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Nasce Volcano Etna Dirty Gin, il primo gin siciliano realizzato con olive Nocellara dell’Etna e olio extra vergine d’oliva Monte Etna DOP

Nasce Volcano Etna Dirty Gin, il primo gin macerato con olive Nocellara dell’Etna in salamoia e affinato con olio extra vergine d’oliva Monte Etna DOP (Denominazione di Origine Protetta). Un omaggio al territorio dell’Etna e un richiamo ad un drink leggendario: il dirty Martini.

L’etichetta si fregia della dicitura “with Extra Vergin d’oliva Monte Etna DOP” grazie alla concessione rilasciata dal MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste). Ed è la prima volta che il nome di una cultivar di oliva campeggia sul packaging di un gin con la denominazione riconosciuta dal suo ente di competenza. È stata la biodiversità dell’Etna ad ispirare ancora Alessandro Malfitana, Diego Pollicina e Stefano Lo Giudice, i tre giovani produttori e fondatori della Volcano S.r.l., l’azienda nata nel 2016, ormai nota nel settore degli spirits per il suo primo successo: Volcano Etna Dry Gin, il primo gin siciliano che racconta l’Etna con l’utilizzo di botaniche del territorio vulcanico più cool del mondo.

Così, l’ultimo ‘gioiello da bere’ di casa Volcano, dopo Volcano Etna Dry Gin e Volcano Etna Rosé Gin, omaggio alla tradizione vinicola etnea e al vitigno Nerello Mascelese, è proprio il gin che celebra la Nocellara dell’Etna Dop, cultivar di grande pregio, che può essere usata come oliva da tavola o come varietà da cui estrarre uno degli olii tra i più apprezzati per le sue caratteristiche organolettiche. Il nuovo prodotto, Volcano Etna Dirty Gin, arricchisce la produzione artigianale dell’azienda nata nel comune di Santa Venerina, all’interno dell’antica distilleria “Cavalier Giuffrida” di Mastro Mariano. Si ispira al territorio da una parte e, come già anticipato, ad un drink iconico dall’altra, il dirty Martini.

“L’Etna ammalia il mondo per il suo magnetismo, ma la sua bellezza è nella ricca biodiversità che offre. Per noi, è una fonte inesauribile di ispirazione e il nostro nuovo gin valorizza uno dei suoi frutti più pregiati, l’oliva Nocellara dell’Etna – racconta Alessandro Malfitana -. Da amanti dei drink abbiamo poi voluto render omaggio al leggendario dirty Martini, popolarmente noto come “Martini sporco” o “Martini in salamoia”, un Vodka Martini a cui viene aggiunto un po’ di liquido di salamoia delle olive, che intorbidisce il cocktail trasformandolo del tutto. Ma perché non farlo con il gin? ci siamo detti. Ed ecco che è nato il nostro Volcano Etna Dirty Gin, in pratica il leggendario drink pronto per la beva, ma con le olive giuste, quelle che ci regala la nostra Mamma Etna, donandogli quindi una connotazione specificatamente territoriale”.

Le olive Nocellara dell’Etna DOP condite nella tradizionale ricetta della salamoia vengono messe a macerare con la massa del Volcano Etna Dry Gin, successivamente avviene un ulteriore passaggio con una piccola percentuale di olio extravergine che dona una nota speziata e velatamente piccante. Ne risulta una miscela dai tratti unici, con sentori ed aromi derivanti dalla materia prima dalla quale nasce. Nel frutto della Nocellara dell’Etna DOP, tra le caratteristiche organolettiche, si trovano sentori di pomodoro verde, frutta secca e carciofo che si legano alla base di Volcano Gin, con le sue note floreali di ginestra, bacche di ginepro e finocchietto selvatico.

Per arrivare alla ricetta perfetta ci sono volute 38 prove. “Non sono tante, rispetto a quante ne sono servite per il nostro primo prodotto. In questo caso, siamo rimasti soddisfatti ben presto”, dice Malfitana. E aggiunge: “Anche in questa occasione abbiamo puntato su un packaging esclusivo impreziosito dal nostro ineguagliabile tappo vulcanico artigianale. La pietra pomice portata ad altissima temperatura sviluppa una colorazione bianca, estraendo la componente solforosa minerale ed una volta frantumata riusciamo ad avere il nostro composto lavico che anche in questa circostanza permette che un pezzettino di Etna viaggi con ogni singola bottiglia di Volcano Etna Dirty Gin, ovunque essa vada, voli o permanga”.

Il risultato è sicuramente vulcanico, come lo spot di lancio che questa volta i tre giovani produttori hanno girato a Taormina, perla dello Ionio che dal mare guarda l’Etna, in perfetto stile 007. Il richiamo è sempre al drink iconico che fu celebrato dalla famosa frase di Sean Connery, nei panni di James Bond, il quale nel film “Agente 007 una cascata di diamanti”, afferma “Shaken, notstirred”. I tre “agenti” si muovono con il loro ultimo “gioello da bere” tra le vie della città fondata nel 358 a.C., mentre nella scena finale una donna ride, beffardamente compiaciuta, con il cocktail in mano.

Le bottiglie in edizione limitata e numerata, con il loro design ricercato e con i loro originali tappi composti da una miscela di sabbia vulcanica hanno una prima produzione di 5.000 pezzi.

“Siamo felici di potere esprimere ancora una volta la nostra territorialità, le nostre radici, con un gin che racconta l’Etna, le sue unicità confrontandosi col mercato internazionale. Non vediamo l’ora di portarlo in giro per il mondo”, affermano i tre soci.

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Vendemmia 2023: si prospetta una delle annate più difficili

Peronospora, situazioni climatiche estreme, hanno messo a dura prova i vigneti. Stime difficili e premature con un calo stimato fino al -35% in alcune zone. I produttori parlano di qualità delle uve siciliane non compromessa.

