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Presentata l’edizione 2023 di Sicilia en Primeur, in programma a Taormina e Radicepura dal 9 al 13 maggio

Saranno oltre ottanta i giornalisti italiani e stranieri che parteciperanno a Sicilia en Primeur; a questi si aggiunge la presenza di Master of Wine e professionisti del settore che guideranno i seminari tecnici in programma. L’evento, ideato ed organizzato da Assovini Sicilia sin dal 2004, si conferma l’appuntamento più importante per il vino siciliano.

Il tema di Sicilia en Primeur 2023 è dedicato al vino come complesso fattore culturale, all’enoturismo nelle sue molteplici declinazioni ma soprattutto al ruolo dei soci di Assovini Sicilia come custodi di cultura e territorio, e al vino come ambasciatore del turismo siciliano.

“Lo studio di Nomisma – ha sottolineato Salvatore Malandrino, Responsabile Regione Sicilia di UniCredit Italia – conferma l’immagine del settore vitivinicolo della Sicilia come un comparto d’eccellenza non solo per l’economia regionale, ma anche in ambito nazionale. UniCredit è fortemente impegnata nell’offrire alle aziende vitivinicole siciliane soluzioni reali per rispondere ad ogni esigenza lungo tutta la filiera produttiva e per sostenerle nel loro percorso di crescita ed innovazione. Con il nostro network internazionale siamo in grado di accompagnare le aziende vitivinicole all’estero, aiutarle a rafforzare il proprio business e ad inserirsi in nuovi mercati emergenti con ricerca di controparti. UniCredit supporta le aziende del settore anche con una gamma di finanziamenti dedicati a sostenerne la transizione in ottica green e attraverso programmi di formazione e azioni concrete lungo tutta la filiera”.

Il pay-off scelto da Assovini Sicilia per la XIX edizione di Sicilia en Primeur è Ambasciatori e custodi di cultura e territori, sottolineando il ruolo dell’associazione nel farsi portavoce della conoscenza di un territorio attraverso i vini e i suoi produttori, quali promotori di qualità, di bellezze paesaggistiche, dell’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia.
“La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza- commenta Laurent Bernard de la Gatinais, Presidente di Assovini Sicilia. E oggi, i soci di Assovini hanno il duplice merito di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende. Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare”.

La Sicilia si conferma una regione strategica nel settore del vino. È uno dei dati che emergono dallo studio UniCredit-Nomisma “Gli asset che creano valore per la filiera vitivinicola italiana: mercati, territori, imprese”, presentato oggi a Palermo.

Oggi l’export di vino italiano si concentra principalmente sul mercato Europeo e quello Nord Americano mentre l’Asia è ancora marginale, seppur in crescita. Stesso vale in proporzione per la Sicilia: i 5 mercati più significativi sono infatti la Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera, il Regno Unito e il Belgio. Da sottolineare in particolare la crescita tra il 2021 e il 2022 dell’export siciliano verso Stati Uniti (+28%) e Svizzera (+24%). E’ comunque da precisare che i dati Istat di export tengono conto del luogo di spedizione all’estero, per cui sfuggono i quantitativi di vino siciliano che non partono direttamente dalla Sicilia per l’estero, ma partono da porti ubicati in altre regioni alle quali questi volumi di prodotto vengono computati come export vinicolo. Per cui si stima che in realtà il commercio estero di vini e mosti siciliani sia superiore rispetto ai dati ufficiali Istat.

Negli ultimi 10 anni l’Italia ha riqualificato il proprio portafoglio vini esportati, riducendo la componente di vini sfusi (da 31% al 19%), compensando con l’aumento degli spumanti; questo ha premiato a livello di prezzo medio all’export (da 2,22 euro/litro a 3,60 euro/litro).

Se guardiamo i DOP tuttavia lo scarto con la Francia risulta ancora troppo marcato: il peso dei vini DOP sul totale export imbottigliati (69%) è ancora significativamente al di sotto rispetto alla Francia (84%), con prezzi medi all’export anche qui nettamente inferiori: dai Bianchi di Borgogna prezzati mediamente a 16€/litro, ai Bianchi del Trentino Alto Adige e del Friuli VG venduti a 5,17€/litro ed ai Bianchi di Sicilia, prezzati a 3,76€/litro. Anche i Rossi di Sicilia sono abbastanza allineati ai Bianchi, con un prezzo medio al litro di 3,56€.

Il prezzo medio dell’export dei vini DOP italiani è cresciuto nell’ultimo decennio del 22,8%, con un’ottima performance dei Bianchi siciliani con il +30,6%, grazie ad un focus importante sulla qualità (In Sicilia ad oggi sono state riconosciuti 24 vini DOP, di cui 1 DOCG e 23 DOC, e 7 vini a IGT), sulla segmentazione/ differenziazione dei prodotti, sullo sviluppo di strategie multicanale, su un maggiore presidio dei mercati.

La Sicilia ha ancora molti margini di miglioramento riguardo al posizionamento dei vini (fermi) DOP nella GDO: le vendite del prodotto siciliano pesano ca. il 4% sulle vendite totali della grande distribuzione italiana ma tiene bene il prezzo medio di vendita, ben al di sopra della media Italia (5,01 €/bottiglia 0,75l vs 4,20€ in Italia).

Con riguardo ai vini generici, in Sicilia, come in molte altre regioni del Sud, la quota di questo prodotto è ancora molto significativa (ca. 24% della produzione sul totale regionale vs 16% media Italia) ma comunque in riduzione importante nell’ultimo decennio (-9 pp).

La Sicilia è la terza regione (con il 31% vs 19% Italia) con riferimento all’incidenza della coltivazione di vino BIO sul totale superficie vitata regionale, anche se con margini di crescita minori dal 2011 al 2021 rispetto ad altre regioni (97% vs 138% a livello Italia).

La Sicilia è nelle top 5 regioni vinicole in Italia per redditività media delle società di capitale.

Sul mondo dei Social le cantine siciliane hanno un buon posizionamento, certamente migliorabile: ciascuna ha in media ca. 16,4 mila followers, coprendo ca. il 10,3% del totale nazionale.
La Sicilia è al 4° posto in Italia per acquisizioni nel settore vitivinicolo (8% sul numero totale del periodo 2016-2022); con riferimento alla denominazione target, l’Etna è grande protagonista, al 4° posto in Italia, e al di sopra di denominazioni come il Chianti Classico, il Valpolicella e il Barbera d’Asti.

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Torna Avvinando, la manifestazione che conduce alla scoperta del mondo vitivinicolo di qualità.

Il 6 e il 7 maggio la kermesse si terrà all’Ecomuseo Mare Memoria Viva a Palermo. Circa 80 le aziende partecipanti e cinque le masterclass in programma.

