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Nasce Volcano Etna Dirty Gin, il primo gin siciliano realizzato con olive Nocellara dell’Etna e olio extra vergine d’oliva Monte Etna DOP

Nasce Volcano Etna Dirty Gin, il primo gin macerato con olive Nocellara dell’Etna in salamoia e affinato con olio extra vergine d’oliva Monte Etna DOP (Denominazione di Origine Protetta). Un omaggio al territorio dell’Etna e un richiamo ad un drink leggendario: il dirty Martini.

L’etichetta si fregia della dicitura “with Extra Vergin d’oliva Monte Etna DOP” grazie alla concessione rilasciata dal MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste). Ed è la prima volta che il nome di una cultivar di oliva campeggia sul packaging di un gin con la denominazione riconosciuta dal suo ente di competenza. È stata la biodiversità dell’Etna ad ispirare ancora Alessandro Malfitana, Diego Pollicina e Stefano Lo Giudice, i tre giovani produttori e fondatori della Volcano S.r.l., l’azienda nata nel 2016, ormai nota nel settore degli spirits per il suo primo successo: Volcano Etna Dry Gin, il primo gin siciliano che racconta l’Etna con l’utilizzo di botaniche del territorio vulcanico più cool del mondo.

Così, l’ultimo ‘gioiello da bere’ di casa Volcano, dopo Volcano Etna Dry Gin e Volcano Etna Rosé Gin, omaggio alla tradizione vinicola etnea e al vitigno Nerello Mascelese, è proprio il gin che celebra la Nocellara dell’Etna Dop, cultivar di grande pregio, che può essere usata come oliva da tavola o come varietà da cui estrarre uno degli olii tra i più apprezzati per le sue caratteristiche organolettiche. Il nuovo prodotto, Volcano Etna Dirty Gin, arricchisce la produzione artigianale dell’azienda nata nel comune di Santa Venerina, all’interno dell’antica distilleria “Cavalier Giuffrida” di Mastro Mariano. Si ispira al territorio da una parte e, come già anticipato, ad un drink iconico dall’altra, il dirty Martini.

“L’Etna ammalia il mondo per il suo magnetismo, ma la sua bellezza è nella ricca biodiversità che offre. Per noi, è una fonte inesauribile di ispirazione e il nostro nuovo gin valorizza uno dei suoi frutti più pregiati, l’oliva Nocellara dell’Etna – racconta Alessandro Malfitana -. Da amanti dei drink abbiamo poi voluto render omaggio al leggendario dirty Martini, popolarmente noto come “Martini sporco” o “Martini in salamoia”, un Vodka Martini a cui viene aggiunto un po’ di liquido di salamoia delle olive, che intorbidisce il cocktail trasformandolo del tutto. Ma perché non farlo con il gin? ci siamo detti. Ed ecco che è nato il nostro Volcano Etna Dirty Gin, in pratica il leggendario drink pronto per la beva, ma con le olive giuste, quelle che ci regala la nostra Mamma Etna, donandogli quindi una connotazione specificatamente territoriale”.

Le olive Nocellara dell’Etna DOP condite nella tradizionale ricetta della salamoia vengono messe a macerare con la massa del Volcano Etna Dry Gin, successivamente avviene un ulteriore passaggio con una piccola percentuale di olio extravergine che dona una nota speziata e velatamente piccante. Ne risulta una miscela dai tratti unici, con sentori ed aromi derivanti dalla materia prima dalla quale nasce. Nel frutto della Nocellara dell’Etna DOP, tra le caratteristiche organolettiche, si trovano sentori di pomodoro verde, frutta secca e carciofo che si legano alla base di Volcano Gin, con le sue note floreali di ginestra, bacche di ginepro e finocchietto selvatico.

Per arrivare alla ricetta perfetta ci sono volute 38 prove. “Non sono tante, rispetto a quante ne sono servite per il nostro primo prodotto. In questo caso, siamo rimasti soddisfatti ben presto”, dice Malfitana. E aggiunge: “Anche in questa occasione abbiamo puntato su un packaging esclusivo impreziosito dal nostro ineguagliabile tappo vulcanico artigianale. La pietra pomice portata ad altissima temperatura sviluppa una colorazione bianca, estraendo la componente solforosa minerale ed una volta frantumata riusciamo ad avere il nostro composto lavico che anche in questa circostanza permette che un pezzettino di Etna viaggi con ogni singola bottiglia di Volcano Etna Dirty Gin, ovunque essa vada, voli o permanga”.