La vendemmia più lunga d’Italia, mediamente oltre cento giorni, quest’anno inizierà con un ritardo di dieci giorni rispetto all’annata 2022. Nonostante il susseguirsi di condizioni climatiche estreme-dalle piogge torrenziali di maggio e giugno al caldo estremo di luglio- gli incendi e la presenza di attacchi fungini, tra cui la peronospora della vite, la condizione e la qualità delle uve in Sicilia non sembra essere compromessa. Grazie al ritorno delle temperature più fresche, il calo iniziale, stimato fino al 40% in alcune zone, potrebbe essere inferiore.

Si comincia nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, per poi proseguire con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia siciliana saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre.

A rendere unica la vendemmia siciliana-commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – è la varietà degli areali siciliani. Ogni territorio presenta delle condizioni climatiche e dei suoli unici che si traducono nella straordinaria diversità e varietà della produzione vitivinicola siciliana. A circa una settimana dall’inizio della vendemmia è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione. Sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie ad una agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici puntando sulla qualità e non sulla quantità – conclude Mariangela Cambria.

Andamento stagionale annata 2023 e previsioni vendemmiali

Sicilia Occidentale

Ad oggi la qualità delle uve è ottima, non avendo avuto problemi di oidio né di botrite; a causa del grande caldo abbiamo perso circa il 40% delle uve, anche se essendo tornate temperature più fresche le uve non bruciate stanno iniziando a riprendere vigoria per cui il calo potrebbe complessivamente essere inferiore. Siamo soddisfatti di come abbiamo gestito il problema peronospora, avendolo fatto preventivamente grazie all’ausilio di capannine meteo che hanno la capacità di indicare elettronicamente la probabilità della malattia, evitando danni irreparabili- commenta Filippo Buttafuoco, tecnico viticolo di Cantine Settesoli.

Nell’areale viticolo di Regaleali, in provincia di Palermo, i mesi di marzo e aprile, tendenzialmente asciutti e freddi, hanno determinato un ritardo nel germogliamento generale di circa 10 giorni.

Questo ritardo ha contribuito a rendere più gestibile il successivo periodo molto piovoso ma tendenzialmente freddo, e reso la pressione delle patologie della vite, quali la peronospora, meno invasiva – commentano Lorenza Scianna e Laura Orsi, enologhe di Tasca d’Almerita.

Attualmente le vigne presentano una chioma adeguata, sono sane e si registra una diminuzione delle temperature medie cha lascia presagire una buona maturazione delle uve a partire dall’invaiatura di Pinot nero e Chardonnay che sta avvenendo in questi giorni- continuano Lorenza Scianna e Laura Orsi. Riguardo alle quantità, anche la tenuta di Sallier, a Camporeale, dovrebbe rispettare le medie storiche aziendali ma è ancora presto per cantare vittoria. La buona copertura vegetativa protegge l’uva da eventuali bruciature e aiuta a conservare aromi e freschezza.

Infine a Mozia, l’isola è poco influenzata dalle condizioni climatiche delle terra ferma, l’alberello dovrebbe maturare subito dopo Ferragosto con quantità che rientrano nelle medie storiche di Mozia e con uve sane e croccanti concludono Lorenza Scianna e Laura Orsi.

Etna e Nord Est

Manca ancora qualche mese all’arrivo della vendemmia sull’Etna dove fino a fine giugno si sono registrate basse temperature e piogge continue, tali da rendere difficili gli interventi in vigna, seguite dal caldo estremo di fine luglio con ridotte escursioni termiche tra giorno e notte e vento caldo.

Grazie alle sabbie vulcaniche molto drenanti, alle altitudini importanti e ventilazione costante, non c’è stata presenza di peronospora e, nonostante i picchi di temperature alte, le piante si mantengono bene- commenta Maria Carella, enologa di Cantine Nicosia, sul versante Sud est di Trecastagni, Zafferana e Santa Venerina.

Sul versante Nord dell’Etna, Patricia Toth, enologa di Planeta, conferma che la peronospora è sotto controllo grazie all’arrivo del caldo e delle alte temperature. Nelle zone alte, intorno a 900 metri, abbiamo delle uve stupende grazie alla diversa ventilazione di queste zone e anche alla struttura dei suoli.
A Capo Milazzo, siamo nel Nord- Est dell’Isola, i venti che tante volte possono diventare una sfida quest’anno hanno trovato pace, l’allegagione e anche il controllo degli insetti alla data odierna sta procedendo bene- conclude Patricia Toth.

Sud-Est

“La vendemmia 2023 sarà una delle più difficili degli ultimi tempi. Quest’anno, caldo torrido di questi giorni a parte, abbiamo avuto piogge torrenziali e forti raffiche ventose nei mesi di maggio e giugno, importanti per la fioritura delle nostre uve, condizioni climatiche che hanno messo in ginocchio il duro lavoro che ogni giorno con la mia squadra portiamo avanti – commenta Arianna Occhipinti. L’arrivo consistente della peronospora ha causato danni considerevoli per il 30-35 % circa della nostra futura produzione; i trattamenti di zolfo e rame (unici trattamenti che facciamo in vigna) in concentrazione maggiore, non sono bastati a contenere il problema. Avremo sicuramente una raccolta inferiore rispetto la vendemmia 2022. Questo non vuol dire però che la qualità delle uve sarà messa in discussione, anzi, possibilmente avremo meno quantità ma una maggiore qualità” conclude Occhipinti.

A Vittoria – commenta Patricia Toth di Planeta – è importante sottolineare la posizione e il suolo dei vigneti. Ci troviamo sul pendio con un puro strato superiore sabbioso, che affaccia il mare, sopra Marina di Acate, dove appunto la sabbia e il movimento d’aria non hanno dato spazio ad un’umidità costante. Prevediamo buone produzioni come sul Nero d’Avola anche sul Frappato, tenendo sotto osservazione stretta i vigneti per controllare la presenza delle cocciniglie e cicaline.

A Noto, come generalmente in tutta l’isola, ad oggi consideriamo circa una settimana o anche 10 giorni di ritardo nelle fasi fenologiche, con uve sane e davvero promettenti-conclude Patricia Toth.

