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Camporeale Days, i prodotti enogastronomici dell'Alto Belice in mostra dal 5 al 7 ottobre

Giunta alla sua V Edizione, torna Camporeale Days, la manifestazione organizzata dall’Associazione Turistica Pro Loco Camporeale, con il patrocinio del Comune.

La manifestazione nasce per valorizzare e promuovere le risorse enogastronomiche, artistiche, artigianali e turistiche della zona.

Un programma fitto di visite guidate, degustazioni, workshop, cooking show, che andranno in scena da Venerdì 5 a Domenica 7 ottobre, ed alle quali si alterneranno una mostra di moto e auto d’epoca, spettacoli di musica dal vivo e numerose altre iniziative.

Camporeale Days è rivolta a tutti coloro i quali siano alla ricerca di produzioni agroalimentari e artigianali di nicchia, agli appassionati del turismo sostenibile e dei metodi di produzione tradizionali, biologici e salutari, a giornalisti e operatori del settore.

Nel villaggio espositivo allestito lungo il corso principale del paese e all’interno del Baglio del Palazzo del Principe, si potranno degustare vini e altri prodotti gastronomici.

I momenti clou della manifestazione saranno:

  • l’approfondimento tematico dei workshop
  • visite guidate alle aziende con bus navetta
  • degustazione e vendita di vini e prodotti tipici
  • mostre di prodotti artigianali
  • visite guidate ad alcuni dei monumenti e palazzi più importanti del paese come il Palazzo del Principe, il Museo Camporeale e il Santuario della Madonna dei Peccatori.

E ancora mostre di auto e moto d’epoca, spettacoli di musica dal vivo e la Motocavalcata dell’Alto Belice prevista per domenica 7 ottobre e organizzata dall’Associazione “Camporeale in moto”, con un percorso di circa 45 Km di difficoltà soft, media e hard.

Venerdì 5 ottobre, alle 11.30, a Camporeale sarà presentata l’Enoteca “Del Baglio” che l’Amministrazione comunale ha concesso in comodato d’uso per la gestione all’Associazione Turistica Pro Loco Camporeale e che diventerà Ufficio di Informazione e Accoglienza ai turisti riconosciuto dall’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo e si occuperà di promuovere e valorizzare lungo tutto l’arco dell’anno le produzioni enologiche ed agroalimentari del territorio dell’Alto Belice.

Il programma completo della manifestazione è consultabile sul sito www.camporealeday.it

Immagini: Camporeale Days
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21° edizione del Cous Cous Fest dal 21 al 30 settembre

E’ all’insegna dello slogan “Emozioni unite” la prossima edizione del Cous Cous Fest, il Festival internazionale dell’integrazione culturale, che torna per il 21\esimo anno a San Vito Lo Capo (Trapani) dal 21 al 30 settembre.

L’evento promuove un confronto tra paesi dell’area euro-mediterranea e non solo, prendendo spunto dal cous cous, piatto semplice, simbolo di meticciato e contaminazione. Saranno dieci giorni di appuntamenti tra sfide di cucina italiane e internazionali, cooking show con stelle della cucina italiana, degustazioni, talk show, concerti e spettacoli.

“Il Cous Cous Fest – ha detto il sindaco di San Vito Lo Capo, Giuseppe Peraino – è un appuntamento dalla lunga tradizione, ultra ventennale, l’evento di punta del territorio che porta il nome di San Vito Lo Capo nel mondo. Anche quest’anno la nostra cittadina ospiterà chef internazionali, grandi ospiti e artisti per una festa all’insegna del gusto, del divertimento e del confronto tra culture”.

Tra gli ospiti della rassegna arrivano Giorgione da Gambero Rosso Channel, Sergio Barzetti, presenza fissa della Prova del cuoco, l’oste e cuoco siciliano Filippo La Mantia e Antonio Lamberto Martino, volto noto di Bake Off Italia, ma anche il simpatico Andy Luotto, il tre stelle Michelin Norbert NiederkoflerPino CuttaiaRenato Ardovino, protagonista della trasmissione “Le torte di Renato”, mentre l’appuntamento dedicato ai più piccoli è quello con la foodblogger Chiara Maci che insegnerà a cucinare il cous cous ai baby chef.