Il risultato è sicuramente vulcanico, come lo spot di lancio che questa volta i tre giovani produttori hanno girato a Taormina, perla dello Ionio che dal mare guarda l’Etna, in perfetto stile 007. Il richiamo è sempre al drink iconico che fu celebrato dalla famosa frase di Sean Connery, nei panni di James Bond, il quale nel film “Agente 007 una cascata di diamanti”, afferma “Shaken, notstirred”. I tre “agenti” si muovono con il loro ultimo “gioello da bere” tra le vie della città fondata nel 358 a.C., mentre nella scena finale una donna ride, beffardamente compiaciuta, con il cocktail in mano.

Le bottiglie in edizione limitata e numerata, con il loro design ricercato e con i loro originali tappi composti da una miscela di sabbia vulcanica hanno una prima produzione di 5.000 pezzi.

“Siamo felici di potere esprimere ancora una volta la nostra territorialità, le nostre radici, con un gin che racconta l’Etna, le sue unicità confrontandosi col mercato internazionale. Non vediamo l’ora di portarlo in giro per il mondo”, affermano i tre soci.

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Vendemmia 2023: si prospetta una delle annate più difficili

Peronospora, situazioni climatiche estreme, hanno messo a dura prova i vigneti. Stime difficili e premature con un calo stimato fino al -35% in alcune zone. I produttori parlano di qualità delle uve siciliane non compromessa.

La vendemmia più lunga d’Italia, mediamente oltre cento giorni, quest’anno inizierà con un ritardo di dieci giorni rispetto all’annata 2022. Nonostante il susseguirsi di condizioni climatiche estreme-dalle piogge torrenziali di maggio e giugno al caldo estremo di luglio- gli incendi e la presenza di attacchi fungini, tra cui la peronospora della vite, la condizione e la qualità delle uve in Sicilia non sembra essere compromessa. Grazie al ritorno delle temperature più fresche, il calo iniziale, stimato fino al 40% in alcune zone, potrebbe essere inferiore.

Si comincia nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, per poi proseguire con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia siciliana saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre.

A rendere unica la vendemmia siciliana-commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – è la varietà degli areali siciliani. Ogni territorio presenta delle condizioni climatiche e dei suoli unici che si traducono nella straordinaria diversità e varietà della produzione vitivinicola siciliana. A circa una settimana dall’inizio della vendemmia è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione. Sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie ad una agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici puntando sulla qualità e non sulla quantità – conclude Mariangela Cambria.

Andamento stagionale annata 2023 e previsioni vendemmiali

Sicilia Occidentale

Ad oggi la qualità delle uve è ottima, non avendo avuto problemi di oidio né di botrite; a causa del grande caldo abbiamo perso circa il 40% delle uve, anche se essendo tornate temperature più fresche le uve non bruciate stanno iniziando a riprendere vigoria per cui il calo potrebbe complessivamente essere inferiore. Siamo soddisfatti di come abbiamo gestito il problema peronospora, avendolo fatto preventivamente grazie all’ausilio di capannine meteo che hanno la capacità di indicare elettronicamente la probabilità della malattia, evitando danni irreparabili- commenta Filippo Buttafuoco, tecnico viticolo di Cantine Settesoli.

Nell’areale viticolo di Regaleali, in provincia di Palermo, i mesi di marzo e aprile, tendenzialmente asciutti e freddi, hanno determinato un ritardo nel germogliamento generale di circa 10 giorni.

Questo ritardo ha contribuito a rendere più gestibile il successivo periodo molto piovoso ma tendenzialmente freddo, e reso la pressione delle patologie della vite, quali la peronospora, meno invasiva – commentano Lorenza Scianna e Laura Orsi, enologhe di Tasca d’Almerita.

