 2016 Cantine di Nessuno. Un rosso rubino vivo, intenso e complesso al naso dove si accavallano profumi di frutti rossi e minerali, spezie e frutta secca. Morbido e fresco, dal tannino elegante e vellutato. Un grande vino e un buon abbinamento.

Per finire, con il dolce viene servito un Passito di Malvasia delle Lipari Doc La Rosa Bianca 2021. La frutta candita fa da padrona nel bouquet di questo vino, accompagnate da tracce di mineralità e da spezie dolci. Fresco, sapido e di buona persistenza.

Una nota particolare la meritano anche i panettoni dello Chef Nicola Bandi. Un amore per i lievitati che lo ha portato ad iniziare, già 4 anni fa, una piccola produzione di panettoni artigianali. Quest’anno le versioni sono due, classico e cioccolato. 30 ore di lievitazione per un mix di ingredienti di alta qualità: farine siciliane, uvetta e arancia candita per il classico, ai quali si aggiungono un fondente al 75% e le fave di cacao nella versione al cioccolato.

Le nostre impressioni su questa ormai nota sosta di gusto non possono che essere positive: una continua ricerca sta portando lo Chef Nicola Bandi a percorrere una strada impervia e difficile, ma non per questo egli si sente scoraggiato. Tuttalpiù ogni volta riesce a spingersi oltre, e questa voglia di oltrepassare i limiti lo porta a scoprire nuovi orizzonti pieni di luce e profumi, colori e sapori, forme e gusti. Ingredienti che suonano all’unisono e creano quella melodia che nasce unendo tradizione, innovazione, conoscenza e creatività.

Osteria il Moro
Via Garibaldi, 86
91100 Trapani
Centro Storico

+39 0923 23194
info@osteriailmoro.it

www.osteriailmoro.it

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Gusto Vino

Il Terre Siciliane Kuè 2021 di Brugnano conquista il riconoscimento di vino “Fuori di Top” nella classifica dei migliori vini d’Italia selezionati dalla Guida Golosaria 2023

Kuè 2021 di Brugnano, Terre Siciliane da uve Insolia e Viognier convince Paolo Massabrio e Marco Gatti, curatori della Guida Golosaria. Si affianca così ai 100 Vini Top Hundred 2022 come “Fuori di Top”, cioè come vino di una cantina, per lo più piccola, con vini eccellenti scoperti a chiusura della selezione effettuata con le degustazioni collettive composte da 5 valutatori; rientra tra i 40 vini promossi direttamente dai curatori della Guida senza passare dalle degustazioni plenarie.

“Siamo grati per questo riconoscimento – affermano i fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano -. La nostra cantina è una realtà giovane e crediamo nelle nostre potenzialità. Siamo quindi felici del buon risultato di uno dei nostri vini più amati dai consumatori, che nasce nelle nostre vigne in Contrada Mirto, nel territorio di Partinico a circa 450 metri s.l.m.”.

Oggi l’azienda Brugnano si estende su circa 90 ettari vitati in terreni collinari su più appezzamenti, a circa 300 – 350 metri di altitudine sul livello del mare nella zona dell’Alcamo Doc, verso Trapani. In mezzo, il cuore della campagna di Partinico e un appezzamento che sfiora i 500 metri di altitudine in contrada Mirto. Le bottiglie in produzione nel 2022 saranno 200 mila ma l’obiettivo aziendale è molto più ambizioso perché si mira al raggiungimento delle 400 mila bottiglie nel 2024.