Completo anche il palinsesto del Cous Cous Live Show, il calendario degli spettacoli, tutti  gratuiti, ad eccezione del concerto di Ermal Meta, in programma venerdì 28 settembre (ticket 17,50 euro inclusi diritti di prevendita su Ticketone, Circuito BOX Office Sicilia, Ctbox  e Ciao Tickets).

Si comincia già alla grande venerdì 21 settembre con il concerto del gruppo delle VibrazioniSabato 22 settembre sul palco arriva la trapanese Carmen Ferreri, in arte Carmen, secondo posto lo sorso anno ad Amici di Maria De Filippi.  Domenica 23 settembre il palco è di Beppe Grillo, istrionico protagonista dell’esilarante spettacolo Insomnia (ora dormo!).

Lunedì 24 settembre è il turno di Fanfara Station, il progetto musicale firmato dal cantautore tunisino Marzouk Majri, dal trombettista statunitense Charles Ferris e dal dj e produttore Marco Dalmasso aka Ghiaccioli e Branzini. Martedì 25 settembre arriva a San Vito Lo Capo Alsarah e the Nubatones. Mercoledì 26 settembre è il turno di Gemitaiz, il fenomeno del rap italiano con il suo “Paradise Lost tour”. Giovedì 27 settembre fa tappa a San Vito Lo Capo il Summer Tour dei The Kolors.

Venerdì 28 settembre sul palco in spiaggia arriva il trionfatore di Sanremo 2018, Ermal Meta, con il tour estivo italiano “Non abbiamo armi- Live!” che prende il nome dall’ultimo album dell’artista mentre sul palco in piazza Santuario si esibiscono i Camera a sud, quattro musicisti siciliani appassionati di swing e rock ‘n roll che propongono classici italiani anni ’30,’40 e ’50.

Sabato 29 settembre sul palco Akua Naru, un’artista poliedrica la cui musica mette al centro la poesia in un sapiente mix di jazz, blues e hip hop.  Domenica 30 settembre si ride con il duo di comici palermitani Matranga e Minafò in “Altrimenti ci aggalliamo”, con la partecipazione di Massimo Salici e del dj Luca De Paoli.

Il programma completo della rassegna si trova su www.couscousfest.it 

Ufficio Stampa Cous Cous Fest
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Un week-end per scoprire la Franciacorta

Giunto alla sua nona edizione, torna il Festival Franciacorta in Cantina nei giorni 15 e 16 settembre 2018.

I visitatori avranno la possibilità di conoscere la Franciacorta percorrendo la Strada del Franciacorta con i suoi castelli e monasteri, attraverso i moltissimi eventi organizzati dalle cantine.
Un week end per tutti. Le cantine di Franciacorta daranno vita ad un fine settimana originale e ricco di iniziative da non perdere.

La prenotazione delle visite è obbligatoria contattando direttamente le cantine. Le cantine saranno aperte, salvo diverse indicazioni, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00.

Per informazioni info@festivalfranciacorta.it

Immagini: Festival Franciacorta
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Enologica Montefalco, a tavola con il Sagrantino nell'anno del cibo italiano

Prende il via oggi (14 settembre) Enologica Montefalco, il più importante festival sul Sagrantino dedicato a winelovers e che si terrà nel piccolo comune umbro di Montefalco.

La manifestazione, organizzata dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, dal Comune di Montefalco e dall’Associazione Strada del Sagrantino, torna dal 14 al 16 settembre 2018.

Quella di quest’anno è la 39esima edizione e, nell’anno del cibo italiano, Enologica Montefalco è incentrata sul tema food, offrendo ai suoi visitatori un programma intrigante e variegato, pensato per regalare un viaggio senza uguali tra le eccellenze enogastronomiche, ma non solo, di questa terra.

Tre giorni tra degustazioni con la partecipazione di 30 cantine che offriranno degustazioni guidate. “A tavola con il Sagrantino” è il tema di quest’anno e quindi non mancheranno cooking show, degustazioni di prodotti gastronomici del territorio, laboratori del gusto anche per i più piccoli e le loro famiglie per imparare alcuni piatti della tradizione umbra e incontri sull’abbinamento cibo-vino.
Inoltre, Enologica Montefalco offrirà ai visitatori anche mostre d’arte, musica dal vivo, tour per conoscere più da vicino Montefalco e le meraviglie che la circondano, convegni e dibattiti.

