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Cantine Aperte 2017, Sallier De La Tour

Domenica 28 Maggio. Come ogni anno, da oltre 20 anni, il Movimento Turismo del Vino promuove (e con gran successo di pubblico) l’evento Cantine Aperte. L’ultima domenica del mese di maggio molti produttori di vino aderiscono a questa giornata di festa per tutti i winelover d’Italia.

Non potevo farmi scappare l’evento. Con gli amici Rossana, Emanuele e Davide decidiamo di andare a visitare un territorio votato al Syrah e quindi scegliamo di visitare la cantina Salire De la Tour. Siamo nella Valle dello Jato, a Camporeale, in provincia di Palermo. Il territorio ricade nell’area di produzione della Monreale DOC. Una DOC, quella di Monreale, che ha accolto un vitigno internazionale che, negli anni, si è sentito sempre più a suo agio in queste terre: il Syrah, che ha trovato nella Valle dello Jato una casa accogliente.

L’azienda, che comprende quasi 80 ettari di terra e una cantina per la vinificazione, è gestita da Tasca D’Almerita. Un tocco liberty in piena campagna. Qui nascono i quattro monovarietali, Nero d’Avola, Syrah, Grillo e Inzolia e il cru Monaca, altro Syrah in purezza che segue un affinamento più lungo.

Nero d’Avola 2015
Il Nero d’Avola dalle due anime, quella affinata in acciaio e quella in legno. Non mancano, al naso così come al palato, le tipicità della frutta rossa e della liquirizia, unite a quel legno che rende i tannini del Nero d’Avola più gentili.
Syrah 2015
Un bel rosso rubino, dalla sfumature violacee, che sa di frutti neri e spezie, in primis il pepe, caratteristica tipica dei più grandi Syrah al mondo. Qui si arricchisce di profumi di macchia mediterranea, di ribes nero e mora.
Grillo 2016
Semplice, fresco, sapido e anche di buona persistenza. Un Grillo pronto e piacevole.
Inzolia 2016
I suoi sentori sono molto siciliani e ricordano i profumi di zagara e mandorle. Fresco e buona beva.
La Monaca 2014
La Monaca, dal nome della storica cantina, nasce da una selezione delle migliori uve di Syrah della Tenuta. Un vino che affina 18 mesi in rovere francese e 6 mesi in bottiglia. Rosso rubino intenso. Note nere e profonde, balsamiche e speziate, miste a una freschezza mediterranea.

La giornata, che ha previsto anche una visita dei vigneti e della cantina di vinificazione, prosegue tra un assaggio di vino ed un’altro, fino a completare tutta la linea. La giornata si conclude quindi con grande soddisfazione, quella di aver scoperto un bellissimo territorio ed una bella azienda.

Tenuta Sallier de La Tour

Contrada Pernice
90043 – Camporeale (PA)
Tel. +39 091 6459750
Tel. +39 091 6459712
tenutasallier@tascadalmerita.it
www.tascadalmerita.it
Foto: Ignazio Perez
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Tenuta Regaleali di Tasca d'Almerita, un paesaggio unico al mondo. Tra bellezza e storia nel cuore della Sicilia

Uno spazio verde infinito, un paesaggio fatto di morbide colline dove filari di vigne, olivi, erbe aromatiche e alberi da frutto trovano il loro habitat naturale. Siamo a Sclafani Bagni nella splendida Tenuta Regaleali, a circa 50 chilometri a sud-est di Palermo, nel cuore della Sicilia. Dal 1830 questo territorio e questa azienda racconta una parte della storia della regione, attraverso il suo paesaggio, chi lo coltiva, il vino prodotto da questa simbiosi fra uomo e natura.

Regaleali era uno dei feudi della Sicilia centrale, famoso per la fertilità dei suoli e la bontà dei suoi prodotti. Una classica azienda agricola dove convivevano (e convincono tuttora) grano, olivi, pascolo e vite. La sua particolare posizione geografica le conferisce un clima particolare caratterizzato da inverni freddi e forte escursione termica estiva.

L’azienda è estesa 520 ettari e, nonostante negli ultimi 50 anni si sia sviluppato l’aspetto vitivinicolo ed i vigneti oggi ricoprono una superficie vicina ai 360 ettari, sono state mantenute tutte le coltivazioni tradizionali in modo da garantire alla tenuta una giusta diversità colturale e da non perdere tutte quelle ricchezze agricole che fanno parte del patrimonio dell’azienda.

La serata

Siamo a Marzo, è lunedì. Io, Emanuele, Fabio e Leonardo. Pronti a partire da Mazara del Vallo nel primo pomeriggio. Dopo un viaggio in macchina di circa tre ore siamo arrivati alla tenuta Regaleali alle 19.00 circa e subito siamo stati accolti e accompagnati in camera giusto per darci una sistemata. Subito dopo siamo stati invitati a fare l’aperitivo nel salone del baglio, uno spazio affascinante e molto accogliente, ricco di cimeli, di premi e riconoscimenti che la famiglia Tasca ha ottenuto nel corso degli anni, molti dei quali risalenti anche all’800.

All’aperitivo, servito tra una chiacchierata e l’altra stando comodamente seduti al lato di un caldo camino, ci è stato servito l’Almerita Brut, un metodo classico ricco, fragrante e fruttato ottenuto da uve Chardonnay e che si presenta al palato con una bella cremosità e morbidezza.