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Terre Sicane Wine Fest 2023 da record: tutti i vincitori del concorso e i dettagli del grande successo della quinta edizione

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Il vino come motore di riscoperta e valorizzazione di un grande areale, è stato questo il tema del “Terre Sicane Wine Fest” 2023 che dal 28 al 30 luglio ha attirato appassionati e tecnici con riscontri ben oltre le aspettative.

Un’idea partita 5 anni fa a Contessa Entellina, comune pilota dell’iniziativa, e che oggi coinvolge i comuni delle Terre Sicane: Menfi, Sciacca, Sambuca di Sicilia, Montevago, Santa Margherita Belìce, un nuovo modello di connessione tra borghi che sono anche realtà produttive.

“Il Terre Sicane Wine Fest è un investimento di risorse per la nostra piccola amministrazione – ha dichiarato nella piazza gremita di winelovers il sindaco di Contessa Entellina Leonardo Spera – ma ogni anno siamo ripagati da riscontri e ricadute positive sul territorio e questo ci spinge a continuare a credere in questa visione dei borghi come luoghi dove restare e fare impresa, anche per i giovani”.

Una sinergia condivisa tra pubblico e privato quella del Terre Sicane Wine Fest. “Il progetto è nato con obiettivi molto precisi – racconta Michele Buscemi, presidente dell’Associazione Enonauti – rafforzare la rete dei produttori di vino e di altre eccellenze agro alimentari e offrire loro una vetrina dove potersi raccontare nell’autenticità del loro lavoro, questa quinta edizione con questa straordinaria partecipazione di pubblico e di settore conferma l’interesse crescente che desta questa Sicilia finora poco conosciuta e adesso così ricercata”.

Ottima performance anche per i vini durante le masterclass in piazza a Contessa Entellina e anche nell’appuntamento riservato ai tecnici, durante il consueto concorso enologico presieduto dal docente e giornalista Luigi Salvo. Punteggi sempre più alti e riconoscimenti che in modo trasversale premiano aziende con filosofie diverse tra loro, ecco tutti le targhe: per il “Miglior Grillo” ha vinto la debuttante Terre di Entella – Azienda Agricola Biologica con il Grillo vendemmia 2022, per il “Miglior Nero d’Avola” ha vinto Mandrarossa Wines con Terre del Sommacco vendemmia 2019; per i “Premi Piacevolezza” il Grillo di Cantine De Gregorio Rahana 2020 e il Nero d’Avola di Tenuta Stoccatello – Agricoltori dal 1923 Avvocà 2022.

“Abbiamo raccontato con naturalezza la qualità delle nostre produzioni – sottolinea Gori Sparacino, Direttore della Federazione Italiana Strade del Vino – ci siamo messi in gioco con un importante territorio ospite: quest’anno la Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese è stata la nostra partner di un gemellaggio che vuole essere scambio di competenze e di culture. La soddisfazione è enorme nel vedere che il nostro potenziale enoico ed enoturistico è apprezzato dai professionisti del vino di Toscana, leader riconosciuti del settore”. Molto partecipati anche i convegni che tra i tanti argomenti hanno trattato anche della vendemmia turistica appena regolarizzata dal protocollo d’intesa sottoscritto fra l’Ispettorato nazionale del lavoro e l’Associazione nazionale Città del Vino, a parlare dettagliatamente di queste novità e dei tre enoturistici si sono alternati Paolo Morbidoni Presidente Federazione Italiana Strade, dell’Olio e dei Sapori, Paolo Radica Presidente Città del Vino, Antonio Rallo Presidente Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia, Angelo Barone Presidente Consulta Nazionale Distretti del Cibo, Roberta Urso Delegata Regionale Donne del Vino e Bruna Caira Strada del Vino Nobile di Montepulciano.

Il circuito delle Terre Sicane emerge anche per la vocazione all’accoglienza e all’ospitalità enoturistica. “Le aziende vitivinicole hanno aperto le porte delle loro cantine alla stampa e agli addetti ai lavori che hanno potuto riscoprire un areale di eccellenze – racconta Gunther Di Giovanna Presidente Strada del Vino Terre Sicane – dall’anteprima tenutasi presso la tenuta Ulmo di Planeta con la partecipazione corale delle Donne del Vino di Sicilia, ai momenti di contatto diretto con i vignaioli di Antico Frantoio, Donnafugata, Baglio Carrubba, Le Sette Aje”.

Tra i sostenitori del Terre Sicane Wine Fest 2023 insieme alla Strada del Vino delle Terre Sicane e al Comune di Contessa Entellina, si ringrazia Fondazione Inycon, SicilBanca, Donnafugata e DIbTek.

L’appuntamento con la prossima edizione del Terre Sicane Wine Fest è già in agenda, l’organizzazione ha comunicato le date ufficiali del prossimo 26, 27 e 28 luglio 2024 per ritrovare vini, paesaggi e percorsi enoturistici delle Terre Sicane.

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Terre Sicane Wine Fest: dal 28 al 30 luglio un appuntamento per celebrare il territorio

Torna il Terre Sicane Wine Fest a Contessa Entellina (PA): dal 28 al 30 luglio l’intero territorio sarà in festa per la quinta edizione della manifestazione dedicata ai vini, al paesaggio e al capitale umano delle Terre Sicane.

È alle porte una nuova edizione per il Terre Sicane Wine Fest, l’appuntamento siciliano dell’estate che celebra vini, paesaggio e capitale umano delle Terre Sicane.

Un viaggio ideale da Menfi a Contessa Entellina passando per Sciacca, Sambuca, Montevago e Santa Margherita Belìce per ripercorrere tutti i sapori e i profumi di una Sicilia autentica e intatta.

Dal 28 al 30 luglio l’appuntamento è in Abbazia Santa Maria del Bosco a Contessa Entellina (PA), il plesso monastico monumentale che rappresenta una delle bellezze architettoniche meglio conservate del territorio belicino.