Giunge alla nona edizione e torna a Palermo Avvinando, la manifestazione che conduce alla scoperta delle produzioni vinicole di qualità, siciliane e non solo. La data è già da segnare in agenda. La kermesse, che è patrocinata dall’Assessorato regionale delle attività produttive, da Confcommercio Palermo e da Fipe, si terrà sabato 6 e domenica 7 maggiodalle ore 12 alle 20 presso l’Ecomuseo Mare Memoria Viva in via Messina Marine.

I tre soci fondatori, Marco Busalacchi, Massimiliano Morghese e Giuseppe D’Aguanno, ripartono con un’edizione sempre più orientata al business e agli incontri B2B nel mondo del vino e con una selezione attenta e puntuale dei migliori vini prodotti in Sicilia e in parte anche in Italia.

Tante le novità della nuova edizione, a cui partecipano circa 80 aziende.

“Avvinando torna in un clima più sereno, post pandemia, ma anche con una nuova consapevolezza – spiega Busalacchi -. Nelle precedenti edizioni i numeri ci hanno dato ragione, con tre mila visitatori, circa 100 aziende e 850 vini degustati. Numeri questi ultimi, che mettono in rilievo la voglia di sapere, la curiosità intorno al vino. Con questa edizione vogliamo focalizzarci ancora di più sulla selezione dei prodotti di qualità. Alle cantine è stato richiesto, a monte, di proporre non più di cinque etichette, al fine di raccontare l’eccellenza, i migliori vini da loro prodotti. Torniamo quindi ad ‘avvinare’, che nel lessico vinicolo significa aggiungere vino al calice per togliere impurità, odori estranei che disturbano la degustazione. Questo ci permette e ci permetterà di offrire alla città di Palermo una manifestazione selettiva, orientata al business, alle relazioni commerciali intorno al vino e non solo al momento della degustazione che rimane comunque un piacere e un’occasione per ampliare le proprie conoscenze”.

Non solo degustazione, dunque, ma soprattutto un’occasione di incontro tra produttori e un pubblico esperto composto da addetti al settore Ho.Re.Ca., giornalisti, influencer e winelover.

A fianco di Avvinando Confcommercio Palermo, che ha ospitato la conferenza stampa di presentazione.

“Un evento che giunge alla nona edizione, con un’impostazione orientata agli incontri commerciali, si conferma un’importante manifestazione nella città di Palermo capace non solo di ampliare la conoscenza sulle attività produttive e agricole, ma di favorire le imprese”, afferma Fabio Gioia, vice-presidente vicario di Confcommercio Palermo. “In più oltre alla manifestazione con i banchi d’assaggio, le masterclass in programma, che sono un vero evento nell’evento, forniscono ulteriori spunti per conoscere e per promuovere i prodotti delle aziende. E questo aspetto commerciale non può che trovare il nostro supporto. Il nostro augurio è che una manifestazione così cresca sempre di più”, aggiunge Gioia.

 

“Le aziende vinicole siciliane, piccole, medie e grandi, hanno dimostrato di avere la capacità di produrre qualità e di saperla esportare al mondo. Mettono in evidenza un modello produttivo virtuoso che è da premiare – afferma l’assessore alle attività produttive, Edy Tamajo –, ed è nostro compito essere vicini e sostenere iniziative così lodevoli che puntano alla promozione di un prodotto di cui possiamo essere fieri”.

Oltre ai banchi di assaggio, ai quali si potrà accedere sabato 6 e domenica 7 maggio dalle ore 12 alle 20, presso l’Ecomuseo Memoria Viva di via Messina Marine, in programma, all’interno dell’evento, anche cinque masterclass dedicate al vino che si terranno presso l’Hotel San Paolo Palace (di fronte l’Ecomuseo).

Sabato 6 maggio sono tre le masterclass in programma. La prima alle ore 11.30 “Vino & Design: “Le diverse espressioni del Riesling Tedesco”. Oltre i confini siciliani, da Palermo, l’occasione per approfondire la conoscenza del Riesling, ampliando le conoscenze di addetti ai lavori e intenditori, con una degustazione guidata per sette etichette uniche nel loro genere. La seconda alle ore 15.30 “I grandi rossi di Sicilia, viaggio nella storia. Tre mini-verticali di Rosso Del Conte, Mille e una Notte, Duca Enrico”. La terza alle ore 18 “Donne del Vino di Sicilia: la nuova generazione del mondo del vino. Le giovanissime produttrici siciliane si raccontano” con cinque vini in degustazione. Domenica 7 maggio si apre alle 11.30 con la masterclass del Consorzio Etna Doc con sei vini da diversi versati del vulcano, alla medesima quota di 700 metri dal livello del mare, per scoprire le innumerevoli differenze e sfumature di uno dei terroir del vino più attraenti al mondo. Ultima alle ore 18 la masterclass “Un viaggio emozionante nel mondo del Marsala con la storica cantina Florio” per conoscere di più la storia e le tipologie di uno dei vini storici di Sicilia, il primo ad ottenere il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata (DOC), nel 1969.

I dettagli del programma sono disponibili nel sito online www.avvinandowinefest.it dove è possibile anche acquistare il ticket di ingresso alla manifestazione e i ticket delle masterclass che hanno posti limitati.

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Gusto Vino

Il Metodo Classico Brut di Brugnano, e tante altre novità dell'azienda, al Vinitaly 2023

Un Metodo Classico Brut da uve Catarratto Lucido e Chardonnay, il Frappato Rosato e l’Honoris Causa prodotto con Nero d’Avola e Syrah. Queste le novità di punta della cantina Brugnano. Novità che potrete degustare al Vinitaly 2023.

È già passato un anno da quando i fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano hanno presentato la nuova immagine della loro cantina omonima di Partinico, in provincia di Palermo, ma ci sono molte novità che l’azienda sta presentando in questi giorni, tra cui il Catarratto Lucido e il Chardonnay Metodo Classico Brut, il Frappato Rosato Coraline e il Nero d’Avola e Syrah Honoris Causa.

Abbiamo avuto l’opportunità di provare queste novità, e non solo, durante una visita alla Cantina Brugnano, e per chi non conosce ancora i vini di questa azienda, può approfittare del Vinitaly 2023, poiché Brugnano sarà presente alla fiera di Verona con il proprio stand nel Padiglione 2 Sicilia, dal 2 al 5 aprile.