Dopo l’aperitivo siamo stati invitati nella sala da pranzo dove ci è stata servita una bella cena accompagnata da tre ottimi vini.

Con il primo, delle pennette al cavolfiore con uva passa e mollica tostata ci viene servito lo Chardonnay Villa San Francesco 2015, un vino dal colore giallo dorato intenso, con profumi che ricordano la frutta gialla, la vaniglia, la cannella. Un sapore ricco e intenso, complice anche una bella freschezza data da una buona acidità. Un vino molto equilibrato. Un ottimo Chardonnay.

Con la seconda portata, uno spezzatino di castrato accompagnato da una caponata classica siciliana, viene servito il Cabernet Sauvignon Vigna San Francesco 2013, un rosso rubino con bei riflessi granati che al naso esprime sentori di frutta rossa matura, spaziatura di vaniglia e pepe nero, lievi sentori di menta nel finale. Al palato viene fuori il frutto. Un vino di buona freschezza e di grande equilibrio.

La famiglia Tasca è stata una delle prime in Sicilia ad intuire le potenzialità dei grandi vitigni internazionali e queste due etichette, i cui vigneti sono stati impiantati nella tenuta di Regaleali già nel 1985, sono il risultato di un grande lavoro e di una grande visione internazionale dei vini siciliani.

A fine cena arriva il dessert, un cannolo siciliano accompagnato da un vino passito ottenuto da uve Moscato e Trainer Aromatico, Diamante 2015. Bel colore giallo oro. Al naso esprime profumi di frutta candita mentre al palato si presenta dolce e morbido.

La serata continua nel salone accanto al camino, e tra un calice di ottimo vino ed una chiacchierata con il gruppo ci rendiamo conto che l’ora si è fatta tarda e così la serata volge al termine.

Colazione

Sarà stato il buon vino bevuto la sera prima, sarò stata l’aria fresca e pulita di campagna che si respira in questa tenuta, sta di fatto che mi sono svegliato alla buon’ora, tranquillo e rilassato per una notte passata in una camera comoda e spaziosa, arredata e rifinita con una eleganza d’altri tempi, proprio come nello stile di tutta la struttura.

Mi affaccio dal balcone e il colpo d’occhio è affascinante: tutta la tenuta Regaleali davanti ai miei occhi, con il sole ancora tiepido ad illuminare le immense colline ricche di vigneti. Un’immagine semplicemente bella, che ho voluto immortalare in questa foto e che ritengo racconti da sola la bellezza di questo luogo unico al mondo.

Anche se non avrei voluto ho chiuso il balcone e sono sceso a fare colazione. Qui oltre a coltivare la vigna si coltivano anche la maggior parte degli alimenti che, un tempo, erano anche di sostentamento a tutta la tenuta. La colazione infatti, così come tutte le altre portate della cena e del pranzo, è preparata con ingredienti per lo più prodotti sul territorio: latte fresco, torte e crostate, marmellate e conserve.

In giro per la Tenuta

Dopo la colazione, e ancora prima di raggiungere il gruppo per il giro in vigna, mi sono dedicato a fare qualche foto attorno al baglio, una tipica struttura ottocentesca di campagna. Molto carina l’idea di colorare di blu i balconi e le finestre, oltre che il portone d’ingresso. E così sarà anche nell’atrio interno.

Entrando all’interno del baglio si nota subito la “Putia” un piccolo negozio dove poter acquistare vini e gadget ma che funge anche da reception. Come vedete anche qui il blu predomina molto e riesce ad armonizzarsi perfettamente con tutto il resto.

Nell’atrio interno si affacciano diverse stanze: alcune portano al salone e alla sala da pranzo del baglio, altre alla sala degustazione (che è stata ricavata all’interno di un vecchio frantoio), altre ancora sono camere per gli ospiti. Nell’atrio è possibile trovare anche alcuni salottini in legno dove è possibile rilassarsi e godere della tranquillità del posto.

All’interno predomina su tutto il salone, lo stesso dove la sera prima ci è stato servito l’aperitivo. Da qui è possibile capire ed apprezzare la storia della famiglia Tasca: una stanza piena non solo di opere d’arte, ma anche ricca di tanti ricordi e riconoscimenti che la famiglia Tasca è riuscita a collezionare nel corso di tanti anni.

Ci sono diverse librerie dove è possibile trovare tanti volumi dedicati anche al mondo del vino, e ci sono i tanti premi nazionali ed internazionali ottenuti dai vini prodotti nella tenuta. Molto belle le statue di argilla lavorate e dipinte a mano che rappresentano le varie figure del presepe.

Attorno al baglio spazi infiniti di verde, di vigne, di agrumi, di fichi. I profumi della campagna qui ci sono tutti. Non solo vigne ma anche l’orto, gli alberi da frutto, le piante aromatiche del mediterraneo e perfino le api tra i fiori di rosmarino.

In Vigna

Dopo aver terminato il tour alla scoperta degli spazi attorno al baglio siamo pronti per il giro in vigna. Ad accompagnarci ci sarà Corrado, grande conoscitore delle vigne della tenuta che con la sua simpatia si dimostrerà essere una perfetta guida. E allora ecco che si salta tutti sul fuoristrada, pronti per addentrarci tra i filari dove nascono quasi tutti i prodotti dell’azienda.