“In cinque anni il Terre Sicane Wine Fest è cresciuto tantissimo e partendo dal vino ha creato connessioni sempre più forti – spiega Leonardo Spera, Sindaco di Contessa Entellina amministrazione molto attiva nel promuovere i Sicani e il Wine Fest – grandi sinergie che oggi si intrecciano con le produzioni sicane ormai diventate un brand conosciuto e di valore, con l’accoglienza tipica locale e il turismo naturalistico ed esperienziale che è parte della vita sostenibile dei nostri borghi. Ci stiamo preparando ad abbracciare il pubblico delle grandi occasioni: lo Spazio Greco del comune e l’Abbazia Santa Maria del Bosco si riempiranno delle sfumature dei prodotti agricoli del nostro ricco territorio e concluderemo con un gran finale domenica 30: appuntamento tutti in piazza a Contessa Entellina con la premiazione dei migliori vini delle nostre comunità, la musica live dell’orchestra ‘Caro Carosone Band’ e lo spettacolo dell’eccezionale Manlio Dovì, attore e imitatore conterraneo”.

Nella tre giorni di fine luglio si alterneranno masterclass guidate, banchi di degustazioni, spettacoli di danza e di fuoco, musica dal vivo e djset. Grande spazio dedicato ai vini di Toscana della Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese che quest’anno è il territorio ospite che porterà in degustazione 100 referenze e si racconterà attraverso la voce dei protagonisti in diversi momenti di confronto.

Il convegno “Le Strade del vino, dell’olio e dei sapori come modelli innovativi di accoglienza, organizzati, stabili e sostenibili” moderato da Franco Nuccio direttore Ansa Sicilia in programma sabato 29 getterà le basi di un dialogo nazionale.

“Il Terre Sicane Wine Fest è nato soltanto cinque anni fa colmando un vuoto – precisa Gunther Di Giovanna Presidente Strada del Vino Terre Sicane – e in questo tempo siamo riusciti a farlo diventare un momento di incontro tra professionisti della filiera del vino, quella della produzione e quella della promozione enoica. È la tre giorni in cui le Terre Sicane celebrano la Sicilia come continente enologico, un concetto che si riflette pienamente nel nostro areale fatto di viticolture che si snodano dal mare alla montagna”.

 

“L’Italia da Nord a Sud è tutta un distretto di eccellenze ed artigianalità – sottolinea Gori Sparacino, Direttore della Federazione Italiana Strade del Vino – e le strade sono un circuito prezioso di raccordo tra produttori e visitatori: negli ultimi anni si è consolidato un know how efficace e questo appuntamento ci permetterà uno scambio che poi si tradurrà in azioni pratiche nei nostri territori”.

Tra i sostenitori del Terre Sicane Wine Fest insieme alla Strada del Vino Terre Sicane e al Comune di Contessa Entellina ci sono Planeta Winery, Fondazione Inycon, SicilBanca, Donnafugata: un virtuoso partenariato tra istituzioni pubbliche ed aziende private che si mettono insieme per scrivere un bel capitolo di rilancio per le Terre Sicane.

“Per la quinta edizione c’era la voglia e il desiderio di creare diversi spin off per tenere viva l’attenzione – anticipa Michele Buscemi, Presidente dell’Associazione Enonauti che è organizzatrice del Terre Sicane Wine Fest – così abbiamo pensato ad un’anteprima: inizieremo sabato 15 luglio con quello che sarà un assaggio dell’evento che si inserisce nel palinsesto delle attività che hanno permesso al territorio delle Terre Sicane di ottenere tra gli altri il riconoscimento ‘Menfi Città Italiana del Vino’. Debutto 2023 in grande stile con la masterclass ‘Donne del Vino e delle Terre Sicane’ in collaborazione con la compagine siciliana dell’Associazione Donne del Vino capitanata dalla delegata Roberta Urso, concluderemo a Menfi con un Beach Wine Party per degustare i vini del territorio vista mare”.

Per info programma e prenotazioni:
www.terresicanewinefest.it

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Mariangela Cambria è la nuova presidente di Assovini Sicilia

Un vertice tutto al femminile: Lilly Ferro vice- presidente e Josè Rallo consigliere delegato

Cambio al vertice di Assovini Sicilia, Mariangela Cambria è la nuova presidente dell’associazione che riunisce cento aziende vitivinicole siciliane.

Nominata nella seduta di Lunedì 10 Luglio dal neo eletto Consiglio di Amministrazione, Mariangela Cambria, messinese, co-proprietaria dell’azienda vitivinicola Cottanera insieme ai fratelli Francesco, Emanuele e allo zio Enzo, si occupa di marketing comunicazione, accoglienza. Subentra a Laurent Bernard de la Gatinais, che ultima il suo mandato alla presidenza durato 3 anni. Un vertice tutto al femminile con Lilly Ferro alla vice presidenza e Josè Rallo, consigliere delegato al coordinamento delle attività di finanza agevolata.

“Voglio ringraziare tutti i colleghi del Consiglio che mi hanno voluto e appoggiato- commenta la neo presidente Mariangela Cambria. Assovini Sicilia è una associazione complessa, dalle tante anime. Il mio obiettivo è quello di dare continuità allo spirito di squadra e associazionismo voluto dai miei predecessori e di interpretare il ruolo dell’associazione come collante tra le grandi e le piccole cantine. Assovini ha anche il compito di continuare a portare la Sicilia nel mondo. L’Isola è pienamente un continente vitivinicolo dalle mille sfaccettature e diversità dove il vino è veicolo di cultura ed eccellenza”, conclude Mariangela Cambria

Del nuovo Consiglio di amministrazione di Assovini fanno parte: Mariangela Cambria (Presidente); Lilly Ferro (Vice Presidente); Josè Rallo (Donnafugata); Achille Alessi (Terre di Giurfo); Federico Lombardo di Monte Iato (Firriato); Alberto Aiello Graci (Graci); Santi Planeta (Planeta); Laurent Bernard de la Gatinais (Rapitalà); Costanza Chirivino (Tasca d’Almerita).

