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Arancino, l’orange wine di Caruso e Minini

Il bianco macerato di Caruso e Minini, presentato da pochi mesi ai consumatori, è già un successo. Lo abbiamo provato al Vinitaly 2022. Scopriamolo insieme.

Da oltre tre generazioni la famiglia Caruso produce vini nel territorio trapanese grazie ai vigneti che si estendono per oltre 120 ettari nelle città di Marsala, Salemi e Mazara del Vallo. Vitigni autoctoni e internazionali: dal grillo allo chardonnay, dal nero d’avola al cabernet sauvignon e molti altri ancora. Con la terza generazione arriva la famiglia Minini che apporta all’azienda il proprio know how sulla commercializzazione del prodotto

La cantina ha sede a Marsala in un antico baglio del 1900, completamente ristrutturato e ideato anche per accogliere turisti e appassionati del vino. Infatti è anche possibile prenotare una visita con degustazione dei vini dell’azienda accompagnati a tipiche preparazioni del posto.

E tra le tante etichette potrete gustare anche Arancino, un orange wine da poco introdotto tra i prodotti dell’azienda.

Questo vino nasce da un blend di uve bianche. Dopo la raccolta le uve vengono portate in cantina dove parte la fermentazione spontanea grazie ai lieviti indigeni. Durante la fermentazione le bucce vengono lasciate a macerare nel mosto per circa 20 giorni, questo conferisce al vino il tipico colore tendente all’arancio ma anche struttura e aromi. Dopo la macerazione il vino viene fatto affinare per circa 4 mesi in acciaio per poi essere messo in bottiglia.

Al calice il vino si presenta vivo e luminoso, con un bel colore giallo dorato tendente all’ambra. Il bouquet è floreale e fruttato, con note erbacee che ricordano la macchia mediterranea. Al palato è fresco, sapido, presenta una leggera trama tannica. Un vino di buona bevibilità adatto ad accompagnare piatti a base di crostacei, ma anche carni bianche e formaggi erborinati.

Caruso e Minini
Via Salemi, 3
Marsala · TP

www.carusoeminini.com

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La nuova “Brugnano” al Vinitaly

La cantina siciliana fa “reset” e riparte, totalmente innovata, con la nuova generazione di famiglia

Una seconda vita per Brugnano, la cantina siciliana di Partinico, in provincia di Palermo, nella Sicilia Nord-Occidentale, che riparte, quasi come una start up, con i fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano, e torna, completamente innovata al Vinitaly 2022. 

Dopo qualche anno di sosta produttiva, la cantina, con i suoi vini storici e con novità di prodotto, rientra in scena nel mondo del vino. Sono i due giovanissimi fratelli Brugnano che ne riformulano l’identità, salvaguardando la qualità e andando incontro ad un modo di comunicare più contemporaneo e vicino al consumatore. 

Francesco e Giuseppe in cantina ci sono cresciuti e la loro nuova mission, scelta di vita, è quella di fare dell’azienda di famiglia un fiore all’occhiello dell’enologia siciliana in Occidente. Ad aiutarli c’è Maurizio Gandolfo, manager e direttore commerciale. “Questi ragazzi hanno motivato anche me, perché hanno un sogno e sono un buon esempio da seguire – afferma il manager -. Abbiamo preparato insieme un piano di ristrutturazione aziendale durante i due anni di pandemia e ci siamo posti degli obiettivi ambiziosi, con un approccio onesto, che parte dal prodotto e dalla comunicazione che ne diamo: non siamo i diversi, perché ogni diversità implica sempre la presunzione di un ‘noi’ e di un ‘voi’ o di un ‘loro’, di un ‘più bravo’ e di un ‘meno bravo’. Siamo piuttosto unici, fedeli a noi stessi e all’immagine che vogliamo trasmettere di Brugnano”. 

L’azienda si presenta con un’immagine totalmente nuova. Già nel logo un restyling che non tradisce il passato, ma lo proietta nella contemporaneità con fluidità e freschezza; caratteristiche queste ultime, che si riconoscono anche nelle nuove etichette di vini e nel packaging. Oggi l’azienda si estende su circa 90 ettari vitati in terreni collinari su più appezzamenti, a circa 300 – 350 metri di altitudine sul livello del mare nella zona dell’Alcamo Doc, verso Trapani. In mezzo, il cuore della campagna di Partinico e un appezzamento che sfiora i 500 metri di altitudine in contrada Mirto. Le bottiglie in produzione nel 2022 saranno 200 mila ma l’obiettivo è molto più ambizioso perché si mira al raggiungimento delle 400 mila bottiglie nel 2024.

I Vini

La gamma dei prodotti è totalmente rinnovata. Si mantengono alcune storiche referenze e se ne aggiungono altre, nuove, per un totale di 17 etichette. Si parte dall’iconico V90, che prende il nome dal numero di una vasca sotterranea in cantina e dall’esclamazione ‘che vanto!’, quando per la prima volta Brugnano decise di imbottigliare il suo vino. V90 si presenta in 6 referenze (Grillo Sicilia doc, Syrah Terre Siciliane igt, Catarratto Terre Siciliane igt, Nero d’Avola Sicilia Doc, Insolia Terre Siciliane igt, Merlot Terre Siciliane igt). Tra le novità c’è invece Ammaru (insolia 50 % e viognier 50%) che pur mantenendo lo stesso blend di un altro vino, il Kuè (insolia 75%, Viognier 25%), si differenzia per tecnica di vinificazione e zona di produzione con una diversa altitudine. Ne ha parlato nel corso della presentazione l’enologo Angelo Rubino. Più immediato Ammaru, più complesso e intenso al naso Kuè.  Nella gamma, rimane Lunario, Grillo in purezza, che si presenta con una veste minimale ed elegante. Nuovo invece il Perricone “Her”, al calice piacevole, morbido, accattivante e capace di incontrare il gusto dei più giovani. Nuovi e inediti sono i due vini biologici senza solfiti aggiunti: Vivens Catarratto bio e Vivens Perricone bio. Così come Taurus Bianco, un vino frizzante che coniuga eleganza, potenza e seduzione. Testimoni della tradizione, ma innovati il Naisi (il cui nome nasce da un idioma dialettale tratto dall’inglese ‘very nice’), da uve Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon, e il vino più rappresentativo, Honoris Causa, da uve Nero d’Avola e Syrah, di cui si producono solo 2400 bottiglie. In gamma anche il moscato bianco Alquimia e il vino spumante Victoria.