Il Metodo Classico Brut è prodotto da Catarratto Lucido e una piccola percentuale di Chardonnay, nel territorio di Partinico, in Contrada Mirto a circa 650 metri s.l.m. Uve raccolte leggermente in anticipo rispetto alla piena maturazione, una soffice pressatura degli acini e una rifermentazione in bottiglia che dura fino a 36 mesi danno vita ad un Metodo Classico intrigante, con un bouquet fine, ricco di agrumi e frutta fragrante, una bolla cremosa e un palato avvolgente. Il Metodo Classico Brut di Brugnano è lo spumante ideale per ogni occasione, adatto per un aperitivo con delle cruditè di crostacei, perfetto a tutto pasto e ottimo anche per brindare alle belle occasioni della vita. Un bel bere.

Altra novità è il Frappato Rosato Coraline, anche questo prodotto da uve di Contrada Mirto. Una lieve macerazione sulle bucce e una successiva vinificazione in bianco danno vita ad un rosato moderno, da colore rosa tenue. Vino di grande freschezza e pulizia, caratterizzato dalla scia sapida che lo rende il compagno ideale per gli apertivi dell’estate.

Ed infine il grande ritorno del DOC Sicilia Honoris Causa, il rosso importante della cantina. Un rosso complesso e capace di grande longevità nato da uve Nero d’Avola con una piccola parte di Syrah. Affina in acciaio con macerazione sulle bucce per circa 12 giorni e, dopo la malolattica, affina in barriques di rovere francese prevalentemente nuove. Beviamo il 2018. Rosso porpora, profumi di frutta rossa, fiori di rosa e viola, sottobosco e lievi note balsamiche. Una freschezza interessante che lo proietta nel futuro, sicuri che darà il meglio di se negli anni a venire.

Tante le etichette degustate oltre a quelle elencate, Kuè (Insolia e Viogner), Lunario (Grillo), Ammaru (Zibibbo), Naisi (Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon), HER (Perricone), e tutte confermano il grande lavoro fatto dalla famiglia Brugnano. Un lavoro che inizia in vigna e si completa in cantina, un lavoro che è riuscito a dare una identità precisa a tutti i prodotti dell’azienda, un lavoro che inserisce la Cantina Brugnano in un mercato giovane e che guarda al futuro.

Francesco e Giuseppe sono cresciuti nella cantina dell’azienda di famiglia e ora la loro mission è farne un’eccellenza dell’enologia siciliana in Occidente. Maurizio Gandolfo li aiuta come manager e direttore commerciale. Dopo un piano di ristrutturazione aziendale, il 2022 è stato l’anno della ripartenza con obiettivi ambiziosi, con un approccio onesto che parte dal prodotto e una comunicazione sincera. Infatti l’azienda Brugnano e la cantina di Partinico presenta un’immagine completamente nuova, con un logo che, pur non tradendo il passato, lo proietta nella contemporaneità con fluidità e freschezza. Caratteristiche che riscontriamo anche in tutte le etichette dei vini e nel packaging.

Oggi l’azienda si estende su circa 90 ettari vitati in terreni collinari su più appezzamenti, a circa 300-350 metri di altitudine sul livello del mare nella zona dell’Alcamo Doc, nel trapanese. Nel cuore della campagna di Partinico c’è un appezzamento che sfiora i 650 metri di altitudine in contrada Mirto. Nel 2022 sono state prodotte circa 200 mila bottiglie.

Cantina Brugnano
Contrada San Carlo Snc,
SS113 km 305, Partinico, Italy

+39 091 878 3360
info@brugnano.it
www.brugnano.it

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Cibo Gusto

Osteria il Moro e il nuovo menu 2023 tra tradizione, innovazione, conoscenza e creatività

“Brilla la cucina gourmet a Trapani. Noi ci auguriamo, e auguriamo ai fratelli Bandi, che presto possa brillare anche una stella”.

Esattamente un anno fa scoprivamo questa realtà tutta trapanese e nell’articolo pubblicato dopo quella esperienza enogastronomica concludevamo con le parole appena dette. Nel frattempo i fratelli Nicola ed Enzo Bandi hanno continuato a lavorare, a fare ricerca e innovazione in cucina, e tutto ciò li ha portato ad ottenere importanti riconoscimenti, tra questi la segnalazione nella Guida Michelin 2023. Un riconoscimento importante che valorizza il territorio e porta entusiasmo in una squadra e in una famiglia che con dedizione e amore si dedica a ciò che sa fare meglio: deliziare gli ospiti con una cucina elegante e raffinata.

Osteria il Moro è un ristorante situato nel centro storico di Trapani, aperto sei anni fa dai fratelli Enzo e Nicola Bandi. Il ristorante si è distinto da subito per la proposta di una cucina legata alle radici della tradizione siciliana, in grado di offrire piatti ricchi di gusto e personalità, accompagnati da un servizio attento e da un’interessante selezione di vini, con circa 300 etichette, regionali, nazionali e internazionali. Lo chef Nicola Bandi, autodidatta, si ispira alla tradizione siciliana per creare piatti innovativi utilizzando ingredienti locali e di eccellente qualità, cercando sempre di evitare gli sprechi in cucina.

“Passo tante ore in cucina, a sperimentare, studiare, provare e riprovare. Amo la tradizione ma soprattutto innovare; giorno dopo giorno continuo a sperimentare, al fine di migliorarmi e accrescere il livello della mia cucina”, afferma lo chef Nicola Bandi.

Dobbiamo dire che Nicola Bandi non si è smentito nemmeno questa volta, con il nuovo menu, è ha dato prova di grande abilità e curiosità tra i fornelli. Scopriamo insieme il nuovo menu dell’Osteria Il Moro.

L’entrée di benvenuto è divertente, oltre che buono: pane “cunzatu” che diventa un pomodoro, la caponata nascosta in un cioccolatino, un oliva che diventa liquida, un donuts ricoperto di fonduta di piacentinu ennese, salsa verde di verdura tipica e un croccante di maialino dei Nebrodi. Piccole chicche che anticipano tutta la creatività dello Chef.

Il primo antipasto, carciofo alla carbonella, ci riporta al ricordo della scampagnata. Un carciofo in doppia cottura a bassa temperatura, un croccante al nero di seppia a fare da base, una fonduta di ragusano e la crema gambi di carciofi, il tutto servito dopo una breve affumicatura barbecue che sprigiona tutto il suo profumo una volta aperta la cloche.

Già da questo piatto notiamo l’attenzione al non spreco: i gambi dei carciofi, spesso buttati, diventano invece una favolosa crema che unisce tutti gli ingredienti.

Il secondo antipasto, il polpo in zucca, ha alla base una crema di maggiorana e formaggio di pecora sulla quale è adagiato il polpo in doppio cottura e crema di zucca agrodolce. A guarnire un velo di zucca con semi di zucca tostati e polvere di olive. Un piatto fresco e avvolgente al palato.