Assovini Sicilia è un’associazione che riunisce cento aziende vitivinicole siciliane di piccole, medie o grandi dimensioni, che condividono principalmente tre elementi: il controllo totale della filiera vitivinicola, dal vigneto alla bottiglia; la produzione di vino di qualità imbottigliato; la visione internazionale del mercato.

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Drink Pink in Sicily, a Calatabiano l’evento più rosa dell’isola

Domenica 16 Luglio la sesta edizione dell’appuntamento enoico che valorizza i vini rosa siciliani in collaborazione con la guida ai migliori rosati italiani 100 Best Italian Rosé (che sarà possibile visionare sul sito web www.lucianopignataro.it). Degustazioni, incontri ma anche il nuovo contest “Best Rosè Label” che premierà la migliore etichetta: a Drink Pink in Sicily saranno presenti vini e produttori da tutta l’isola 

Freschi e versatili, i rosé si fanno apprezzare soprattutto nella bella stagione quale alternativa alla scelta tra bianchi e rossi e stanno conquistando il posto che meritano nel panorama enologico siciliano, mentre nel mondo lo hanno trovato da tempo con una produzione proveniente per circa il 50% da Italia e Francia. Drink Pink in Sicily dal 2017 promuove i rosati siciliani in un evento che è diventato punto di riferimento per giornalisti, sommelier e wine lovers e che è in programma Domenica 16 Luglio al Castello di San Marco a Calatabiano (CT). Un luogo unico che aprirà le sue porte all’appuntamento enoico ideato da Gea Calì: “Vino rosa oggi è sinonimo di grande bevibilità e gusto – racconta – in Sicilia, ormai da diversi anni, si produce con un’idea ben chiara legata al vitigno e al territorio e la richiesta degli appassionati di vini è sempre più crescente proprio per la diversità che questa tipologia enologica riesce a raccontare”. Sulla scia del successo dell’ultima edizione dove erano presenti la Master of Wine Elizabeth Gabay e il miglior sommelier d’Italia 2021 AIS Stefano Berzi, quest’anno le novità saranno la presenza dei curatori della guida “100 Best Italian Rosé” che hanno scelto la Sicilia per condividere la presentazione e premiazione dei migliori dieci rosati d’Italia. Un evento, conosciuto e apprezzato non solo da tecnici, appassionati di vino e winelovers, ma anche da chi intende avvicinarsi a questo mondo: “In questi pochi anni abbiamo avuto modo di vedere l’evoluzione e l’attenzione che il mondo del vino sta dedicando ai vini rosa – racconta l’ideatrice Gea Calì – Drink Pink in Sicily vuole contribuire alla massima valorizzazione di questi vini che da Menfi all’Etna, passando per le isole, raccontano diversità e bellezza in ogni sfaccettatura in cui vengono proposti”.

Per l’edizione 2023 due i laboratori in programma: Chiara Giorleo e Antonella Amodio (Co-curators “100 Best Italian Rosé” ) e Gea Calì, condurranno una degustazione con i 10 migliori vini della guida (alle 18.30) mentre Alessandro Carrubba (delegato AIS Siracusa e Resp. Area Concorsi Ais Sicilia) dedicherà un focus specifico ai vini rosa siciliani e francesi (alle 17). Altra novità è il “Best Rosé Label”, premio che verrà assegnato, da una giuria di esperti, all’etichetta più originale grazie alla partnership con ArdeaSeal. Numerose le aziende che arriveranno da tutta l’isola per la festa dedicata ai rosati siciliani e che a partire dalle 18,30 presenteranno i loro vini nei banchi d’assaggio curati dai sommelier AIS.

L’evento dedicato ai rosati dai Vulcani ai tre Valli nasce per valorizzare questi vini non semplici o secondari ma che oggi hanno ottenuto dignità e valore con un profilo qualitativo sempre più elevato e ben apprezzato dal mercato.

100 Best Italian Rosé

Torna per il terzo anno 50 Top Rosé: la guida ai migliori rosati italiani diventa 100 Best Italian Rosé (pubblicata sul sito web www.lucianopignataro.itcon il sostegno di DsGlass e Vinolok. Sono state selezionate cento etichette per dare una indicazione chiara al consumatore: le prime 50 compongono una classifica, le seconde 50 sono nominate come Vino Eccellente a seguito del sondaggio nazionale e delle degustazioni alla cieca tenute in assoluto anonimato da Antonella Amodio, Chiara Giorleo, Adele Elisabetta Granieri, Teresa Mincione e Raffaele Mosca. I risultati della terza edizione verranno resi noti il 16 luglio in Sicilia nell’ambito di Drink Pink in Sicily mentre il 20 luglio si terrà una degustazione dei 100 vini selezionati al Marina di Stabia a Castellammare di Stabia, la più grande struttura per diportisti del Sud.

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Grande successo per la prima edizione del Thunnus Thynnus Fest svoltasi all’interno della Tonnara di Marzamemi

Grande successo per la prima edizione del Thunnus Thynnus Fest svoltasi all’interno della Tonnara di Marzamemi, in provincia di Siracusa, gli scorsi 21 e 22 giugno. Il festival, organizzato da Alfio Visalli, chef e mastro salatore, e Roberta Romano, consulente di diritto agroalimentare, grazie alla collaborazione con la Pro Loco di Marzamemi, ha rappresentato l’occasione di incontro e confronto tra specialisti del settore agroalimentare per valorizzare l’intera filiera del tonno rosso del Mediterraneo.

Nato dal desiderio di restituire una risorsa così preziosa alla cultura della Sicilia, l’evento ha aperto le porte della tonnara con l’ingresso di un magnifico esemplare di tonno rosso del Mediterraneo da 80 kg. Era dal 2007, anno dell’ultima mattanza della Tonnara di Favignana, ai tempi l’unica in attività tra le 65 un tempo presenti in Sicilia, che non entrava un tonno in una tonnara. Il momento è stato dunque celebrato con il taglio in diretta per ospiti, chef e giornalisti presenti operato da Visalli accompagnato dallo chef Ciccio Sultano del bistellato ristorante “Duomo” di Ragusa, taglio la cui sacralità ha generato momenti di grande emozione tra gli astanti.
Trenta i cuochi presenti, molti dei quali si sono esibiti in cooking demo a tema, oltre alle aziende sostenitrici, nell’unico intento comune di condividere la cultura del tonno rosso. In questa visione, grande successo ha avuto il laboratorio sensoriale tenuto dallo chef Visalli che ha illustrato la naturale architettura del tonno partendo dalle sue uova, la bottarga.