Dal rilancio aziendale, con la guida dei due giovani fratelli Brugnano, insieme al direttore commerciale Maurizio Gandolfo, sono state mantenute alcune storiche referenze, a cui ne sono state aggiunte altre, per un totale di 17 etichette. Il Kuè 2021 Terre Siciliane è un bianco che nasce da un blend di Insolia (75%) e Viognier (25%). Al naso mostra note di frutta tropicale ed esotica, con profumi di erbe aromatiche come timo e rosmarino. In bocca il sorso è fresco, dinamico e sapido.

www.brugnano.it

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Focus On News Vino

Sicilia in Bolle ottava edizione, ad Agrigento dal 24 al 26 settembre

Torna l’attesa manifestazione dedicata alla spumantistica siciliana: dal 24 al 26 in provincia di Agrigento è tempo di “Sicilia in bolle”, la rassegna dei vini spumanti dell’Associazione Italiana Sommelier Sicilia

Una panoramica completa di stili e tipologie, i vini spumanti di Sicilia si incontrano a Sicilia in bolle, la rassegna dedicata alla spumantistica siciliana organizzata dalla delegazione Agrigento-Caltanissetta dell’Associazione Italiana Sommelier Sicilia.

La manifestazione giunta all’ottava edizione coincide quest’anno anche con la prima uscita ufficiale da Presidente Regionale per Francesco Baldacchino, già alla guida della delegazione locale da 8 anni e che lo scorso Giugno ha raccolto il testimone di massima carica isolana dall’uscente Camillo Privitera, transitato al Consiglio Nazionale dell’AIS.

«La formula è quella già rodata nel tempo che però si arricchisce di produzioni e testimonianze – anticipa Baldacchino – la Sicilia vanta oggi una pluralità stilistica che si accompagna ad un know how non indifferente, tutto ciò esprime un valore che viene percepito dall’utenza finale: “Sicilia in bolle” è l’occasione per scoprire queste sfumature entrando in contatto diretto con i produttori».

Di attesa e aspettativa, ma anche di perlage e affinamenti sui lieviti, di rivelazioni ed anteprime. A “Sicilia in bolle” si parlerà di tutte le complesse tematiche legate al Metodo Classico e non solo, grazie ad un ricco programma di masterclass diversificate che indagheranno varie sfaccettature della spumantistica: la declinazione al femminile, i rifermentati e gli ancestrali, le annate nel tempo.

Ampio spazio alle cantine siciliane che per l’edizione in arrivo troveranno un partner d’ eccezione. L’ areale scelto quest’ anno per creare uno stimolante parallelo degustativo è la Champagne, culla delle bollicine per definizione, presente ai banchi d’assaggio con numerose etichette e con un suggestivo winetasting guidato.

Si inizia sabato 24 Settembre a Porto Empedocle (AG) con uno sguardo d’insieme ed un dialogo a più voci con la componente siciliana dell’Associazione Donne del Vino.

Si prosegue domenica 25 con le masterclass e i banchi di degustazione nella terrazza più affascinante di Realmonte (AG), l’affaccio privilegiato sulla bianchissima costa di Scala dei Turchi del Madison ospiterà in serata la Cena di Gala con il fine dining a cura dello Chef Salvatore Gambuzza coadiuvato dallo chef resident Alfonso Zambuto e la sua brigata, un momento che sarà anche l’occasione per celebrare l’assegnazione del premio Alberto Gino Grillo, il riconoscimento che tradizionalmente accompagna la manifestazione e che individua le case spumantistiche siciliane che si sono distinte nell’ultimo periodo.

Gran finale il 26 settembre con i banchi d’assaggio e le ultime masterclass, la giornata culminerà nel party conclusivo dell’evento.

Il programma completo e dettagli sui ticket d’ingresso: www.siciliainbolle.it

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Gusto Vino

Il vino dell’Etna affinerà in fondo al mare, nell’area marina protetta, isola dei Ciclopi

La start-up innovativa Orygini conduce il primo studio di ricerca sull’evoluzione dell’affinamento sottomarino del vino etneo, in collaborazione con l’Università degli studi di Catania.