Con gli antipasti lo Chef fa sfoggio anche dei suoi lievitati: il pane fatto con lievito madre, farina senatore cappelli e rimacinato, lasciato lievitare per 24 ore; i grissini, leggeri e sottili: il pane sfogliato, una novità, un lievitato soffice e gustosissimo.

Passando ai primi lo Chef Nicola Bandi ci presenta un piatto semplice ma di grande impatto, i tubetti di ricotta, pecorino e pere. Ingredienti poveri e ben equilibrati tra di loro; i tubetti vengono mantecati con crema di pecorino e ricotta, le pere cotte a bassa temperatura, aromatizzate al marsala e spadelliate e alla base una salsa alla cicoria che dona quel tocco di amaro che riequilibra il tutto.

Il secondo primo è la rivisitazione di un tempio della gastronomia siciliana: la pasta con le sarde. Qui lo Chef rivisita la ricetta siciliana creando un raviolo al plin con un ripieno di sugo alle sarde ristretto, guarniti con un pralinato di pinoli, pezzetti si sarda marinata e affumicata e una mollica aromatizzata al finocchietto. Un grande primo, una rivisitazione ben riuscita.

Con i secondi lo Chef ci stupisce con una ombrina e con la lingua di vitello.

L’ombrina appena scottata è servita su una crema di cicoria accompagnata dalla bagna cauda che da sapidità e dalle cime di cicoria. Un pesce semplice valorizzato con il sapiente uso di ingredienti e preparazioni dal sapore deciso. 

La lingua al cioccolato, ricetta antichissima che lo chef è andato a scovare, prevede una preparazione lunga e meticolosa: la lingua viene cotta per oltre 16 ore a bassa temperatura e accompagnata ad una salsa al cioccolato fondente agrodolce. Completano le fava di cacao e il pak choi, verdure con tendenza amara di origine cinese.

Notiamo con piacere come la tradizione viene reinterpretata non solo con ingredienti del territorio ma anche con una ricerca continua di gusti e sapori che arrivano da lontano, creando così un mix vincente di gusto e bontà.

Concludiamo il pranzo con pane e panelle, non il classico street food palermitano, ma un dolce: crumble ai ceci, insalatina di ceci, gelato ai ceci, gel al lime, sale, pepe e scorza di limone. E il pane? Una mini brioche calda che il commensale può riempire a suo piacimento e ricostruire così il pane e panelle. Un’idea simpatica ma soprattutto originale e gustosa.

Non da meno sono stati gli abbinamenti con i vini proposta da Enzo Bandi, perfetto padrone di casa e Maître che con il suo staff non ha fatto mancare le giuste attenzioni in sala.

Spumante Metodo Classico Brut Foderà vendemmia 2015. Questo spumante prodotto a Marsala con uve Grillo è stato abbinato al benvenuto dello Chef. Perlage fine e persistente. Intenso al naso con sentori di agrumi e crosta di pane. Spiccata acidità e sapidità al palato.

Con gli antipasti e i primi viene servito un Terre Siciliane Igp Catarratto 2021 di Nino Barraco, noto vigneron marsalese. Intenso e persistente con note di agrumi e frutta gialla. Elegante nel finale. Un vino di grande espressione territoriale che ben si abbina ai piatti proposti. Particolarmente piacevole con il polpo in zucca.

Il Salina Bianco Igt Bianco V 2020 Eolia viene abbinato all’ombrina. Le note fruttate, la foglia del cappero, la pietra focaia volgono verso sentori salmastri e balsamici. Al palato è ampio, lungo. Un vino dal carattere deciso.

La lingua al cioccolato viene servita in abbinamento al Doc Etna Rosso Milice Rosso 2016 Cantine di Nessuno. Un rosso rubino vivo, intenso e complesso al naso dove si accavallano profumi di frutti rossi e minerali, spezie e frutta secca. Morbido e fresco, dal tannino elegante e vellutato. Un grande vino e un buon abbinamento.

Per finire, con il dolce viene servito un Passito di Malvasia delle Lipari Doc La Rosa Bianca 2021. La frutta candita fa da padrona nel bouquet di questo vino, accompagnate da tracce di mineralità e da spezie dolci. Fresco, sapido e di buona persistenza.

Una nota particolare la meritano anche i panettoni dello Chef Nicola Bandi. Un amore per i lievitati che lo ha portato ad iniziare, già 4 anni fa, una piccola produzione di panettoni artigianali. Quest’anno le versioni sono due, classico e cioccolato. 30 ore di lievitazione per un mix di ingredienti di alta qualità: farine siciliane, uvetta e arancia candita per il classico, ai quali si aggiungono un fondente al 75% e le fave di cacao nella versione al cioccolato.

Le nostre impressioni su questa ormai nota sosta di gusto non possono che essere positive: una continua ricerca sta portando lo Chef Nicola Bandi a percorrere una strada impervia e difficile, ma non per questo egli si sente scoraggiato. Tuttalpiù ogni volta riesce a spingersi oltre, e questa voglia di oltrepassare i limiti lo porta a scoprire nuovi orizzonti pieni di luce e profumi, colori e sapori, forme e gusti. Ingredienti che suonano all’unisono e creano quella melodia che nasce unendo tradizione, innovazione, conoscenza e creatività.

Osteria il Moro
Via Garibaldi, 86
91100 Trapani
Centro Storico

+39 0923 23194
info@osteriailmoro.it

www.osteriailmoro.it

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Gusto Vino

Il Terre Siciliane Kuè 2021 di Brugnano conquista il riconoscimento di vino “Fuori di Top” nella classifica dei migliori vini d’Italia selezionati dalla Guida Golosaria 2023

Kuè 2021 di Brugnano, Terre Siciliane da uve Insolia e Viognier convince Paolo Massabrio e Marco Gatti, curatori della Guida Golosaria. Si affianca così ai 100 Vini Top Hundred 2022 come “Fuori di Top”, cioè come vino di una cantina, per lo più piccola, con vini eccellenti scoperti a chiusura della selezione effettuata con le degustazioni collettive composte da 5 valutatori; rientra tra i 40 vini promossi direttamente dai curatori della Guida senza passare dalle degustazioni plenarie.

“Siamo grati per questo riconoscimento – affermano i fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano -. La nostra cantina è una realtà giovane e crediamo nelle nostre potenzialità. Siamo quindi felici del buon risultato di uno dei nostri vini più amati dai consumatori, che nasce nelle nostre vigne in Contrada Mirto, nel territorio di Partinico a circa 450 metri s.l.m.”.