Il primo punto dove ci fermiamo e la Vigna San Francesco sull’omonima collina. Qui, nella parte più bassa, dove i terreni sono più argillosi e quindi adatti alle uve bianche di struttura, viene coltivato lo Chardonnay. Nella parte alta, dove i terreni sono un misto tra sabbia e argilla, viene coltivato il Cabernet Sauvignon. Lo Chardonnay e il Cabernet Sauvignon sono gli stessi vini di cui vi ho parlato sopra.

Dopo la Vigna San Francesco il giro continua, ed ecco via via addentrarci tra i filari di Santa Rosa, Piana Gelso, Ciminnita, Baracca Nuova, fino ad arrivare ad Alberello Conte Lucio ovvero la vigna dove nasce il Rosso del Conte.

Qui, in questo spazio di terra coltivato ad alberelli, nasce uno dei più grandi vini siciliani: il Rosso del Conte. Nato nel 1970, voluto e creato dal Conte Giuseppe, questo vino esprime le caratteristiche della tenuta Regaleali. Un Perricone e un Nero d’Avola coltivati ad alberello. La sua storia è lunga e fatta di numerose evoluzioni tra cui diverse tipologie di affinamento. Fu il primo vino da vigna unica in Sicilia.

Queste di sotto sono foto scattate dalla punta più alta di tutta la tenuta dalla quale si può avere una visione abbastanza ampia di tutte le terre di Regaleali. In fondo, quasi al centro della foto, è possibile vedere il baglio.

Ammirando panorami come questi come potremmo non apprezzare questa terra, questa Sicilia. Una Sicilia autentica, vera, bella, fatta di lavoro, di persone, di storia, di paesaggi. Un miscuglio meraviglioso di colori, dove luci e ombre si intrecciano quasi come fosse un gioco tra il cielo e la terra. Un paesaggio fatto di filari e di vigne, creato dall’uomo e plasmato dal sole e dal vento.

In basso vi presento i compagni di viaggio, con i quali ho avuto il piacere di trascorrere due giorni indimenticabili. Molti di loro non li conoscevo, ma alla fine del viaggio mi è sembrato di conoscerli quasi da una vita. Complice anche la magia del vino. Perché il vino non è solo bere bene, non serve solamente ad accompagnare le pietanze più prelibate. Il vino è socialità, è convivialità. Il vino è buon vivere. Il vino è spesso quel trend union che tiene insieme amicizie, amori, passioni. E poi, mizzica quanto è buono.

La Cantina

Dopo lo splendido tour in vigna, eccoci all’interno della cantina. Da un lato la natura, dall’altro la cultura. Ovviamente così per come le intendiamo oggi. D’altronde la dicotomia natura-cultura è un tema che affascina da sempre e tutt’ora antropologi, psicologi, linguisti, semiologi. Si tende sempre più a pensare questi due termini non come degli opposti ma semmai in interazione fra loro, quasi ad influenzarsi a vicenda. Ed è un po’ quello che succede qui, a Regaleali. Ma, ovviamente, questo è un altro tema. Torniamo quindi alla cantina.

Qui vengono vinificati, affinati e imbottigliati tutti i vini prodotti nella tenuta e non solo. In questa zona, collegata dal retro al baglio, oltre alle varie cisterne di affinamento in acciaio, sono presenti anche le storiche botti di rovere di Slavonia dove per anni ha affinato il Rosso del Conte e le barrique dove crescono di corpo e di struttura i grandi vini prodotti a Regaleali.

Pratiche di cantina (e di vigna) che seguono molto il rispetto delle persone e dell’ambiente, per una azienda che ha fatto della sostenibilità una vera bandiera, portando avanti anche importanti progetti e studi con diverse Università del paese, tra cui quella di Palermo e di Piacenza.

Degustazione

Dopo aver osservato con i nostri occhi dove nasce e viene coltivata l’uva e dopo aver acquisito tutte le nozioni circa i vari metodi di vinificazione che si svolgono in cantina, siamo passati alla prova d’assaggio. Una degustazione tecnica, guidata sempre dallo stesso Corrado, e che ci ha permesso di approfondire ancora di più tanti aspetti sui prodotti di questa azienda.

La degustazione si è tenuta in una sala molto bella, ricavata in quella che anticamente era utilizzato come frantoio per la produzione dell’olio.

Sei i vini in degustazione. Tre bianchi e tre rossi. Si comincia con l’Antisa Catarratto 2016. Un vino dal colore giallo paglierino che al naso ricorda subito il profumo del pompelmo rosa. Intenso e abbastanza complesso. Un vino fresco e di buona acidità.

Si prosegue con il secondo bianco, Cavallo delle Fate Grillo 2016. Un bel giallo paglierino dai sentori agrumati, fruttati e floreali. Al palato si presenta secco, fresco, persistente, di buona sapidità e struttura.

Si conclude il giro dei bianchi con il terzo vino, Nozze d’Oro 2015. Nel 1984 il Conte Giuseppe Tasca d’Almerita decise di celebrare i 50 anni di matrimonio con la moglie Franca con un vino che raccontasse la storia di famiglia e la Tenuta. Nato da uve Inzolia e Sauvignon Selezione Tasca (una selezione di una vigna presente a Regaleali dalla fine della Prima Guerra Mondiale), questo vino è in grado di esprimere grande freschezza da giovane ma che è capace di dare ottimi risultati anche dopo lunghi affinamenti. Un bel colore giallo paglierino, profumi di frutta bianca quali mela, melone e pesca ed un finale leggermente mielato. In bocca e secco, fresco, fragrante e di buon equilibrio.