Tanti gli eventi e le degustazioni anche nelle cantine aderenti ad Enologica Montefalco, mentre nei ristoranti si possono gustare piatti ad hoc in cui l’ingrediente principale è il Montefalco Sagrantino DOCG.

Il Sagrantino

Il sagrantino è un vitigno autoctono, tipico della zona di Montefalco, con un rilevante contenuto in tannini, ma anche in zuccheri e altre sostanze estrattive. Inoltre, la buccia dell’acino è particolarmente coriacea e dà la possibilità, nel tempo, di concentrare tutte le sostanze senza marcire, rendendo questo vitigno molto adatto all’appassimento.

Montefalco Sagrantino DOCG

Il Montefalco Sagrantino si presenta con uno splendido colore rosso rubino profondo con riflessi granato, che sfumano verso l’aranciato con l’affinamento. Il profumo è intenso e complesso, con sentori di mora, prugna, vaniglia, spezie e cuoio, l’assaggio è elegante, strutturato e di grande personalità.

Apprezzabile anche dopo 10-15 anni di evoluzione, questo vino può essere degustato in solitudine o accanto, per esempio, a palombacce in salmì, porchetta al finocchio, polpette all’umbra, arrosti al tartufo nero, beccacce alla norcina e formaggi stagionati.

Nella versione Montefalco Sagrantino Passito risalta ancora di più il corredo odoroso, con accenti di confettura di frutta, frutti di bosco, frutta secca e spezie. L’assaggio chiude con un piacevole finale ammandorlato, che si sposa alla perfezione con pasticcini secchi arricchiti con frutta candita, nocciole e mandorle, dolci al cioccolato e torta di formaggio pasquale.

Per informazioni sul programma completo visita il sito www.enologicamontefalco.it

Immagine: Enologica Montefalco
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Cookin’Med, il progetto di Pino Cuttaia per valorizzare e salvaguardare il Mediterraneo e le sue risorse

Gastronomia, Mar Mediterraneo e ambiente: sono questi i tre punti cardini del progetto Cookin’Med ideato dallo chef siciliano Pino Cuttaia, due stelle Michelin, proprietario del ristorante “La Madia” a Licata.

“Il Mediterraneo per noi cuochi è come un orto e il pesce pescato il nostro raccolto. L’ingrediente indispensabile della mia cucina. Delle tradizioni e della cultura gastronomica che porto avanti. Per questo tutelare il Mare Nostrum da sfruttamento e inquinamento, ma anche valorizzarlo, sono delle sfide necessarie, per me e per tutti gli altri cuochi costieri, dalla Grecia alla Croazia, dalla Sicilia alla Spagna” Questo è il pensiero dello chef Pino Cuttaia sul progetto Cookin’Med.

Un laboratorio di ricerca permanente sulla gastronomia dei Paesi del Mediterraneo, un “luogo” dove far nascere e sviluppare idee che siano di salvaguardia e di tutela della biodiversità.
“L’dea di Cookin’Med è nata da una chiacchierata con Nobert Niederkofler (ristorante St. Hubertus in Alta Badia, tre stelle Michelin, ideatore di Care’s, festival della cucina etica) dice Pino Cuttaia.
Due cuochi di frontiera, entrambi sensibili ai temi della salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità.

Ed è proprio sull’ambiente che il progetto Cookin’Med vuole essere un luogo di confronto su tematiche quali la sostenibilità, la lotta all’inquinamento marino, la stagionalità della pesca, la valorizzazione dei pesci poveri. Il tutto con al centro il Mediterraneo ed i Paesi che vi si affacciano.

Ovviamente il filo conduttore di Cookin’Med sarà il cibo.

“In un mondo in cui molte cose ci dividono, la cucina oggi più che mai può unire, portando intorno a un tavolo gente diversa per formazione, cultura e tradizioni ma che ha la volontà di confrontarsi, perché oggi non possiamo più farne a meno” continua lo chef Cuttaia.