Oggi l’azienda Brugnano si estende su circa 90 ettari vitati in terreni collinari su più appezzamenti, a circa 300 – 350 metri di altitudine sul livello del mare nella zona dell’Alcamo Doc, verso Trapani. In mezzo, il cuore della campagna di Partinico e un appezzamento che sfiora i 500 metri di altitudine in contrada Mirto. Le bottiglie in produzione nel 2022 saranno 200 mila ma l’obiettivo aziendale è molto più ambizioso perché si mira al raggiungimento delle 400 mila bottiglie nel 2024.

Dal rilancio aziendale, con la guida dei due giovani fratelli Brugnano, insieme al direttore commerciale Maurizio Gandolfo, sono state mantenute alcune storiche referenze, a cui ne sono state aggiunte altre, per un totale di 17 etichette. Il Kuè 2021 Terre Siciliane è un bianco che nasce da un blend di Insolia (75%) e Viognier (25%). Al naso mostra note di frutta tropicale ed esotica, con profumi di erbe aromatiche come timo e rosmarino. In bocca il sorso è fresco, dinamico e sapido.

www.brugnano.it

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A Mazara del Vallo dal 26 al 28 Agosto va in scena "Stelle sul Mazaro", storie e sapori intorno al vino

Dal 26 a 28 Agosto la città di Mazara del Vallo ospiterà Stelle sul Mazaro, un evento enogastronomico nato per coniugare realtà produttive, riscoperta della città ed eccellenze enogastronomiche locali della Strada del Vino e dei Sapori Val di Mazara. La casbah, ovvero il centro storico della cittadina siciliana che conserva l’affascinante impianto islamico, sarà teatro delle iniziative.

Un programma ricco di appuntamenti per vivere lo spazio urbano e metterlo in connessione con le realtà produttive vitivinicole del territorio circostante all’insegna del buon gusto e delle eccellenze enogastronomiche.

Numerose le cantine dell’agro mazarese che parteciperanno all’iniziativa, tra queste Giglio, Assuli, Baglio Aimone e Tenuta Gorghi Tondi.

Tanti gli appuntamenti. Il 26 Agosto si inzia con una masterclass che darà spazio ad un grande protagonista: il Gambero Rosso di Mazara, simbolo della marineria locale. Il Gambero Rosso sarà al centro di una degustazione che lo coniugherà ad 8 Presìdi Slow Food e 8 vini bianchi da vitigni autoctoni tra i più rappresentativi dell’isola. “Rosso di Mazara…bianchi di Sicilia” il nome della masterclass, un percorso degustativo introdotto dalla giornalista Valeria Lopis e guidato da Onav Trapani. Il pregiato crostaceo sarà abbinato con l’Insolia “Resilience” di Colomba Bianca, il Grillo “Vurrìa” Cantina Di Giovanna, il Catarratto “Kima” di Possente, il Carricante Etna Bianco Superiore di Barone di Villagrande, il Moscato di Siracusa “Cyane” di Cantina Pupillo, lo Zibibbo pantesco “SoraLuna” di Fabrizio Basile, la Malvasia secca delle Lipari “Didyme” di Tasca D’Almerita e il vitigno reliquia Rucunu “Nsajar” di Riofavara.

Il 27 Agosto verrà aperto al pubblico il villaggio della Strada del Vino articolato lungo il fiume Mazzaro con gli stand degli associati della Val di Mazara, truck food, artigiani ed artisti per promuovere e scoprire i sapori, le storie e le ricchezze enogastronomiche e culturali del territorio. Un modo per apprezzare maggiormente i prodotti di questa terra e scoprirne di nuovi ed interessanti.

Gran finale il 28 Agosto. Si continuerà ad apprezzare il bello e il buono della città ma questa volta dal mare, a bordo delle imbarcazioni per dare un punto di vista tipicamente insolito.

Nei tre giorni saranno presenti in città numerosi giornalisti, influencer e operatori del mondo enogastronomico per far conoscere e raccontare la città di Mazara del Vallo, la Val di Mazara, le sue bellezze, il territorio e le aziende ed i prodotti della Strada del Vino e dei Sapori Val di Mazara.

Programma completo su www.stellesulmazzaro.org

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Cibo Gusto Ristoranti Soste di Gusto Vino

All’Osteria il Moro di Trapani brilla la Cucina Gourmet, nella forma e nella sostanza

Lo chef Nicola Bandi, animato da una vera passione per la cucina, riesce a creare piatti piacevolmente buoni unendo ricercatezza dei prodotti e sapori della tradizione. Enzo Massimilian Bandi, fratello di Nicola, si dedica alla cura della sala e della cantina, ponendo grande attenzione ai dettagli e presentando abbinamenti tra cibo e vino impeccabili.

Sono giovani i fratelli Bandi eppure hanno alle spalle una lunga esperienza nella ristorazione. “Io e mio fratello Enzo abbiamo aperto la nostra prima attività gastronomica 17 anni fa a Valderice – dice Nicola –. Avevo appena 19 anni ed ero fresco di diploma alberghiero.” Un’attività quella di Valderice dove Nicola ed Enzo sono cresciuti in una continua ricerca delle materie prime di qualità, delle sperimentazioni e delle proposte innovative. Dopo 12 anni di esperienza e di lavoro i fratelli Bandi decidono di avviare un nuovo progetto, il sogno di sempre: un ristorante nel centro storico di Trapani. Così nel 2016 nasce Osteria il Moro.

Siamo a Trapani, via Garibaldi, il salotto della Città del sale. Le strade sono addobbate a festa e l’aria del Natale si respira in ogni angolo. Qui l’Osteria il Moro non passa inosservata. Il ristorante si trova all’interno di un palazzo storico e il dehor sistemato davanti all’ingresso fa pensare ad un posto curato ed elegante. Impressione che viene confermata una volta entrati.

Ambiente sobrio, caldo, accogliente. Subito il personale ci invita a prendere posto al tavolo già riservato. Anche qui i dettagli fanno la differenza: mise en place minimale, un addobbo natalizio creato da artigiani locali e un tulipano che dona colore al tutto.

Una volta seduti arriva lo Chef e patron Nicola Bandi per presentarsi e per presentarci la proposta gastronomica della serata.

Si comincia con l’entrée di benvenuto. Quattro piccoli assaggi, uno più sorprendente dell’altro. Un finto pomodoro (nella foto, da sinistra) che in bocca svela tutto il sapore del “pani cunzatu”, tipica preparazione trapanese. Un impasto a base di pomodoro con basilico, olio evo e altri aromi sopra una mollica tostata alle olive. Continuando abbiamo un cioccolatino di caponata. Il cioccolato, ingrediente spesso usato nella caponata siciliana, solitamente nascosto tra i tanti ingredienti, qui diventa protagonista. Il gusto però non mente e la caponata si sente. Il terzo entrée è un pane croccante con un finto mandarino che sa di peperone. Per finire abbiamo l’oliva liquida. Dentro questo involucro leggero e sottile che ricorda per colore e forma un’oliva, ci ritroviamo un’oliva condita macinata, ridotta in polpa e molto liquida.