Continua la degustazione e si passa ai rossi. Il primo è Lamùri 2015, un Nero d’Avola in purezza che affina per 12 mesi in barili di rovere francese da 225 litri. Un bel colore rosso rubino. Al naso i sentori sono quelli del frutto, di mora, di ciliegia, di confettura. Il legno conferisce quelle note speziate di cannella e di vaniglia. Al palato questo vino e caldo, intenso, vellutato, con un tannino morbido ed elegante.

Il secondo rosso in degustazione è un Monreale DOC, La Monaca 2014, un Syrah in purezza della tenuta Sallier de La Tour. Un rosso rubino intenso con riflessi violacei. Al naso emergono sentori speziati, balsamici e di erbe aromatiche. Un vino secco, caldo, morbido e di buona persistenza.

La degustazione si conclude con il Rosso del Conte 2012. Questo vino è l’espressione più alta dei vini della tenuta Regaleali e di tutta l’azienda. Le migliori selezioni di uve Nero d’Avola della tenuta per almeno il 60 % e per il resto altre uve rosse sempre di Regaleali. 18 mesi di affinamento in barili di rovere francese da 225 litri e 12 mesi di affinamento in bottiglia. Al calice si presenta consistente, con un bel colore rosso rubino intenso e con bei riflessi violacei. Al naso i profumi sono quelli di ciliegia, di frutti di bosco, di vaniglia, di cannella, bei sentori di menta e salvia nel finale. Al palato è ricco, con un bel retrogusto di frutta matura. Un vino pienamente armonico ed equilibrato.

Aperitivo e Pranzo

Per concludere la giornata, e quindi tutta la visita a Regaleali, ci viene offerto prima l’aperitivo e subito dopo il pranzo. Vista la bella giornata l’aperitivo si è svolto all’aperto, nell’atrio interno del baglio. Ad accompagnare diversi stuzzichini ci è stato servito un metodo classico unico in Sicilia, ovvero un Almerita Contessa Franca 2010, un millesimato che sta 60 mesi a contatto con i lieviti. Una lenta e lunga permanenza sui lieviti che danno a questo spumante, ottenuto da sole uve Chardonnay della tenuta Regaleali, una fragranza ed una freschezza molto interessante. Alla vista è brillante con un perlage fine. Al naso si sentono i lieviti ma anche il frutto. Al palato è pieno, fresco, lungo. Molto equilibrato. Un grande metodo classico dedicato ad una donna che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia di Regaleali.

Dopo l’aperitivo ci siamo accomodati nella sala da pranzo, dove ci è stato servito un pranzo da tre portate. Una pappardella di pasta fresca fatta con grano perciasacchi prodotto nella tenuta di Regaleali (l’azienda sta portando avanti anche un progetto di recupero dei grani antichi siciliani ed il perciasacchi è uno dei migliori grani da sempre presente in Sicilia) con un pesto di salvia e pecorino. Un involtino di carne ripieno con formaggio e uva passa e verdure di contorno. E per finire una sfincia ripiena di crema di ricotta di pecora.

Come noterete dalle foto a tavola c’è anche dell’olio extravergine di oliva prodotto dall’azienda Tasca. Per l’esattezza sono due gli oli prodotti da Tasca: l’Olio Regaleali, prodotto con la migliore selezione degli oliveti presenti nella tenuta, principalmente da cultivar Nocellara e Biancolilla, e L’Olio di Mozia, prodotto sulla stessa isola insieme con la Fondazione Whitaker.

Per il pranzo l’azienda ha voluto concludere la visita facendoci degustare i vini dell’Etna. Tre etichette, un bianco e due rossi.

Tascante Buonora 2015, 100% Carricante, storico vitigno utilizzato per la sua grande produttività, oggi riqualificato dall’Etna grazie alle note che riesce a regalare, tra cui mineralità, note sulfuree e e sentori di idrocarburi. Un vino di grande freschezza.
Tascante Ghiaia Nera 2014, 100% Nerello Mascalese, altro grande vitigno storico dei territori dell’Etna, riesce ad esprimere nel bicchiere una grande personalità data da un tannino morbido e da una bella freschezza. Un vino che affina 12 mesi in botte di rovere e ma che riesce a mantenere un profilo territoriale molto alto.
Il Tascante 2013, anche questo un Nerello Mascalese al 100% ma proveniente da un vitigno più storico. Un vino che affina in botti di rovere di Slavonia per 18 mesi, ricco, elegante e di grande intensità aromatica. Tannico, minerale, di buona freschezza. Persistente ed equilibrato. Un vino che è grande espressione del territorio in cui nasce ed evolve.

Con il dessert, uno squisitissimo sfincione di ricotta, ci viene servito il Capofaro 2015, un vino passito, una Malvasia delle Lipari di buona freschezza e acidità. L’uva viene fatta appassire sui graticci con un sistema che ne consente la disidratazione naturale. Capofaro affina sei mesi in acciaio e quattro bottiglia. Il risultato è un vino dal grande profilo aromatico tipico della Malvasia del territorio di Salina (Isole Eolie).