Attualmente le vigne presentano una chioma adeguata, sono sane e si registra una diminuzione delle temperature medie cha lascia presagire una buona maturazione delle uve a partire dall’invaiatura di Pinot nero e Chardonnay che sta avvenendo in questi giorni- continuano Lorenza Scianna e Laura Orsi. Riguardo alle quantità, anche la tenuta di Sallier, a Camporeale, dovrebbe rispettare le medie storiche aziendali ma è ancora presto per cantare vittoria. La buona copertura vegetativa protegge l’uva da eventuali bruciature e aiuta a conservare aromi e freschezza.

Infine a Mozia, l’isola è poco influenzata dalle condizioni climatiche delle terra ferma, l’alberello dovrebbe maturare subito dopo Ferragosto con quantità che rientrano nelle medie storiche di Mozia e con uve sane e croccanti concludono Lorenza Scianna e Laura Orsi.

Etna e Nord Est

Manca ancora qualche mese all’arrivo della vendemmia sull’Etna dove fino a fine giugno si sono registrate basse temperature e piogge continue, tali da rendere difficili gli interventi in vigna, seguite dal caldo estremo di fine luglio con ridotte escursioni termiche tra giorno e notte e vento caldo.

Grazie alle sabbie vulcaniche molto drenanti, alle altitudini importanti e ventilazione costante, non c’è stata presenza di peronospora e, nonostante i picchi di temperature alte, le piante si mantengono bene- commenta Maria Carella, enologa di Cantine Nicosia, sul versante Sud est di Trecastagni, Zafferana e Santa Venerina.

Sul versante Nord dell’Etna, Patricia Toth, enologa di Planeta, conferma che la peronospora è sotto controllo grazie all’arrivo del caldo e delle alte temperature. Nelle zone alte, intorno a 900 metri, abbiamo delle uve stupende grazie alla diversa ventilazione di queste zone e anche alla struttura dei suoli.
A Capo Milazzo, siamo nel Nord- Est dell’Isola, i venti che tante volte possono diventare una sfida quest’anno hanno trovato pace, l’allegagione e anche il controllo degli insetti alla data odierna sta procedendo bene- conclude Patricia Toth.

Sud-Est

“La vendemmia 2023 sarà una delle più difficili degli ultimi tempi. Quest’anno, caldo torrido di questi giorni a parte, abbiamo avuto piogge torrenziali e forti raffiche ventose nei mesi di maggio e giugno, importanti per la fioritura delle nostre uve, condizioni climatiche che hanno messo in ginocchio il duro lavoro che ogni giorno con la mia squadra portiamo avanti – commenta Arianna Occhipinti. L’arrivo consistente della peronospora ha causato danni considerevoli per il 30-35 % circa della nostra futura produzione; i trattamenti di zolfo e rame (unici trattamenti che facciamo in vigna) in concentrazione maggiore, non sono bastati a contenere il problema. Avremo sicuramente una raccolta inferiore rispetto la vendemmia 2022. Questo non vuol dire però che la qualità delle uve sarà messa in discussione, anzi, possibilmente avremo meno quantità ma una maggiore qualità” conclude Occhipinti.

A Vittoria – commenta Patricia Toth di Planeta – è importante sottolineare la posizione e il suolo dei vigneti. Ci troviamo sul pendio con un puro strato superiore sabbioso, che affaccia il mare, sopra Marina di Acate, dove appunto la sabbia e il movimento d’aria non hanno dato spazio ad un’umidità costante. Prevediamo buone produzioni come sul Nero d’Avola anche sul Frappato, tenendo sotto osservazione stretta i vigneti per controllare la presenza delle cocciniglie e cicaline.

A Noto, come generalmente in tutta l’isola, ad oggi consideriamo circa una settimana o anche 10 giorni di ritardo nelle fasi fenologiche, con uve sane e davvero promettenti-conclude Patricia Toth.

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Terre Sicane Wine Fest 2023 da record: tutti i vincitori del concorso e i dettagli del grande successo della quinta edizione

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Il vino come motore di riscoperta e valorizzazione di un grande areale, è stato questo il tema del “Terre Sicane Wine Fest” 2023 che dal 28 al 30 luglio ha attirato appassionati e tecnici con riscontri ben oltre le aspettative.

Un’idea partita 5 anni fa a Contessa Entellina, comune pilota dell’iniziativa, e che oggi coinvolge i comuni delle Terre Sicane: Menfi, Sciacca, Sambuca di Sicilia, Montevago, Santa Margherita Belìce, un nuovo modello di connessione tra borghi che sono anche realtà produttive.