Questo benvenuto dello Chef ci fa ben sperare in una cena interessante e ricca di belle sorprese.

Proseguiamo con il primo antipasto. Sembra sushi. È già, sembra. Perché in realtà siamo di fronte ad un calamaro finemente sminuzzato che sostituisce il riso, la verza al posto dell’alga, nel ripieno una morbida crema, a guarnire due zest di limone e una sferificazione di alici. Un miscuglio vincente di sapori, un’esplosione di gusto per il palato.

Il secondo antipasto è un cappuccino di carciofi. Questo piatto è quasi un’icona per l’Osteria il Moro. Presentato in passato in altre vesti, come l’ormai famoso cappuccino di parmigiana, qui l’ingrediente principale diventa il carciofo che ridotto a crema fa da base a questo piatto. Sopra una spuma di Ragusano DOP, un formaggio siciliano di latte vaccino dal sapore intenso che qui diventa delicatissimo. Al centro un croccante di pane tostato. Sopra una spolverata di polvere di olive. Cremoso, gustoso, buono.

L’idea di cambiare gli ingredienti non è casuale, ma ricercata. Osteria il Moro propone una cucina e un menu in continua evoluzione, che segue la stagionalità dei prodotti e che tende a valorizzare le eccellenze del territorio.

Passando ai primi piatti lo Chef Nicola Bandi ci presenta due portate. Lo spaghetto al San Pietro e gli gnocchi dei Nebrodi.

Lo spaghetto è di una delicatezza disarmante, con il pesce San Pietro a farla da padrone, sapientemente valorizzato dalla mollica tostata e dalla salsa al prezzemolo.

Gli gnocchi sono di pane raffermo serviti su un ragù di maialino nero dei Nebrodi. Il ragù, preparato seguendo una lunga cottura, ha un gusto deciso che viene equilibrato dallo gnocco e dalla crema di ragusano che bilancia il tutto. Il sesamo a guarnire dona una leggera e piacevole croccantezza al piatto.

In questo piatto, così come in altri, notiamo con piacere l’uso sapiente degli ingredienti, del loro riutilizzo e della valorizzazione dello scarto. Lo gnocco di pane raffermo consente di non buttar via il pane avanzato e che diventando duro non potrebbe essere più servito. E allo stesso modo anche in altre preparazioni, quando possibile, si cerca di fare attenzione a buttar via meno cibo possibile.

La cena continua con due proposte di secondi.

Assoluto di triglia. O per meglio dire “capolavoro” assoluto di triglia. Il profumo riempie la tavola, l’aspetto è invitante, gli ingredienti ci stuzzicano. La triglia perfettamente sfilettata avvolge un ripieno di mollica aromatizzata ai profumi mediterranei, il fondo è una ristretto di pesce all’interno del quale fanno da contorno i funghi, la decorazione è una finta lisca realizzata con un impasto al te verde. Tanta aromaticità, grande persistenza, intensità olfattiva e gustativa piacevolissima. Il profumo del mare in un grande piatto.

Guancia e pere. Anche qui viene servito un piatto che richiede tecnica, preparazione e tanto tempo. La guancia di manzo viene cotta per oltre 9 ore a bassa temperatura, riuscendo così a diventare tenerissima e mantenendo tutti i succhi e quindi tutto il sapore. Ad accompagnare la guancia due ingredienti in particolare: la “qualedda”, una verdura siciliana qui proposta semplicemente sbianchita e che porta un sapore tendente all’amaro; la pera al marsala, con la sua nota dolce e delicata. L’amaro da una parte, il dolce dall’altra e la guancia a portare grande equilibrio al tutto. Un piatto ben pensato. Un piatto ben riuscito.

Una degna nota la meritano anche il pane e i grissini. Il pane è realizzato con farina perciasacchi e presenta un bell’aspetto, sia nella lievitazione che nella cottura. I grissini sono fragranti, friabili e leggerissimi. Pane e grissini sono realizzati anch’essi dallo Chef Nicola Bandi, che non nasconde una certa passione per i lievitati.

In tutti i piatti finora degustati gli ingredienti si uniscono magistralmente, riuscendo a stare insieme tra di loro pur continuando a far sentire la loro personale presenza. E ad avvalorare questi ingredienti e queste preparazioni non sono stati da meno i vini proposti da Enzo Massimilian Bandi.

In abbinamento agli antipasti abbiamo Aldo Viola, Brutto, Catarratto. Un vino frizzante ancestrale, rifermentato in bottiglia. Freschezza e mineralità le caratteristiche di questo catarratto.

Con gli spaghetti al San Pietro ci servono Tenute di Fessina, Erse Bianco da uve Carricante, Catarratto e Minnella. Fragrante e floreale, bella freschezza e buona sapidità.

Per gli gnocchi dei Nebrodi e per l’assoluto di triglia viene abbinato Girolamo Russo, Rosato, Nerello Mascalese. Gran bel colore (purtroppo la foto non rende molto). Esprime sentori di frutta rossa fragrante. Anche qui un vino fresco, sapido, minerale. Un vino che invita al sorso.

Per finire con la guancia viene servito il Baglio del Cristo di Campobello, Lusirà, Syrah 2013. Bel colore rosso rubino intenso con riflessi granati. Al naso i sentori sono di frutta rossa matura quasi sottospirito, note mentolate e speziate. Il gusto conferma le note olfattive, rivelando una buona freschezza, un piacevole tannino e una bella eleganza.

Un gustoso predessert con coulis ai frutti rossi e crema gialla ci rinfresca il palato e ci prepara al dolce. I panettoni dello Chef Nicola Bandi.

Vi avevamo anticipato la passione dello Chef per i lievitati. Ecco, questa passione non si limita alla creazione del pane ma si estende a quella dei panettoni. Nicola Bandi realizza il suo panettone ormai da 4 anni con grandi risultati. Quest’anno al classico con uva passa e canditi si sono uniti due nuovi panettoni, uno cioccolato e arancia e l’altro al pistacchio.

Una produzione limitata quella dei panettoni dell’Osteria il Moro. “Riusciamo a produrre pochi panettoni visto che facciamo tutto noi, qui nella cucina del ristorante. Grazie agli ingredienti che seleziono da produttori locali o comunque siciliani, sono riuscito a trovare la giusta formula per realizzare un impasto morbido e leggero, così per come l’avevo pensato. Quest’anno abbiamo anche aggiunto due nuovi gusti per accontentare diversi palati”. Con queste parole Nicola bandi ci presenta e ci fa assaggiare i suoi panettoni.