Molti i temi affrontati durante l’intero festival: dalla spiegazione dei 33 tagli del tonno all’analisi della filiera, dall’analisi sulle falle esistenti in quest’ultima alle problematiche legate alla ripartizione delle quote pesche. Il tutto attraverso momenti didattici, ma anche ludici di degustazione. Lo scopo è stato, sostanzialmente, quello di avvicinare il consumatore al prodotto attraverso il racconto dell’intero processo per favorire la conoscenza e quindi la consapevolezza nel riconoscimento e nella scelta della materia prima. “Anche la scelta di legare il nome del brand dell’evento alla denominazione latina del tonno rosso, Thunnus Thynnus appunto – spiegano gli ideatori Alfio Visalli e Roberta Romano – è legata all’obiettivo principale del progetto che è quella di divulgare la vera identità del tonno rosso Fao 37 in modo che possa entrare nel linguaggio comune ed essere riconosciuto nella sua specificità”.

Per far ciò, si sono susseguiti anche veri e propri momenti didattici e di confronto anche attraverso tavole rotonde di approfondimento, moderate dalla dott.ssa Romano, che hanno visto protagonisti Daniela Mainenti, professoressa di diritto processuale penale comparato all’Università UniNettuno e al dipartimento del mare Fondazione Ymca Italia, e Franco Andaloro, referente per la Sicilia del Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth, che si sono espressi e confrontati sulla comunicazione dell’intera filiera del tonno rosso, sulla sensibilizzazione alla sostenibilità e quindi alla tutela dello stesso anche da parte del mondo della ristorazione, sul contrasto alle azioni illegali che danneggiano l’economia e l’ambiente coinvolti in questo settore, sulla comprensione delle etichette presenti sul mercato che danno accesso a dati fondamentali per una corretta azione di acquisto da parte del consumatore quali la zona di pesca, il metodo di pesca e la denominazione del prodotto medesimo.

Una prima edizione di successo, quindi, che apre le porte a quella dell’estate 2024.

Thunnus Thynnus Fest non si sarebbe potuto ideare senza il sostegno e la collaborazione di: Iblea Pesca, Testa Conserve, Ferlito’s centro surgelati, Adelfio Conserve, Campisi Conserve, Signorelli Catering, TusiBio, Distilleria Giovi, U Mauru Gin, Oleificio Russo, Pasta Bia, BBC Pachino, ARS, Comune di Pachino, Thalas glass plates design, DAC, IdLab Project; 
e il patrocinio di: Associazione Cuochi Catania, Associazione Provinciale Cuochi Iblei, Associazione Provinciale Cuochi e Pasticcieri Aretusei, Federazione Italiana Cuochi, Unione Regionale Cuochi Siciliani.

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Cous Cous Fest: selezionati i 4 chef in gara per il campionato italiano a San Vito Lo Capo

Sono stati selezionati gli chef che si sfideranno a San Vito Lo Capo nell’ambito del Campionato italiano di cous cous, la gara tra chef nazionali che si sfideranno a San Vito Lo Capo in occasione del Cous Cous Fest, in programma dal 15 al 24 settembre prossimi. Il Campionato, alla settima edizione, è promosso da Conad, main sponsor del festival. Il Contest ha selezionato, tra le candidature ricevute da tutta Italia attraverso il sito Internet del festival, 4 chef professionisti e 4 chef emergenti.

A contendersi il titolo di Campione italiano di cous cous saranno, venerdì 15 e sabato 16 settembre, Benedetto Di Lorenzo, lo chef più votato dal web (con 4.449 voti) di origini palermitane, Antonello Pomata, da Carloforte, sull’isola di San Pietro in Sardegna, la romana Micaela Di Cola e Stefano Zamboni di Rovigo.

“Rinnoviamo con soddisfazione il nostro supporto a un’iniziativa sul territorio a noi molto cara – commenta Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad – Lo facciamo non solo per il grande successo dell’evento, un trionfo di colori, profumi, sapori e saperi del Mediterraneo che si incontrano e si confrontano, ma anche come espressione concreta dell’impegno di Conad per la cultura e le giovani generazioni”.

Campionato italiano di cous cous Conad: ecco gli sfidanti

Benedetto Di Lorenzo, classe 1993, lavora come capo partita al Blu Restaurant e Lounge a Locarno, in Svizzera e gareggerà con la ricetta dal titolo “Rientro in Sicilia”, un cous cous bagnato con un brodo dashi allo zafferano e a base di sashimi di tonno, bisque di gambero rosso di Mazara, capperi di Pantelleria in polvere e una jam di pomodoro a km 0. Antonello Pomata, da Carloforte, sull’isola di San Pietro in Sardegna, presenterà una variante di cascà, il cous cous carlofortino, il Raiö de cascà au Capun. La romana Micaela Di Cola, in arte Mikychef, executive chef, ha lavorato tra Roma, Milano, Parigi, Saint Tropez, Bangkok e Cape Town; è uno dei 15 Top Chef Italia del 2016 oltre che consulente per start up di ristoranti, home economist per cinema e pubblicità. L’abbiamo vista in tv come chef tutor di Rai2. Gareggerà a San Vito Lo Capo con la “Amatriciana di Salmerino”, un cous cous con acqua di pomodori Pachino, pecorino Cibaria, tartare di salmerino affumicato.