L’azienda vi invita a degustare le nuove annate e i nuovi prodotti alla 54^ edizione di Vinitaly. Padiglione Sicilia, Stand 79 F/H

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Caruso&Minini 2.0, investimenti sempre più “green”. E la nomina di Nicolò Calza, nuovo direttore generale

Un futuro sempre più “green”, quello della Caruso&Minini, azienda vinicola di Marsala nell’estrema Sicilia Occidentale, con alla guida le sorelle Giovanna e Rosanna Caruso, quarta generazione di famiglia. È stata completata l’installazione di un impianto fotovoltaico capace di fornire energia pulita alla cantina fino a renderla autosufficiente. Il nuovo impianto, composto in totale da 534 moduli, è stato installato sui tetti dello stabilimento. E, con una potenza nominale di 200 KWp e una produzione stimata annua di circa 300 KW/h, fornirà un importantissimo contributo non solo per il risparmio energetico, ma anche per la salvaguardia ambientale: si stima una riduzione delle emissioni annue di CO2, di oltre 160 kg.

«In un momento di grande incertezza che sta coinvolgendo il mondo intero – afferma Rosanna Caruso, quality manager – la C&M decide di supportare lo sviluppo futuro dell’azienda con investimenti a 360° nelle risorse umane, in cantina a supporto della qualità e sostenibilità ed in campagna. Oltre all’installazione dell’impianto fotovoltaico, per migliorarci sempre di più, abbiamo anche abbattuto i consumi di energia, con un’attenta analisi delle criticità e delle inefficienze di sistema». Tra i recenti investimenti c’è anche la sostituzione del principale gruppo frigo, che serve l’intera cantina, con un nuovo gruppo di maggiore efficienza energetica e l’introduzione di ottimizzatori integrati con condensatori e filtri passivi.

«Chiamiamo il nostro nuovo corso “Caruso&Minini 2.0” – prosegue Giovanna Caruso, export manager – perché si tratta di una “visione nuova” che coinvolge la generazione composta da me, da mio marito, Andrea Artusio, e da mia sorella Rosanna, ma non solo». Gli investimenti orientati alla sostenibilità ambientale non sono infatti le uniche recenti scelte della proprietà. Nel campo delle risorse umane, c’è una novità: la nomina del nuovo direttore generale, Nicolò Calza. «Per i nostri progetti di crescita futura saremo guidati da Nicolò Calza a cui abbiamo affidato l’incarico di direttore generale, accogliendolo nella nostra famiglia. Piemontese di origine, ha una grande esperienza professionale alle spalle, proviene dall’azienda friulana Livio Felluga e non ha avuto esitazioni ad essere sin da subito coinvolto nel nostro progetto, di cui si è immediatamente innamorato».

«Sposo un progetto ambizioso con una squadra giovane e affiatata – dichiara il neodirettore – nel quale ho il piacere di entrare a far parte come figura di riferimento, che mi porta a mettere sul campo tutte le mie competenze professionali fino a questo momento acquisite. Credo fortemente nelle potenzialità della Sicilia e dell’azienda C&M in particolare, in quanto ambasciatrice di tipicità e qualità nel mondo».

Diversi sono i progetti che l’azienda porterà avanti negli anni a venire, orientati alla sostenibilità, soprattutto, e alla valorizzazione dei vitigni tipici. L’azienda, in possesso della certificazione Bios per i metodi di produzione biologica, si estende per 120 ettari vitati. Le vigne, nelle contrade Giummarella e Cuttaia, si trovano in una zona collinare dell’entroterra trapanese, a est di Marsala, con un’altitudine massima di 450 metri s.l.m. Ogni loro porzione è stata scelta, con l’esperienza di chi la coltiva da generazioni, per creare la migliore combinazione possibile tra la vite, il clima e la terra. I terreni ospitano vitigni autoctoni quali Grillo, Catarratto, Zibibbo, Grecanico, Inzolia, Nero d’Avola, Perricone, Frappato e Nerello Mascalese, ma anche vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Syrah e Merlot. La produzione è di 650.000 bottiglie, vendute in 40 Paesi e 5 continenti, principalmente all’estero. «La crescita del mercato regionale è uno dei prossimi obiettivi aziendali – afferma Andrea Artusio, marketing manager – e questo ci ha spinto anche ad un investimento sulle risorse umane per rafforzare la nostra rete vendita». Un processo insolito, quasi inverso, quello della C&M che da ambasciatrice autorevole della Sicilia del vino all’estero, punta adesso ad una maggiore presenza nella propria terra d’origine.

L’azienda vi invita a degustare le nuove annate e i nuovi prodotti alla 54^ edizione di Vinitaly. Padiglione Sicilia, Stand 78 F.