Morbidi e leggeri, proprio per come li ha descritti lo Chef. Si vede all’aspetto il buon lavoro fatto sull’impasto e sulla lievitazione. Al gusto sono uno più buono dell’altro. La qualità delle materie prime e la sapienza nel metterli insieme è fuori discussione.

Ai panettoni è stato abbinato un’ottima vendemmia tardiva di grillo prodotta da Cantine Foderà di Marsala.

Del panettone merita anche il packaging, originale ed elegante, creato dall’artista trapanese Giovanna Colomba.

L’idea di coinvolgere artisti e maestranze locali è presente anche all’interno del ristorante dove troviamo elementi di arredo che ben conciliano con tutto l’arredo, come le teste di moro, presenti anche al tavolo usati come porta grissini.

Interessante anche la collocazione dei vini all’interno di uno spazio a loro dedicato. Una cantina composta da diverse etichette perlopiù siciliane e con interessanti selezioni italiane ed internazionali.

Superato lo spazio dedicato ai vini troviamo una bella area relax, un ambiente raccolto ed elegante dove poter gustare comodamente un dopo pasto, e quindi suggellare una cena da ricordare.

In sala non mancano le attenzioni ai clienti con un servizio che non ha nulla da invidiare ai grandi ristoranti stellati. Enzo Massimilian Bandi e tutto il suo staff di sala svolgono un ottimo lavoro, preciso, discreto, puntuale.

Un menu creato sulle solide basi della tradizione trapanese. Un menu pensato nel dettaglio riuscendo ad apportare le giuste innovazioni. Un menu messo in pratica con un’impeccabile abbinamento di ingredienti, presentanti a volte nella loro integrità, altre in destrutturazioni azzeccate.

Idee nuove che richiedono intraprendenza, capacità e coraggio, soprattutto in un territorio, quello trapanese, dove questo tipo di cucina fatica ad affermarsi. Lo Chef Nicola Bandi è riuscito nel tentativo di portare un po’ di freschezza gastronomica in questo bel territorio.

Dopo questa esperienza possiamo affermare con certezza che l’Osteria il Moro è la valida offerta gourmet in provincia di Trapani che riesce a fare la differenza.

Brilla la cucina gourmet a Trapani. Noi ci auguriamo, e auguriamo ai fratelli Bandi, che presto possa brillare anche una stella.

Osteria il Moro
Via Garibaldi, 86
91100 Trapani
Centro Storico

+39 0923 23194
info@osteriailmoro.it

www.osteriailmoro.it

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Cantine Gusto Soste di Gusto Vino

Alessandro di Camporeale e la nuova Monreale DOC, un connubio di novità e qualità

Siamo a Camporeale, nell’Alto Belice, in provincia di Palermo. Qui, nella pianura di Mandranova e in un territorio che varia dai 400 ai 600 metri slm, la famiglia Alessandro produce vini da quattro generazioni.

Anna si occupa di enoturismo, Benedetto è l’enologo, il secondo Benedetto si occupa di marketing. Questi tre cugini rappresentano l’ultima delle quattro generazioni che porta avanti l’azienda vitivinicola Alessandro. Prima di loro i loro padri, e ancora prima i loro nonni. Dai primi del ‘900 qui si coltiva la vite e si produce vino.

L’idea della famiglia Alessandro è semplice: produrre vini partendo dal vigneto e puntando sulle buone pratiche enologiche. Vini che nascono in vigna, tra i 40 ettari di filari coltivati principalmente a Nero d’Avola, Syrah, Catarratto e Grillo.

Qui il clima è mite​​, non arido, con significative escursioni termiche tra il giorno e la notte. In questi terreni, argillosi e calcarei, tutte le attività sulla vite sono condotte manualmente, dalla potatura alla vendemmia.

Tutti i vini dell’azienda Alessandro di Camporeale sono prodotti con uve proveniente dalla tenuta di famiglia. Benedetto, responsabile della produzione, vinifica in una moderna cantina, dotata delle migliori attrezzature per l’affinamento e la maturazione dei vini.

Per il Syrah, fiore all’occhiello dell’azienda e di questo territorio che ricade nella Monreale DOC, vengono utilizzati tonneau in rovere francese per un affinamento di circa dodici mesi, cui segue almeno un altro anno in bottiglia a una temperatura costante di 18 °C.

Alessandro di Camporeale ha speso tante forze ed energie negli ultimi anni per riuscire ad arrivare, insieme con gli altri produttori del territorio, ad un nuovo disciplinare per la Monreale DOC, nuovo disciplinare che prevede solo quattro cultivar (rispetto alle 12 precedenti): Catarratto, Insolia, Perricone e Syrah, unico vitigno internazionale che qui riesce ad esprimersi al meglio, tanto da non temere il confronto con i migliori Syrah di tanti altri Paesi.

I giorni del Camporeale Days 2021 sono stati l’occasione ideale per visitare questa azienda e per conoscere meglio i prodotti che produce. La degustazione, condotta da Anna Alessandro, è stata centrata sul Catarratto con il quale l’azienda produce un metodo classico e due bianchi, il Benedè e il Vigna di Mandranova. Di quest’ultimo abbiamo degustato tre annate. Subito dopo abbiamo potuto degustare anche il Monreale Catarratto DOC 2019 e il MNRL Syrah Vigna di Mandranova 2016. Scopriamoli!

Catarratto Metodo Classico 2017

100% Catarratto Extra Lucido, extra brut millesimo 2017, 36 sui lieviti. Al calice si presenta con un giallo paglierino brillante, un perlage fine. Al naso emergono le note varietali del catarratto, note vegetali e agrumate. Il sorso conferma le note varietali e ci mostra freschezza ed eleganza.

Benedè Catarratto 2020

Un catarratto fresco, dal colore giallo paglierino. Al naso è fragrante con profumi di agrumi, pesca, mandorla. Piacevolmente vivace e persistente.

Catarratto Vigna di Mandranova 2018

Giallo paglierino tenue e luminoso. Emergono le caratteristiche varietali, fra tutte le note agrumate e floreali, mela verde e spezie dolci. Buona acidità e struttura. Equilibrato e persistente.

Catarratto Vigna di Mandranova 2017

Giallo paglierino intenso. Anche qui il Catarratto fa sentire i profumi di agrumi e le note floreali, con uno spettro olfattivo che cresce nel terziario e nel minerale. Fresco e di corpo. Lungo ed equilibrato.