Il progetto Cookin’Med è aperto a tutti: scienziati, sociologi, nutrizionisti, artisti, intellettuali, produttori e chef del mare. Ed infatti ad affiancare Pino Cuttaia in questo progetto ci saranno tra gli altri gli chef Nobert Niederkofler, Moreno Cedroni, Martina Caruso, Andrea Sarri, Maksut Askar, Jonathan Vassallo e tanti altri.

La prima edizione di Cookin’Med si svolgerà ad Agrigento nel 2019, ma già a fine settembre 2018 inizieranno i lavori per avviare i progetti culturali e culinari.

Si parlerà di sostenibilità e lo si farà dando voce ai produttori, come quelli dei vari presidi Slow Food. Ma verrà preso anche un impegno concreto. Lo chef Pino Cuttaia pensa ad un Manifesto degli chef del Mediterraneo nel quale far confluire le riflessioni che verrano fuori nel corso di Cookin’Med.

Incontri, show cooking, spettacoli. Ma anche confronti e impegni con le nuove generazioni che saranno coinvolti grazie alla collaborazione con Unimed, l’Unione delle Università del Mediterraneo.

Per maggiori approfondimenti sul progetto Cookin’Med potete visitare il sito web www.cookin-med.com

Foto: Pino Cuttaia, La Madia | Cookin’Med
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Come riconoscere al meglio un buon calice di vino. Aspetto e colore.

Una bella cena in compagnia di amici è sempre l’occasione buona per mangiare ottime pietanze e assaggiare buoni vini e trascorrere così delle belle serate all’insegna dell’allegria e della convivialità.
Si mangia, si beve e si parla. E di cosa si parla? Di cibo, ovviamente. E anche di vino.

Eh si, è proprio così. Parliamo di cibo soprattutto quando siamo davanti alle nostre pietanze, parliamo di vino ogni volta che facciamo roteare vorticosamente il nettare di bacco nei nostri calici.

Ora, se sul cibo tutti noi abbiamo la nostra dire, soprattutto nel caso in cui si parla di ricette della tradizione, non fosse altro per non far torto alle nostre nonne, cosa diversa e quando si parla di vino.

Non tutti siamo appassionati o tecnici del vino, eppure malgrado ciò qualcosa da qualche parte l’abbiamo sentita dire. Ecco quindi sentire i discorsi sul colore, sugli archetti, sul gusto, meno sui profumi (effettivamente sono quelli più difficili da decifrare).

Ma come è possibile riconoscere al meglio un buon calice di vino?

Storia, passione, emozioni, sensazioni, profumi, territorio: il vino è tutto questo e altro ancora. Ma per cogliere a pieno tutte queste sfaccettature in un calice di vino non basta amarlo o esserne un appassionato, anche se ciò è indispensabile.

Se le conoscenze tecniche di viticoltura e di enologia sono senza dubbio un’ottima base che ogni appassionato farebbe bene a conoscere, è anche indispensabile avere praticità con quelle che sono le tecniche di degustazione di un vino.

Imparare a degustare significa assaggiare il vino con attenzione, saperne cogliere le sensazioni e quindi darne una valutazione quanto più oggettiva possibile.

Ho pensato allora di scrivere alcuni post “pratici”, dove cercherò di darvi alcuni consigli e suggerimenti su alcune tecniche per una quanto più corretta degustazione del vino.

A volta capiterà di trovare qualche termine tecnico, per questo ho pensato anche di creare un glossario dei termini del vino che di volta in volta verrà aggiornato.

Cominciamo dall’aspetto più ovvio, ovvero “come si presenta il vino ai nostri occhi?”. Vediamo un po’ come riconoscere qualità e difetti di un vino già alla sola vista.

Aspetto e Colore.

La prima fase della degustazione è quella visiva. L’aspetto e il colore di un vino sono in grado di fornirci alcuni indizi sulla tipologia del vino, la sua composizione e la sua evoluzione.
Basta uno sguardo, ma bisogna darlo con attenzione, già nel momento in cui il vino viene versato nel calice.