E con questo si conclude la visita in quello che oserei definire uno dei più bei luoghi di tutta la Sicilia. Un territorio unico, non solo per bellezza ma anche per clima, per caratteristiche fisiche del terreno, per esposizione al sole, per escursioni termiche; tutte peculiarità che aiutano l’uomo a produrre vini importanti. Un’azienda storica, portata avanti da una famiglia che da otto generazioni porta un po’ di Sicilia nel mondo grazie ai suoi prodotti. Ma soprattutto una realtà vitivinicola che riesce a trasmettere in ogni calice i sapori, i profumi, i colori di una Sicilia inimitabile.

Vorrei concludere questo lungo (e mi auguro piacevole) post con alcuni ringraziamenti. Il primo a Rosanna, che mi ha invitato e voluto fortemente. A tutto il gruppo, con un particolare saluto per Emanuele, Fabio e Leonardo. A Corrado, che con la sua simpatia e preparazione ci ha spiegato in ogni dettaglio tutto ciò che è Regaleali. E a Bogata (sperò di averlo scritto bene), che ci ha accolti nelle bellezze di Regaleali con grande eleganza.

TENUTA REGALEALI – TASCA D’ALMERITA
Contrada Regaleali
90020 Sclafani Bagni (PA)
Tel. +39 0921 544011

hospitality@tascadalmerita.it

www.tascadalmerita.it

Foto: Ignazio Perez
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Donnafugata, il rinascimento del vino siciliano

Visitando la Cantina Donnafugata di Marsala e scrivendo questo articolo mi è venuto in mente un #hashtag (lo so, è una brutta parola, ma #cancelletto forse lo è ancora di più) lanciato in questi giorni sui social da Vittorio Sgarbi: #Rinascimento. E vi spiego perché.

La Sicilia, la mia bella Sicilia, è sempre stata bistrattata e spesso trattata male soprattutto dai noi siciliani stessi. C’era un tempo (e potremmo dire c’è ancora) in cui il vino siciliano veniva venduto a pochi centesimi al litro fuori dall’isola ad aziende che poi lo usavano come vino da taglio, e non solo. Fortunatamente, questo tempo (almeno in parte) si è concluso, ed oggi assistiamo ad un vero e proprio Rinascimento dei vini siciliani.

Donnafugata e la famiglia Rallo sono senza dubbio un esempio bellissimo e concreto di questo rinascimento, avviato già parecchi anni fa. Qui non si parla solo di vino, ma di una vera e propria filosofia che persegue l’eccellenza e che porta nel mondo un Made in Italy (e soprattutto un Made in Sicilia) fatto di vino, di arte e di sostenibilità. Un “fare sartoriale”, come ama definire l’azienda, con il quale riescono a produrre grandi vini rappresentativi di una Sicilia innovativa, nel pieno rispetto dell’ambiente.

L’azienda è presente in Sicilia da diversi anni con tre cantine: Marsala, dove sono presenti le cantine storiche e dove si conclude l’affinamento e l’imbottigliamento di tutta la linea di vini; Contessa Entellina, con 270 ettari di vigneti suddivisi in 10 contrade (in effetti i vigneti coprono anche alcuni comuni vicini); Pantelleria dove sono presenti 68 ettari di vigneti coltivati a Zibibbo (Moscato d’Alessandria) e dai quali si produce anche lo splendido Ben Ryè.

Con il gruppo Corso Sommelier AIS ho avuto il piacere di visitare la cantina storica di Marsala. Qui i vini vengono affinati in acciaio, in cemento e in barrique.

Le vasche in acciaio vengono usate soprattutto per affinamenti brevi, mentre quelle in cemento costituiscono degli eccellenti contenitori per medi e lunghi affinamenti grazie alla buona inerzia termica, al naturale grado di isolamento e ad una totale assenza di correnti elettrostatiche.

Ma il luogo più suggestivo della cantina è senza dubbio la barricaia. Interamente scavata nella roccia di tufo ai piedi del vecchio baglio, si presenta ai visitatori con un colpo d’occhio affascinante. Barriques e tonneaux sono ideali per far evolvere i vini di grande struttura. Donnafugata, per rispettare al massimo le peculiarità dei singoli vitigni ed esaltarne le potenzialità di evoluzione, seleziona circa 20 tipologie di legno differenti per grana delle doghe, metodo e intensità di tostatura.

Ma Donnafugata non è solo attenta a creare dei vini che sono dei capolavori. L’azienda cura molto anche l’aspetto relativo alla comunicazione e lo fa in grande stile. A cominciare dalle etichette che sono delle vere e proprie opere d’arte, illustrazioni create o ispirate da Gabriella Rallo.

La linea di prodotti è suddivisa in quattro categorie, dove troviamo: i Vini Icona, ovvero il Mille e Una Notte e il Ben Ryè; i vini dall’Eleganza Mediterranea dove troviamo i due metodo classico Brut e Rosè (entrambe millesimati), il Chiarandà e il Tancredi; poi abbiamo i vini Versatili di Carattere come il Lighea, La Fuga, Vigna di Gabri, Angheli e Kabir; e per finire i Freschi e Fruttati, quindi Prio, SurSur, Lumera, Sherazade, Damarino, Anthilia, Sedàra.