Viene da Rovigo Stefano Zamboni, chef consulente del gruppo Alto Adriatiko a Rosolina (Ro), con esperienze anche da docente dalla Grecia all’Egitto, da Trinidad e Tobago fino a Shanghai. Il piatto che presenterà al festival è un cous cous cosmopolita, a base, tra gli altri, di gamberi, muhammara, una crema al peperoncino, cetrioli e pomodori marinati e squacquerone di Romagna Dop.

In gara anche gli studenti per il Campionato dedicato agli chef emergenti

Anche quest’anno ci sarà spazio per gli chef emergenti che parteciperanno al “Next generation student contest Conad”, la competizione dedicata alle nuove generazioni di chef rivolta agli alunni degli Istituti alberghieri italiani. Ecco i selezionati: Alessandro Di Gregorio dell’Istituto Danilo Dolci di Partinico (Pa) che è stato il giovane più votato dal web con 1374 voti e preparerà un cous cous dolce, il cous…cassata; Julia Nappi della Scuola alberghiera Elis di Roma presenterà una ricetta dal titolo “Facciamo alla romana?”: un cannolo croccante preparato con cous cous e albume d’uovo pastorizzato e montato che ripropone i classici sapori della carbonara e della cacio e pepe, ma trasformati ed interpretati in maniera del tutto differente; Marilù Cimarolli dell’Istituto professionale Migliorini di Finale Ligure (SV) gareggerà con una Tartelletta vegana di cous cous con lamponi, mandorle e albicocche; Lorenzo Menna dell’Istituto Professionale di Stato Pietro Piazza di Palermo preparerà, infine, la ricetta dal titolo “Notte stellata ad Alicudi”.

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Brugnano per “Connessioni”, la prima mostra a Palermo di Simone Lingua.

L’artista “veste” Honoris Causa, Doc Sicilia Riserva. Quattro bottiglie personalizzate da Simone Lingua andranno all’asta per AGISCI Palermo

L’anima contemporanea di Brugnano incontra l’arte di Simone Lingua e si connette al dialogo tra ambiente, spettatori, città, guardando al futuro.

Il giovane dinamismo della cantina di Partinico, guidata dai fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano abbraccia l’arte e il legame col territorio.  La cantina è partner di Connessioni, mostra che ha debuttato lo scorso sabato 25 giugno a Palazzo Drago Airoldi e che sarà visitabile fino al 15 luglio. Una personale di Simone Lingua, la prima a Palermo, curata da Tiziana Tommei, promossa da Domus Art Gallery Athens, patrocinata dal Comune di Palermo e realizzata grazie al contributo di Fondazione Pietro Barbaro. La mostra si compone di due parti tra loro connesse: da una parte il primo atto di un progetto più ampio legato alla città di Palermo, dall’altra una serie di opere cinetiche ed installazioni site-specific. All’interno del cortile del Palazzo, Brugnano accoglie i visitatori con un grande banco specchiato, ideato dall’artista.

“Il progetto di Simone Lingua ci ha convinti sin dal nome “Connessioni” – afferma il produttore Francesco Brugnano – perché per mezzo del vino e oltre al vino il nostro desiderio è quello di condividere una visione, mettere insieme energie, bellezza, persone, innescare un circolo virtuoso che ci porti a produrre emozioni positive, soprattutto per i visitatori stranieri che attraverso un’esperienza o un calice di vino, visitando la nostra terra, portano con sé, nel mondo, il ricordo di un’emozione unica”. 

La mostra è la prima tappa di un progetto più ampio che si svilupperà in occasione del prossimo Festino di Santa Rosalia. In questo primo step, Palazzo Drago diventa strumento creativo, non mero contenitore o sfondo, e tutto si sviluppa attraverso il concept dello specchio, una costante dell’opera dell’artista. Lo specchio, con le sue molteplici potenzialità e poliedriche valenze, immerge attivamente il visitatore in una dimensione in cui confluiscono cinetica, rifrazione e alterazione della realtà. Connessioni multiformi, in un’esposizione che unisce, lungo un percorso che diviene metafora della contemporaneità, frammentato e stratificato, a tratti destabilizzante, ottenuto dalle superficie riflettenti. 

“Connessioni è un esperimento. – spiega Simone Lingua – Ho immaginato le mie opere espandersi e moltiplicarsi in una miriade di frammenti. E così, come porzioni di specchio, invadere gli ambienti del Palazzo, secondo un ordine dettato dalle geometrie architettoniche e dalle opere. Dividere per riunire. Ogni frammento di specchio è uno strumento per instaurare nuove connessioni, tra le opere stesse, tra queste e l’ambiente, tra uomo e arte, e soprattutto tra gli esseri umani”. 

Ad ispirare l’artista anche il prodotto di punta della cantina, Honoris Causa, Doc Sicilia Riserva. Quattro bottiglie cromate diventano parte dell’installazione, opera nell’opera, e acquisiscono valore artistico. Saranno vendute all’asta e il ricavato sarà interamente devoluto ad Agisci Palermo Onlus. “Abbiamo scelto di donare tutto ad Agisci Palermo Onlus perché è questo il senso più profondo del connettere, il dare”, dice Brugnano. Le modalità per partecipare all’asta saranno comunicate dalla cantina sulle proprie pagine social, dove sarà inserito un link per partecipare. 

Doc Sicilia Honoris Causa è il rosso importante della cantina, il vino che ne ricorda il successo degli anni passati, capace di riscuotere consensi nei concorsi enologici e dalla stampa di settore. Un rosso complesso e capace di grande longevità. Honoris Causa Doc Sicilia, Riserva 2018 nasce da uve Nero d’Avola per il 90 % e Syrah per la restante parte. Affina in acciaio con macerazione sulle bucce per circa 12 giorni ad una temperatura di fermentazione di26-30°C. Effettua la fermentazione malolattica e affina in barriques di rovere francese prevalentemente nuove per un periodo di 24 e successivamente in bottiglia. Si caratterizza per il colore porpora. Al naso un frutto pieno di marasca, fiori di rosa e viola, profumi di sottobosco e fungo accennato, con un principio di note balsamiche di pino selvatico. 