Le prime domande che dobbiamo porci davanti ad un calice di vino sono: è limpido? Ci sono delle particelle in sospensione? La limpidezza di un vino, dovuta appunto all’assenza di particelle in sospensione, è sintomo di buon stato di salute del vino. Questa valutazione può essere ostacolata dalla scarsa trasparenza di un vino, soprattutto nei vini rossi. In questi casi dovremmo cercare di orientare il calice in maniera tale da osservarlo da diverse luminosità.

La presenza di particelle in sospensione nel vino è dovuta a tecniche di cantina sbagliate e filtrazioni non corrette, o quanto meno discutibili, e nella maggior parte dei casi rendono l’assaggio del vino poco emozionate.

Ci sono però delle eccezioni. Molti vini, tra l’altro anche noti e importati, dopo un lungo affinamento in bottiglia presentano sul fondo un residuo solido. Al momento del servizio qualche particella può finire nel calice, ma non per questo la valutazione della qualità del vino deve risultare compromessa.

Altro caso è quello in cui i vini vengono imbottigliati con i propri lieviti, per concludere la fermentazione in bottiglia. Non sto parlando degli spumanti, nei quali con la sboccatura questi lieviti fuoriescono. Bensì di vini ancestrali, o di alcuni vini non filtrati. Ma può succedere anche in alcuni vini biologici o biodinamici. In questi casi la presenza di particelle in sospensione può essere accettabile.

Ricordandoci sempre che ogni vino va valutato in base alla tipologia alla quale appartiene possiamo dire che: un vino velato, opalescente e torbido non è mai accettato, un vino abbastanza limpido può essere normale, un vino limpido non presenta mai particelle in sospensione.

Oltre alla limpidezza, in un calice di vino osserveremo il colore. Dato dai polifenoli presenti nelle uve, il colore è un elemento importante nella valutazione visiva di un vino. Esso ci da informazioni circa il carattere e la tipologia di vino che abbiamo di fronte e ci permette di verificare la corrispondenza del vino con la sua tipologia.

Per fare un esempio, un vino rosso giovane potrebbe presentarsi di un bel rosso rubino con riflessi porpora, mentre un vino invecchiato di 10 anni potrebbe presentarsi di un rosso granato con riflessi aranciati. In questi caso l’intensità (ovvero il colore che il vino presenta nella parte centrale) è un chiaro riferimento alla tipologia del vino, mentre la tonalità (le sfumature) testimoniano la sua evoluzione.

Per osservare bene il colore di un vino è bene inclinare leggermente il calice e, se possibile, avere sotto un fondo bianco o chiaro.

Sul colore tornerò più avanti perché in realtà le sfumature che possiamo osservare nel vino sono diverse, e a questi colori dedicherò a breve un post a parte.

Se colori e sfumature ci danno le prime informazioni sulla tipologia di vino, la vivacità del colore ci dice quanto di buono è stato fatto in vigna e in cantina. Un giallo dorato, solare e lucente, può avere la stessa valenza qualitativa di un giallo paglierino con riflessi verdolini. Il primo sarà un bianco importante, il secondo un bianco giovane e fresco, ma in entrambi i casi ciò che conta è la vivacità del colore. Se il colore di un vino è spento quasi sicuramente saremo di fronte ad un vino vecchio e che non sarà in grado di regalarci grandi emozioni.

Altre caratteristiche importanti nella valutazione del colore del vino sono l’intensità e la tonalità. Mentre l’intensità dipende dalla quantità di pigmenti presenti nel vino e ci danno informazioni circa l’ambiente pedoclimatico, il vitigno e la vinificazione, la tonalità dipende dal tipo di pigmenti presenti nel vino e questo ci permette di riconoscere quasi sicuramente lo stato evolutivo del vino.

Limpidezza e colore ci hanno già dato importanti informazioni sul vino che stiamo degustando. Ma un’altra caratteristica da valutare, nei vini fermi e leggermente frizzanti, è la consistenza.
La consistenza ci permette di capire quanto alcol etilico è presente nel vino e quindi poter verificare la giusta corrispondenza della tipologia del vino in degustazione.