Molto bella la degustazione che ha avuto luogo dopo la visita in un bel salone adibito appositamente per l’occasione. In degustazione abbiamo avuto quattro etichette. Eccovi le mie impressioni:

Vigna di Gabri, 2015
Colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Profumo intenso e abbastanza complesso. In bocca il vino si presenta secco, con buona freschezza e sapidità. Un vino abbastanza equilibrato.
Tancredi, 2012
Alla vista si presenta con un bel rosso rubino intenso con leggeri riflessi granati. Limpido ed elegante. Profumo di frutta fresca matura, ciliegia, amarena, fiori appena recisi. Sentori vegetali e di liquirizia, ma anche un leggero tocco di mineralità e speziatura di vaniglia e cannella. Al palato e secco, caldo, abbastanza morbido. Buono e delicato il tannino. Bella sapidità. Un vino equilibrato e persistente.
Brut Millesimato, 2012
Cristallino. Giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Perlage fine. Al naso emerge subito la nota dei lieviti e della crosta di pane. Fragrante. Sentori floreali e fruttati di frutta gialla matura. Intenso, complesso ed elegante. In bocca questo metodo classico è secco, fresco e sapido. Uno spumante di buon equilibrio. Intenso e persistente.
Ben Ryè, 2014
Con il suo colore giallo ambra brillante, il Ben Ryè sembra emanare luce propria. Questo vino sorprende per freschezza e complessità. Al naso è intenso è ampio, con un bouquet di profumi che spazia dall’albicocca alla scorza di agrumi candita. E ancora sentori balsamici, note dolci di miele e fico. In bocca il Ben Riè è dolce, caldo e morbido, il tutto sostenuto e bilanciato da una bella freschezza e da una vivace sapidità. Un passito di Pantelleria ammaliante, tra i vini dolci italiani più apprezzati al mondo. Un vino maturo e pienamente armonico.

DONNAFUGATA
Cantine Storiche
Via Sebastiano Lipari, 17
91025, Marsala (TP)
Tel. +39 0923 724 200
info@donnafugata.it
Visita il Sito Web

Foto: Ignazio Perez
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Cantina Florio, la storia del vino e l'eccellenza del Marsala

Ci sono luoghi dove il tempo sembra quasi essersi fermato, quasi come a scandire lentamente il suo trascorrere. Ci sono luoghi dove bisogna aspettare il tempo necessario affinché ogni sforzo compiuto possa diventare piena espressione di ciò che si vuole produrre. Ci sono luoghi in cui la storia è piena di fascino, fatta di racconti, di gesta, di uomini e donne, di duro lavoro. La Cantina Florio è uno di questi luoghi.

La Cantina Florio, (Marsala) costruita nel 1832 da Vincenzo Florio, è un luogo in cui è possibile non solo fare un tuffo nella storia ma anche entrare in un mondo artigianale e contemporaneo dall’anima intensa, insolita e preziosa, dove tradizione e innovazione si fondono creando una realtà dal fascino unico. Lo storico Baglio accoglie il visitatore in tutta la sua eleganza, portando con sé una storia lunga quasi due secoli.

La Cantina, con il caratteristico pavimento di tufo e le imponenti navate, custodisce nelle storiche botti i pregiati vini Florio, che trovano qui la perfezione del tempo e dell’attesa. A questo fascino del tempo si unisce il moderno grazie alla Sala di Degustazione Donna Franca Florio e alla nuovissima Enoteca Florio.

Questa visita alla Cantina Florio è stato un omaggio che l’azienda ha voluto fare ai corsisti AIS (Associazione Italiana Sommelier) del Corso di Sommelier che in questi giorni si sta svolgendo proprio presso questa cantina. Corso che sto seguendo anch’io e che ha previsto un’approfondimento sui vini passiti e liquorosi subito dopo la visita, oltre che un approfondimento sui vini Marsala. Subito dopo abbiamo avuto modo di degustare due grandi vini Florio:

Terre Arse 2002, Marsala Vergine DOC
Brillante, dal colore oro antico con riflessi dorati. Al naso questo vino si presenta ampio, con sentore di frutta secca, mandorla amara, canditi, ma anche lievi sentori di cioccolato e caffè. In bocca è secco, asciutto, armonico, con retrogusto di vaniglia, cannella e liquirizia. Un Marsala Vergine DOC perfetto anche come aperitivo, accompagnato a formaggi di grande stagionatura. Grande vino da meditazione.
Donna Franca, Marsala DOC
Vino top dell’azienda, il Donna Franca Marsala DOC si presenta con un bel colore topazio brillante con intensi riflessi ambrati. Profumo intenso e complesso, si distinguono l’albicocca sciroppata e i datteri, frutta secca, canditi, uva passa. Bei sentori di vaniglia e liquirizia. Al palato il gusto è pieno, dolce, caldo, morbido, vellutato. Chiude con un retrogusto elegante di caramello e mandorla. Ottimo vino da meditazione e in abbinamento ai dessert.

Due grandi vini che confermano senza dubbio le aspettative di chi degusta vini di questa tipologia e livello.

Un gran bella serata, un bel tuffo nella storia, un immersione in prodotti di grande qualità. In questa foto vi presento alcuni compagni di viaggio e parte del gruppo degli aspiranti sommelier.

CANTINA FLORIO
Via Vincenzo Florio, 1
91025 Marsala (TP)
Tel. +39 0923 781 305/317

hospitality@duca.it

www.duca.it

Foto: Ignazio Perez
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Il giorno che il grillo… A Mozia si parla di vino e di grillo

Estate. Un bel pomeriggio di sabato. Il sole è caldo. Inizia così il mio viaggio verso Mozia (Marsala, Trapani). Si parla di grillo (il vitigno) e si degustano vini (da sole uve grillo). Devo dire che il Consorzio DOC Sicilia ha avuto una bella idea a dedicare una intera giornata a questo vitigno siciliano a bacca bianca più in voga del momento.