Pioniere della sperimentazione le aziende vinicole Benanti e Passopisciaro (vini Franchetti). In affinamento, sott’acqua, anche un distillato: Volcano Gin. La conferenza stampa di presentazione giovedì 14 luglio ore 18.30 a Palazzo Biscari a Catania

Per la prima volta nella storia dell’enologia etnea, i vini dell’Etna scendono ad una profondità di circa 50 metri sotto il livello del mare, nell’area marina protetta, Isola dei Ciclopi, per sperimentare l’affinamento sottomarino, insieme ad un gin, il primo dell’Etna. E, in chiave inedita, la sperimentazione esaminerà l’evoluzione dei vini in affinamento durante, e non dopo, la loro permanenza sott’acqua, attraverso l’analisi di campioni prelevati da sommozzatori specializzati (operatori tecnici subacquei – OTS) che scenderanno nelle profondità del mare, mese dopo mese. La ricerca sperimentale prende il via dalla start-up innovativa Orygini, fondata da tre giovani amici, Giuseppe Leone, Riccardo Peligra e Luca Catania, che hanno finanziato il progetto, ottenendo la fiducia e il supporto di due delle cantine più rappresentative della rinascita del vino etneo di qualità: la cantina Benanti fondata dal cavaliere Giuseppe Benanti e oggi gestita dai figli Antonio e Salvino, e la cantina Passopisciaro, fondata dal produttore toscano, recentemente scomparso, Andrea Franchetti, e oggi guidata dal figlio Benjamin Franchetti. Saranno affinate complessivamente 2.000 bottiglie di Etna Doc Rosso ed Etna doc Bianco. Con esse, anche l’affinamento di un distillato, il primo gin dell’Etna, Volcano Gin (200 bottiglie).

La presentazione del progetto si terrà durante la conferenza stampa giovedì 14 luglio 2022 alle ore 18.30 a Palazzo Biscari a Catania. Interverranno i fondatori di Orygini, i rappresentanti titolari delle cantine che hanno scommesso sul metodo di affinamento sottomarino, la professoressa Elena Arena, del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, Riccardo Strada, direttore dell’Area Marina Protetta Isole Ciclopi.

Le bottiglie saranno immerse nella zona B dell’area marina protetta Isola dei Ciclopi ad una profondità di circa 50 metri all’interno di gabbie metalliche, create ad hoc. I vini affineranno per circa sei mesi e l’analisi dei ‘campioni marini’ sarà effettuata parallelamente, sui medesimi parametri, rispetto all’analisi dei campioni soggetti al processo di cantinamento tradizionale, in terra ferma. Si tratta del primo studio al mondo su come evolvono nel tempo i vini sott’acqua. La mappatura completa permetterà di capire in che maniera la pressione, il buio totale, l’assenza di suoni, la temperatura costante, l’assenza di rumore cambiano il vino. Mese dopo mese i campioni di vino prelevati dal fondo del mare verranno trasportati in condizioni di temperatura controllata verso i laboratori dell’Università per un’approfondita analisi dei dati chimici. Saranno monitorati 14 diversi parametri tra vini rossi e bianchi. Per ognuno di essi si analizzerà la variazione nel tempo dei vini immersi e delle bottiglie gemelle in affinamento tradizionale. In questo modo si otterrà uno studio scientifico, che metterà in evidenza gli effetti specifici delle profondità marine sul vino.

Oggi i vini vengono invecchiati sott’acqua in Francia, Italia, Grecia, Spagna, Stati Uniti, Cile, Sudafrica, Australia e diversi altri paesi. Il numero totale di cantine che affina con vini sott’acqua è estremamente esiguo. Gli studi attuali sono per lo più basati sull’analisi chimica pre e post immersione. Non risultano, ad oggi, pubblicazioni scientifiche divulgate sugli effetti dell’affinamento sottomarino nel suo divenire; elemento fondamentale quest’ultimo per sviluppare dei modelli affidabili, che possano essere utilizzati dai tecnici del settore vinicolo come linee guida per accompagnare vini e distillati al risultato desiderato, senza che sia affidato al caso.