Avrete sicuramente sentito parlare dei famosi “archetti”. Se provate a far roteare il vino nel calice noterete che, scendendo, il vino formerà delle lacrime. Ecco, lo spazio tra una lacrima e l’altra è il famoso archetto. Si è notato che più questi archetti sono fitti tra di loro, più il vino è ricco di etanolo. Ma attenzione, questa non è una regola assoluta.

In generale, più un vino e ricco di alcol, ma anche di polialcoli, tannini e sali, più il vino è consistente.

Ovviamente dobbiamo ricordarci sempre che la valutazione del vino va fatta in basa alla sua tipologia.

Ci sono vini bianchi giovani, freschi, che per loro caratteristica non devono avere grande presenza di alcol e di sostanze estrattive. Questi vini non avranno una grande consistenza ma non per questo saranno dei vini cattivi.

Mentre nella maggior parte dei vini da dessert, quali Passiti, Muffati, Sauternes o Tokaji Ungheresi, la consistenza deve essere molto più evidente e marcata. In questo caso se il vino è poco consistente vuol dire che c’è qualcosa che non va.

In definitiva i vini troppo fluidi non sono mai accettati, mentre vini troppo consistenti o viscosi possono essere un problema a meno che non siamo di fronte a vini muffati.

E se stiamo degustando un vino spumante o uno Champagne? Qui non valuteremo la consistenza, bensì l’effervescenza, dovuta alla presenza di spuma e bollicine.

Immaginate di aver uno spumante nel calice. Vedete le bollicine che salgono? Questo è noto come perlage del vino. La qualità di un vino spumante si percepisce dalla qualità del perlage. Bollicine fini, numerose e persistenti stanno ad indicare una ottima qualità del vino in oggetto. Al contrario, bollicine grossolane, scarse ed evanescenti sono sinonimo di spumante di bassa qualità.

Per concludere

  • Un buon vino al calice si presenta limpido e dall’aspetto vivace, a meno che non siamo in presenza di un vino ancestrale o non filtrato, a volte anche biologico o biodinamico (ma ciò non vuol dire che la non limpidezza e la non vivacità sia obbligatoriamente sinonimo di qualità).
  • Il colore del vino ci indica il suo carattere, la sua tipologia (intensità) ma anche lo stato evolutivo (tonalità).
  • La consistenza, data dalla presenza di alcol e altre sostanze (polialcoli, tannini, sali), ci permette di verificare la giusta corrispondenza della tipologia del vino in degustazione.
  • Negli champagne e nei vini spumanti si valuta l’effervescenza e non la consistenza. Nella maggior parte dei casi più le bollicine che salgono (perlage) sono fini e persistenti più il vino sarà di migliore qualità.

Bene, credo di poter concludere qui questo primo post “pratico” sul mondo del vino. Continua a scoprire il mondo del vino e della degustazione leggendo anche il post dedicato ai profumi del vino: vi assicuro che leggerlo sarà inebriante!

I termini della valutazione visiva nella scheda AIS

Come sapete faccio parte di AIS (Associazione Italiana Sommelier) e per ovvi motivi mi rifaccio a quelle che sono le tecniche e le terminologie di questa associazione. I termini a volte non sembrano esaustivi e sicuramente sono perfettibili, ma certamente aiutano nella valutazione. Ovviamente non sono da prendere alla lettera, a meno che non dovete presentarvi all’esame AIS per diventare sommelier, e ognuno è libero di individuare sinonimi e similitudini che meglio descrivono il vino che si sta degustando.

  • Limpidezza: velato, abbastanza limpido, limpido, cristallino, brillante;
  • Consistenza: fluido, poco consistente, abbastanza consistente, consistente, viscoso;
  • Effervescenza:
    • Grana Bollicine: grossolane, abbastanza fini, fini;
    • Numero Bollicine: scarse, abbastanza numerose, numerose;
    • Persistenza Bollicine: evanescenti, abbastanza persistenti, persistenti.
  • Colore:
    • Giallo: verdolino, paglierino, dorato, ambrato
    • Rosa: tenue, cerasuolo, chiaretto
    • Rosso: porpora, rubino, granato, aranciato

Leggi anche il Post sui Profumi del Vino.

Immagine: Ignazio Perez, Freepik