La mostra Connessioni è parte di Contemporary Illusions, concept che mette in dialogo arte, architettura e natura mediante l’applicazione di specchi sulle superfici di edifici e monumenti storici delle principali città italiane.

“Abbiamo lavorato diversi mesi alla realizzazione di questa personale ospitata a Palazzo Drago Airoldi. – commenta la curatrice, Tiziana Tommei – Si tratta della prima mostra di Simone Lingua a Palermo e, auspichiamo, l’avvio di un sodalizio con la città e il territorio al fine di consentire lo sviluppo di una progettualità più densa e stratificata”. 

In occasione del prossimo Festino di Santa Rosalia, patrona di Palermo, l’installazione di Lingua interesserà l’assa che va da Porta Felice a Porta Nuova, lungo il Cassaro. Dopo Firenze, Roma, Pisa e Gaeta, ora a Palermo.

LA MOSTRA 

La mostra, il cui protagonista indiscusso è lo specchio, apre con una pioggia di linee sospese al centro del cortile d’onore. Dall’esterno all’interno, negli ambienti del piano terra e nei saloni di rappresentanza, trovano connessione scultura, design e installazione: il plexiglass e l’acciaio Supermirror (materiali propri della ricerca dell’artista), il vetro e lo specchio, i led, entrano in simbiosi con intonaci, pietra, modanature e affreschi, mentre l’arte cinetica, trait d’union del progetto espositivo, incontra la classicità dell’eclettismo palermitano. Nelle creazioni di Lingua la messa in movimento dell’opera è demandata allo spettatore: è lui stesso che induce l’effetto cinetico. Lungo l’iter tracciato tra gli spazi del palazzo, lo spettatore è invitato a rapportarsi con gli effetti di specchi diversi in cui riflettersi collocandosi nell’ambiente circostante e per specularità nelle opere. Specchi sospesi nella corte; specchi che si innestano come fenditure tra le pietre delle scuderie; specchi in forme concave e convesse che alterano illusoriamente l’ambiente; specchi che includono spazio e opere. L’invito è a guardare all’ambiente in maniera inedita, è un’esortazione ad interrogarsi su possibilità e limiti della percezione. Lo specchio amplifica e si fa strumento di connessione. Un continuo dialogo in cui il visitatore è chiamato ad osservare se stesso e la realtà, se stesso in rapporto all’ambiente e alle molteplici potenzialità della percezione. L’edificio, Palazzo Drago, scelto per la sua posizione e per le sue peculiarità storiche e architettoniche, contribuisce alla messa in scena dei meccanismi di visione e percezione alla base del dialogo con le opere. 

“Per la prima volta si mettono in connessione opere e installazioni site-specific con interventi volti ad amplificare e diversificare gli effetti cinetici, di rifrazione e di alterazione della realtà, sempre insiti nella poetica del creativo. – spiega Tiziana Tommei – “Connessioni” è il principio che ha determinato il disegno della mostra nella sua totalità. Come di consueto, l’opera dell’autore si dispiega su livelli distinti, ma complementari: l’aspetto più subitaneo, emozionante e coinvolgente che trascina nell’opera si compenetra con un impatto più potente e complesso, affatto facile e che rifugge qualsivoglia immediatezza, divertissement o intento ludico”. 

E per la prima volta, all’interno della mostra, sarà anche possibile ammirare la linea di gioielli ideata da Simone Lingua e realizzata da SEMAR: Klinve. Creazioni in oro bianco 18 carati e vetro zaffiro, nate dal connubio tra arte orafa e arte cinetica, design e alto artigianato. 

Connessioni è aperta tutti i giorni, con orario 15 – 23, ad ingresso libero.
Il piano nobile è accessibile dalle ore 11 alle 18, con biglietto d’ingresso al palazzo. 

La mostra chiuderà sabato 15 luglio, ulteriore legame con la terra panormita che in quel giorno celebra la Festa di Santa Rosalia, rendendo omaggio alla città, alla sua storia e alle sue tradizioni

Informazioni:

www.domusartgalleryathens.com

info@domusartgalleryathens.com

Telefono +39 391 398 0252

WhatsApp +30 690 747 7997 

www.palazzodragoajroldi.com

 +39 333 7986324

Sito web artista

www.simonelingua.it

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La Musica del Vino, un suggestivo percorso multisensoriale con lo speciale abbinamento vino-musica

Un suggestivo percorso multisensoriale con lo speciale abbinamento vino-musica per ampliare e far risaltare le caratteristiche organolettiche del vino.

La pietra antica O’ munti – Turismo rurale – di Puntalazzo – fraz. Mascali (CT), sabato 8 luglio alle ore 19.00, ospiterà l’evento definito “La Musica del Vino”, il primo di una serie di eventi, con tematiche diverse, previsti per la stagione estiva-autunnale 2023.

I grandi protagonisti della serata:

  • La splendida cornice de La pietra antica O’ munti, un antico palmento del 1800, alle pendici dell’Etna, riconvertito in struttura ricettiva pur mantenendo sempre la sua anima ed identità fortemente legate al territorio.
  • Gli autentici vini dell’Etna dell’esclusiva azienda CANTINE DI NESSUNO (sponsor unico), con la proposta di tre etichette provenienti dai vigneti della generosa zona Sud-Est del vulcano.
  • Il talentuoso “Siracusa GuitarDuo” che attraverso l’attenta scelta di alcuni brani musicali, accompagnerà gli ospiti durante la degustazione, in collaborazione con l’azienda vitivinicola.
  • Specialità gastronomiche locali de La pietra antica O’ munti.

Il gusto del vino può cambiare in presenza di alcune circostanze: l’ambiente, il clima, il cibo, la compagnia, la musica. Il vino sarà sempre lo stesso ma il gusto percepito sarà differente.

Ed ecco come entra in gioco la musica: essa stimola determinate zone del cervello per cui, se beviamo il vino mentre ascoltiamo determinati brani musicali, queste aree del cervello sono già attive pertanto influenzeranno il gusto che percepiamo del vino.

Prenotazioni e vendita biglietti attraverso il sito www.lapietraantica.it