“Il Terre Sicane Wine Fest è un investimento di risorse per la nostra piccola amministrazione – ha dichiarato nella piazza gremita di winelovers il sindaco di Contessa Entellina Leonardo Spera – ma ogni anno siamo ripagati da riscontri e ricadute positive sul territorio e questo ci spinge a continuare a credere in questa visione dei borghi come luoghi dove restare e fare impresa, anche per i giovani”.

Una sinergia condivisa tra pubblico e privato quella del Terre Sicane Wine Fest. “Il progetto è nato con obiettivi molto precisi – racconta Michele Buscemi, presidente dell’Associazione Enonauti – rafforzare la rete dei produttori di vino e di altre eccellenze agro alimentari e offrire loro una vetrina dove potersi raccontare nell’autenticità del loro lavoro, questa quinta edizione con questa straordinaria partecipazione di pubblico e di settore conferma l’interesse crescente che desta questa Sicilia finora poco conosciuta e adesso così ricercata”.

Ottima performance anche per i vini durante le masterclass in piazza a Contessa Entellina e anche nell’appuntamento riservato ai tecnici, durante il consueto concorso enologico presieduto dal docente e giornalista Luigi Salvo. Punteggi sempre più alti e riconoscimenti che in modo trasversale premiano aziende con filosofie diverse tra loro, ecco tutti le targhe: per il “Miglior Grillo” ha vinto la debuttante Terre di Entella – Azienda Agricola Biologica con il Grillo vendemmia 2022, per il “Miglior Nero d’Avola” ha vinto Mandrarossa Wines con Terre del Sommacco vendemmia 2019; per i “Premi Piacevolezza” il Grillo di Cantine De Gregorio Rahana 2020 e il Nero d’Avola di Tenuta Stoccatello – Agricoltori dal 1923 Avvocà 2022.

“Abbiamo raccontato con naturalezza la qualità delle nostre produzioni – sottolinea Gori Sparacino, Direttore della Federazione Italiana Strade del Vino – ci siamo messi in gioco con un importante territorio ospite: quest’anno la Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese è stata la nostra partner di un gemellaggio che vuole essere scambio di competenze e di culture. La soddisfazione è enorme nel vedere che il nostro potenziale enoico ed enoturistico è apprezzato dai professionisti del vino di Toscana, leader riconosciuti del settore”. Molto partecipati anche i convegni che tra i tanti argomenti hanno trattato anche della vendemmia turistica appena regolarizzata dal protocollo d’intesa sottoscritto fra l’Ispettorato nazionale del lavoro e l’Associazione nazionale Città del Vino, a parlare dettagliatamente di queste novità e dei tre enoturistici si sono alternati Paolo Morbidoni Presidente Federazione Italiana Strade, dell’Olio e dei Sapori, Paolo Radica Presidente Città del Vino, Antonio Rallo Presidente Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia, Angelo Barone Presidente Consulta Nazionale Distretti del Cibo, Roberta Urso Delegata Regionale Donne del Vino e Bruna Caira Strada del Vino Nobile di Montepulciano.

Il circuito delle Terre Sicane emerge anche per la vocazione all’accoglienza e all’ospitalità enoturistica. “Le aziende vitivinicole hanno aperto le porte delle loro cantine alla stampa e agli addetti ai lavori che hanno potuto riscoprire un areale di eccellenze – racconta Gunther Di Giovanna Presidente Strada del Vino Terre Sicane – dall’anteprima tenutasi presso la tenuta Ulmo di Planeta con la partecipazione corale delle Donne del Vino di Sicilia, ai momenti di contatto diretto con i vignaioli di Antico Frantoio, Donnafugata, Baglio Carrubba, Le Sette Aje”.

Tra i sostenitori del Terre Sicane Wine Fest 2023 insieme alla Strada del Vino delle Terre Sicane e al Comune di Contessa Entellina, si ringrazia Fondazione Inycon, SicilBanca, Donnafugata e DIbTek.

L’appuntamento con la prossima edizione del Terre Sicane Wine Fest è già in agenda, l’organizzazione ha comunicato le date ufficiali del prossimo 26, 27 e 28 luglio 2024 per ritrovare vini, paesaggi e percorsi enoturistici delle Terre Sicane.