Importante infine è l’impatto positivo sulla sostenibilità ambientale. Il cantinamento in mare favorisce il risparmio energetico perché crea un ambiente naturalmente refrigerato per le bottiglie. Non è, quindi, necessario regolare la temperatura e l’umidità con climatizzatori, né creare cantine isolate termicamente, con un notevole risparmio energetico e logistico. Secondo uno studio di Life Cycle Engineering, nella fase di cantinamento per ogni bottiglia da 0,75cl vengono consumati circa 0,68 kg di CO2.
Grazie alle temperature ideali e costanti dei fondali a 50 metri sotto il livello del mare, si risparmierebbero quindi circa 68 Kg di CO2 per 1000 bottiglie immerse. Si ipotizza infine un’accelerazione dei tempi di maturazione e, se così fosse, il risvolto sarebbe di notevole impatto economico per il mercato dei vini etnei, vini di nicchia che hanno bisogno di molto tempo prima di essere immessi sul mercato mondiale.

“Con Oryrini riportiamo il vino dell’Etna alle sue origini – affermano i tre fondatori del marchio -. Il vulcano Etna è infatti un vulcano di origini marine. Si è formato nell’era Quaternaria, periodo preistorico in cui la Piana di Catania non esisteva ed era occupata da un largo golfo. Solo a seguito di grandi eruzioni marine, il golfo si è colmato fino a formare il basamento del vulcano, che eruzione dopo eruzione ha raggiunto una vetta di 3.290 metri. Il logo Orygini è un simbolo ancestrale, circolare, simboleggia l’evoluzione della circolarità della vita; la parte incava rappresenta il ventre della terra e lo stesso mare. Ogni bottiglia affinata in mare avrà un packaging dedicato in co-marketing con l’azienda”. La vita di ciascuna bottiglia sarà monitorata e registrata digitalmente con la tecnologia blockchain, che traccerà la sua carta di identità digitale. Il numero di serie racconterà ogni cosa, dalla data di vendemmia e di raccolta delle uve in poi. Queste bottiglie avranno naturalmente la peculiarità di essere non riproducibili, scolpite dalle conchiglie e dai crostacei marini, bottiglie da collezione.

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Gusto Vino

Arancino, l’orange wine di Caruso e Minini

Il bianco macerato di Caruso e Minini, presentato da pochi mesi ai consumatori, è già un successo. Lo abbiamo provato al Vinitaly 2022. Scopriamolo insieme.

Da oltre tre generazioni la famiglia Caruso produce vini nel territorio trapanese grazie ai vigneti che si estendono per oltre 120 ettari nelle città di Marsala, Salemi e Mazara del Vallo. Vitigni autoctoni e internazionali: dal grillo allo chardonnay, dal nero d’avola al cabernet sauvignon e molti altri ancora. Con la terza generazione arriva la famiglia Minini che apporta all’azienda il proprio know how sulla commercializzazione del prodotto

La cantina ha sede a Marsala in un antico baglio del 1900, completamente ristrutturato e ideato anche per accogliere turisti e appassionati del vino. Infatti è anche possibile prenotare una visita con degustazione dei vini dell’azienda accompagnati a tipiche preparazioni del posto.

E tra le tante etichette potrete gustare anche Arancino, un orange wine da poco introdotto tra i prodotti dell’azienda.

Questo vino nasce da un blend di uve bianche. Dopo la raccolta le uve vengono portate in cantina dove parte la fermentazione spontanea grazie ai lieviti indigeni. Durante la fermentazione le bucce vengono lasciate a macerare nel mosto per circa 20 giorni, questo conferisce al vino il tipico colore tendente all’arancio ma anche struttura e aromi. Dopo la macerazione il vino viene fatto affinare per circa 4 mesi in acciaio per poi essere messo in bottiglia.

Al calice il vino si presenta vivo e luminoso, con un bel colore giallo dorato tendente all’ambra. Il bouquet è floreale e fruttato, con note erbacee che ricordano la macchia mediterranea. Al palato è fresco, sapido, presenta una leggera trama tannica. Un vino di buona bevibilità adatto ad accompagnare piatti a base di crostacei, ma anche carni bianche e formaggi erborinati.

Caruso e Minini
Via Salemi, 3
Marsala · TP

www.carusoeminini.com