Catarratto Vigna di Mandranova 2016

Giallo paglierino carico. Vengono confermate tutte le caratteristiche della annate precedenti, con una leggera prevalenza dei sentori terziari che riescono a dare una bella complessità. Un vino di corpo, di buona freschezza e di grande struttura. Lungo ed armonico.

Monreale Catarratto DOC 2019

Questa annata sancisce ufficialmente l’entrata di questo Catarratto di Alessandro di camporeale nella nuova denominazione Monreale DOC. 100% Catarratto Extra Lucido, affina 12 mesi in acciaio sulle fecce fini e una piccola parte 12 mesi in tonneau di rovere francese.

Il colore è giallo paglierino, con riflessi verdolini. Al naso è complesso, emergono note fruttate e floreali. Su tutte le note agrumate, di fiori bianchi, di spezie delicate. Un vino dalla spiccata acidità e di buona struttura. Equilibrato e persistente.

MNRL Syrah Vigna di Mandranova 2016

Un vino che si presenta al calice di un bel colore rosso rubino profondo. L’affinamento di 14 mesi in tonneau di rovere francese lo arricchisce con un bouquet di profumi particolarmente complesso, caratterizzato da una delicata speziatura e da note di ginepro e liquirizia. Al palato è possente, fresco, ammaliante, con un tannino morbido e un finale leggermente sapido.

Alessandro di Camporeale
Camporeale · Palermo

Tel. +39 0924 37038
Email info@alessandrodicamporeale.it

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Gli 11 migliori vini italiani al mondo 2021 sotto i 13 euro, secondo Wine Enthusiast

Ogni anno la rivista USA Wine Enthusiast recensisce oltre 1000 etichette di vino da tutto il mondo con un prezzo che non supera i 15 euro. Tra i 100 migliori vini 11 sono italiani. Ecco quali sono.

Spesso siamo abituati a sentire parlare di vini costosi, importanti. Ma chi l’ha detto che per bere bene bisogna dissanguarsi? Wine Enthusiast, importante rivista americana dedicata agli appassionati di vino di tutto il mondo, come ogni anno anche quest’anno ha tirato fuori l’elenco di quelli che secondo loro e secondo le degustazioni che hanno fatto, i migliori vini al mondo con un costo non superiore a 15 dollari USA, equivalenti a circa 13 euro.

In questa lista 11 vini sono italiani. Vediamo quali sono.

Gorgo 2020 Bardolino Chiaretto

Questo vino rosato, ottenuto dalle uve Corvina, Rondinella e Molinara, ha un profilo fruttato e un bouquet fresco, in bocca è asciutto, armonico con note di piccoli frutti rossi.

Villa di Corlo 2019 Primevo, Lambrusco di Sorbara

Vino rosso frizzante secco DOC. Colore rosato rubino. Profumi caratteristici che ricorda quelli della violetta. Sapore secco sapido e fresco.

Castello di Gabbiano 2017 Cavaliere d’Oro, Chianti Classico

90% Sangiovese, 5% Colorino, 5% altri vitigni a bacca rossa. Il vino offre al naso aromi di bacche viola e rosse. Al palato ha sapori di ciliegia rossa, note di pepe bianco e noce moscata e il carattere sapido classico del Sangiovese. Ha tannini solidi e acidità brillante.

Malvirà 2020 Roero Arneis

Arneis dal colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli. Al naso emergono profumi di frutta fresca e agrumi
Sapore fresco, sapido e fruttato.

Colosi 2020 Acacia Grillo

Giallo paglierino carico. Intenso, con sentori di frutta matura (mela golden), seguito da senzazioni di frutta tropicale. Buona sapidità, verso l’acidulo, buon equilibrio.

Monte Antico 2016

Rosso rubino carico, xon sentori di frutta rossa, prugne, liquirizia e violette, di cuoio e vaniglia. Elegante, rotondo e persistente.

Cantina Frentana 2020 Vallevó Costa dei Trabocchi Rosato, Terre di Chieti

Un rosé da profumo ciliegie, frutti bianchi e gialli e melone. Sapore fresco, leggermente oleoso e fruttato.

Ruggeri 2020 Argeo Rosé, Prosecco

Rosa tenue, con perlage fine e delicato. Note di fragolina di bosco, bacche selvatiche, fiori rossi primaverili, erbette aromatiche e cenni minerali. Fresco, vivace, delicato e snello, con piacevole sapidità.

Umani Ronchi 2019 Podere, Montepulciano d’Abruzzo

Colore rosso rubino con sfumature violacee. Profumi di prugna e marasca. Gusto robusto e corposo, leggermente tannico con un finale secco e gustoso.

Cantina di Venosa 2018 Balì, Aglianico del Vulture

Rosso rubino intenso, dominato da note fruttate di prugna ed amarena. Al palato è un vino moderno, molto piacevole e facile da bere.

Stemmari 2019 Estate Grown Sustainably Farmed Nero d’Avola, Sicilia

Rosso rubino intenso con riflessi violacei. Al naso, note di ribes, fragoline di bosco e melograno. Morbido e vellutato.

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Gusto Vino

Archètipi, Ribolla Gialla, Puiatti. Un vino unico ottenuto per infusione degli acini nel vino.

Archètipi Ribolla Gialla Puiatti nasce a Romans d’Isonzo, Gorizia, Friuli Venezia Giulia. Prodotto con sole uve Ribolla Gialla raccolte a mano a fine settembre, viene ottenuto attraverso una tecnica detta infusione: all’interno del vino Ribolla Gialla dell’anno precedente si introduce una quantità non superiore al 15% di acini di Ribolla. L’alcol contenuto nel vino esercita un’azione di estrazione sulle bucce e consente quindi di estrarre le componenti aromatiche contenute nelle stesse bucce di questo vitigno unico. Il periodo di infusione dura dalle due alle otto settimane a seconda delle componenti aromatiche che si vogliono estrarre.

I primi giorni di infusione consentono di estrarre le componenti floreali tipiche di questa uva. Si passa poi alle note di miele e frutta matura, fino ad arrivare a piacevolissime note di uva spina.

Alla vista Archètipi Ribolla Gialla 2016 si presenta giallo paglierino quasi dorato. Al naso è intenso con profumi che ricordano i fiori d’acacia e di sambuco, di miele e di mela matura. In bocca è fresco, pulito, persistente.

In abbinamento ad una insalata di mare con polpi e gamberetti e ad un primo piatto con frutti di mare ha saputo ben reggere l’equilibrio.

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Puiatti Vigneti S.r.l.
Località Zuccole n. 4
34076 Romans d’Isonzo (GO)

+39 0481 909608
puiatti@puiatti.com

www.puiatti.it