Il grillo è tra i vini bianchi siciliani più richiesti dal mercato in questo momento ma anche il più giovane tra i vitigni autoctoni isolani a bacca bianca, così come hanno dimostrato gli studi condotti sul DNA. È stato dimostrato, infatti, che il grillo è frutto dell’incrocio nel 1874 tra catarratto bianco e zibibbo da parte dell’agronomo Antonio Mendola (1827-1908) [1]. Una bella idea, come già detto, organizzata in un bel luogo: l’isola di Mozia.

Sull’isola si arriva grazie agli imbarcadero che si trovano di fronte allo Stagnone di Marsala. Un’isola affascinante e un posto perfetto per parlare del grillo visto che qui si trovano, tra dimore storiche e resti archeologici, alcuni ettari di vigneto di grillo coltivati ad alberello dell’azienda Tasca d’Almerita, che conduce i vigneti con le tecniche dell’agricoltura biologica e sotto la tutela dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.

Giunto a Mozia, prima di cominciare con le degustazioni, ho dedicato qualche minuto per la visita del Museo Whithaker presente sull’isola all’interno del quale si trovano diversi resti archeologici li rinvenuti, tra cui l’ormai famosa statua del Giovinetto di Mozia. Tutto ciò vale da solo il viaggio.

Dopo aver apprezzato le bellezze dell’isola sono passato alle degustazioni. Diverse le cantine presenti. Tante le etichette in degustazione. Tutti rigorosamente grillo, ognuno espressione di un territorio. Ecco quelli che ho provato:

Baglio Cristo di Campobello Lalùci Grillo 2015
Intenso  e abbastanza complesso regala note floreali e di frutta bianca quali pera e pesca. In bocca è fresco a con una buona acidità. Persistenza.
Baglio di Pianetto Timeo Grillo 2015
Intenso e Complesso. Al naso esprime note floreali e di frutta matura. Fresco e persistente con un finale fruttato.
Colomba Bianca Grillo Kore 2015
Senatori di fiori gialli e frutta bianca, morbido, abbastanza persistente.
Cantine Rallo Bianco Maggiore 2015
Un vino intenso e complesso che presenta al naso profumi di acacia, ginestra, pesca gialla, con leggeri sentori agrumati e minerali. Fresco, sapido e di buona persistenza.
CVA Canicatti Fileno Grillo 2015
Vino di buona complessità ci porta all’olfatto profumi di sambuco, frutta bianca fresca. Buona acidità e persistenza.

Donnafugata SurSur Grillo 2015
Fruttato, fresco e morbido. Leggermente sapido.
Fondo Antico Grillo Parlante 2015
Con i suoi profumi di glicine, pera e piacevoli note erbacee, si presenta complesso al naso. In bocca dà freschezza e sapidità.
Gorghi Tondi Kheirè Grillo 2015
Fruttato con sentori di erbe aromatiche. Persistente.
Tasca D’Almerita Cavallo delle Fate 2015
Intenso e complesso regala note olfattive che spaziano tra floreale, fruttato e note erbacee. In bocca conferma le sue sfumature olfattive, di grande freschezza. Persistente.
Tasca d’Almerita Mozia Grillo 2015
Questo vino nasce proprio in questa stessa isola. Al naso regala profumi di biancospino e ginestra, pesca bianca e agrumi. Secco, fresco e persistente.

La degustazione è stata grandiosa. I vini assaggiati tutti di grande qualità, La giornata volge così al termine. Di nuovo sull’imbarcadero e dritto verso casa. Ah dimenticavo, non vi ho detto che ero con lui, il grande Ciccio. Gourmet come pochi, appassionato quanto me di vini e di prodotti del territorio.

Se vi state ancora chiedendo: “Mozia merita una visita?”. Beh, quest’ultima foto è la mia risposta…

Foto | Ignazio Perez
[1] Fonte | Identità e Ricchezza del Vigneto Sicilia, Regione Siciliana, a cura di Ansaldi e altri
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Baglio di Pianetto, una realtà enologica tanto straordinaria quanto affascinate

Avevo sentito parlare molto di Baglio di Pianetto e avevo avuto modo anche di bere alcuni vini di questa cantina. Poi mi è giunto l’invito ad una visita guidata e devo dire ho subito accettato. Ero curioso di capire come il conte Paolo Marzotto, patron dell’azienda, è riuscito a dar vita ad una realtà enologia tanto straordinaria quanto affascinate. L’azienda, nata nel 1997, punta a produrre vini di grande complessità, ispirandosi anche ai grandi chateaux francesi, che sappiano esprimere al meglio il territorio e che trovino spazio anche a livello internazionale.

Due i grandi territori nei quali Baglio di Pianetto coltiva le proprie vigne. La prima è Contrada Pianetto situata nel comune di Santa Cristina Gela, nella zona DOC Monreale, in provincia di Palermo, dove vengono coltivati Insolia, Catarratto, Viognier, Merlot, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon e dove è presente anche il cuore dell’azienda. La seconda è Contrada Baroni del comune di Pachino situata nella zona di Noto (Ragusa), a pochi km dal mare. Questa proprietà, da sempre votata alla viticoltura, gode del solleone siciliano; un sole che impregna il terreno di calore, poi rilasciato durante la notte, e mitigato da frequenti brezze marine. Qui l’azienda coltiva Nero d’Avola, Frappato, Syrah e Moscato di Noto.

Arrivati in cantina (Santa Cristina Gela) il colpo d’occhio è affascinante. Un’azienda immersa completamente nel verde dove oltre alla cantina vera e propria è presente anche un Relais dove poter trascorrere un soggiorno di vero relax.

La cantina di Pianetto, progettata secondo principi di ottimizzazione delle risorse naturali, è stata costruita a ridosso della collina in modo da sfruttare la stabilità termica della terra, ottimale per la conservazione dei vini. Organizzata su 4 livelli, permette all’uva di seguire un percorso naturale dal suo ingresso al piano più alto fino alla barricaia sottoterra, sfruttando la forza di gravità e preservando così il vino. L’elevato controllo tecnologico permette di monitorare ogni fase evolutiva, riducendo al minimo la necessità di interventi correttivi.

Nella tenuta di Baroni è stata predisposta una cantina di prima vinificazione, al fine di preservare le caratteristiche delle uve selezionate e raccolte sul posto, in modo tale da non danneggiarle con un trasporto precoce. Il vino viene poi trasportato a Pianetto per il completo adempimento delle fasi successive, che includono l’imbottigliamento e la preparazione alla vendita dell’insieme dei vini prodotti.

Dopo aver visitato i vari luoghi della cantina e dopo aver avuto modo di apprezzare una realtà enologica straordinaria siamo passati all’assaggio. La degustazione dei vini è stata accompagnata da un menu di cinque portate preparate nel ristorante del Relais.

Seduto al tavolo scopro che Baglio di Pianetto produce anche Olio Extra Vergine di Oliva. Due sono gli oli evo prodotti: Pianetto e Baroni. Pianetto è un olio fresco e complesso, prodotto con biancolilla e cerasuola la cui ricchezza aromatica lo rende ottimo su primi e insalate. Baroni è un olio leggero che esprime le migliori doti del territorio, limpido, denso, di bel verde dorato, prodotto con moresca e verdello, è ottimo su piatti di mare, carni bianche e cruditèes.

Ma passiamo a vini. Il primo assaggio arriva con Ficiligno, primo bianco prodotto a Pianetto. Un vino dal profumo intenso e persistente, prende il nome da una pietra locale. Il suolo di Pianetto, ricco di minerali, è capace di conferire freschezza al vino bianco. Prodotto con viognier e insolia si presenta dal colore giallo paglierino. Al naso il vino è caratterizzato da aromi tipici della varietà con sentori fruttati. Al gusto si conferma un vino ben strutturato ed equilibrato, di buona intensità e con un finale persistente. Complessivamente è un vino di buon corpo e abbastanza armonico.

Si prosegue con Ginolfo, altro bianco questa volta secco e corposo. Un viognier dal colore giallo paglierino, profumo intenso e persistente, con note tropicali e buona presenza di vaniglia e tostato. Al palato ha una buona morbidezza con una lunga persistenza aromatica varietale.

Si passa quindi al primo vino rosso con Shymer (Syrah e Merlot). Colore rosso intenso. Profumo intenso, di qualità fine. Al primo impatto è caratterizzato da aromi di vaniglia. Al gusto si conferma un vino morbido ed equilibrato, di buona intensità con un finale persistente. Complessivamente è un vino di buon corpo e abbastanza armonico.

Dopo una breve pausa la degustazione continua con il secondo rosso, Ramione. Prodotto con Nero d’Avola e Merlot, alla vista si presenta di un colore rosso rubino carico. Al naso è intenso e complesso, ricorda aromi di frutta a bacca rossa, speziati di vaniglia e liquirizia. Al gusto si conferma un vino morbido ed equilibrato, di buona intensità con un finale persistente. Complessivamente un vino corpo e di buona armonia.

Per chiudere con i rossi si passa al Cembali. Questo vino è ottenuto interamente da uve Nero d’Avola. Vino di punta dalla più importante varietà siciliana, le uve del Cembali provengono tutte dalle vecchie vigne ad alberello ereditate dalle precedente proprietà. Un vino di grande personalità che esprime pienamente la peculiarità del Nero d’Avola coltivato nella zona di Noto. Colore rosso rubino intenso con tenui riflessi violacei. Ha un profumo molto complesso, all’inizio sono presenti aromi di frutta di sottobosco e aromi speziati, dopo subentrano sentori balsamici misti a ciliegia matura. Al gusto è robusto, caldo, sapido e deciso. Complessivamente è un vino intenso e persistente. Sicuramente un vino di corpo ed armonico.

Per finire, assieme al dessert, viene servito un vino passito, il Ra’is. Un moscato fresco, elegante ma allo stesso tempo di carattere equilibrato. Ha un profumo intenso e persistente, con aroma tipico di uva moscata misto a sentori di floreali e di albicocca. Al gusto si presenta dolce, elegante e fresco, di ottimo equilibrio. La persistenza aromatica è lunga e gradevole, ha un buon corpo.
Concludo quindi la visita in Baglio di Pianetto con grande soddisfazione. Ho trovato in questa cantina un’azienda giovane ma ben salda nel territorio, che sa esprimere a pieno nei vini prodotti.

CANTINA BAGLIO DI PIANETTO
Via Francia
90030 Santa Cristina Gela (PA)
Tel. +39 0918570002
Fax +39 0918570015
info@bagliodipianetto.it
www.bagliodipianetto.it

Foto: Ignazio Perez | Baglio di Pianetto