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Donnafugata, il rinascimento del vino siciliano

Visitando la Cantina Donnafugata di Marsala e scrivendo questo articolo mi è venuto in mente un #hashtag (lo so, è una brutta parola, ma #cancelletto forse lo è ancora di più) lanciato in questi giorni sui social da Vittorio Sgarbi: #Rinascimento. E vi spiego perché.

La Sicilia, la mia bella Sicilia, è sempre stata bistrattata e spesso trattata male soprattutto dai noi siciliani stessi. C’era un tempo (e potremmo dire c’è ancora) in cui il vino siciliano veniva venduto a pochi centesimi al litro fuori dall’isola ad aziende che poi lo usavano come vino da taglio, e non solo. Fortunatamente, questo tempo (almeno in parte) si è concluso, ed oggi assistiamo ad un vero e proprio Rinascimento dei vini siciliani.

Donnafugata e la famiglia Rallo sono senza dubbio un esempio bellissimo e concreto di questo rinascimento, avviato già parecchi anni fa. Qui non si parla solo di vino, ma di una vera e propria filosofia che persegue l’eccellenza e che porta nel mondo un Made in Italy (e soprattutto un Made in Sicilia) fatto di vino, di arte e di sostenibilità. Un “fare sartoriale”, come ama definire l’azienda, con il quale riescono a produrre grandi vini rappresentativi di una Sicilia innovativa, nel pieno rispetto dell’ambiente.

L’azienda è presente in Sicilia da diversi anni con tre cantine: Marsala, dove sono presenti le cantine storiche e dove si conclude l’affinamento e l’imbottigliamento di tutta la linea di vini; Contessa Entellina, con 270 ettari di vigneti suddivisi in 10 contrade (in effetti i vigneti coprono anche alcuni comuni vicini); Pantelleria dove sono presenti 68 ettari di vigneti coltivati a Zibibbo (Moscato d’Alessandria) e dai quali si produce anche lo splendido Ben Ryè.

Con il gruppo Corso Sommelier AIS ho avuto il piacere di visitare la cantina storica di Marsala. Qui i vini vengono affinati in acciaio, in cemento e in barrique.

Le vasche in acciaio vengono usate soprattutto per affinamenti brevi, mentre quelle in cemento costituiscono degli eccellenti contenitori per medi e lunghi affinamenti grazie alla buona inerzia termica, al naturale grado di isolamento e ad una totale assenza di correnti elettrostatiche.

Ma il luogo più suggestivo della cantina è senza dubbio la barricaia. Interamente scavata nella roccia di tufo ai piedi del vecchio baglio, si presenta ai visitatori con un colpo d’occhio affascinante. Barriques e tonneaux sono ideali per far evolvere i vini di grande struttura. Donnafugata, per rispettare al massimo le peculiarità dei singoli vitigni ed esaltarne le potenzialità di evoluzione, seleziona circa 20 tipologie di legno differenti per grana delle doghe, metodo e intensità di tostatura.

Ma Donnafugata non è solo attenta a creare dei vini che sono dei capolavori. L’azienda cura molto anche l’aspetto relativo alla comunicazione e lo fa in grande stile. A cominciare dalle etichette che sono delle vere e proprie opere d’arte, illustrazioni create o ispirate da Gabriella Rallo.

La linea di prodotti è suddivisa in quattro categorie, dove troviamo: i Vini Icona, ovvero il Mille e Una Notte e il Ben Ryè; i vini dall’Eleganza Mediterranea dove troviamo i due metodo classico Brut e Rosè (entrambe millesimati), il Chiarandà e il Tancredi; poi abbiamo i vini Versatili di Carattere come il Lighea, La Fuga, Vigna di Gabri, Angheli e Kabir; e per finire i Freschi e Fruttati, quindi Prio, SurSur, Lumera, Sherazade, Damarino, Anthilia, Sedàra.

Molto bella la degustazione che ha avuto luogo dopo la visita in un bel salone adibito appositamente per l’occasione. In degustazione abbiamo avuto quattro etichette. Eccovi le mie impressioni:

Vigna di Gabri, 2015
Colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Profumo intenso e abbastanza complesso. In bocca il vino si presenta secco, con buona freschezza e sapidità. Un vino abbastanza equilibrato.
Tancredi, 2012
Alla vista si presenta con un bel rosso rubino intenso con leggeri riflessi granati. Limpido ed elegante. Profumo di frutta fresca matura, ciliegia, amarena, fiori appena recisi. Sentori vegetali e di liquirizia, ma anche un leggero tocco di mineralità e speziatura di vaniglia e cannella. Al palato e secco, caldo, abbastanza morbido. Buono e delicato il tannino. Bella sapidità. Un vino equilibrato e persistente.
Brut Millesimato, 2012
Cristallino. Giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Perlage fine. Al naso emerge subito la nota dei lieviti e della crosta di pane. Fragrante. Sentori floreali e fruttati di frutta gialla matura. Intenso, complesso ed elegante. In bocca questo metodo classico è secco, fresco e sapido. Uno spumante di buon equilibrio. Intenso e persistente.
Ben Ryè, 2014
Con il suo colore giallo ambra brillante, il Ben Ryè sembra emanare luce propria. Questo vino sorprende per freschezza e complessità. Al naso è intenso è ampio, con un bouquet di profumi che spazia dall’albicocca alla scorza di agrumi candita. E ancora sentori balsamici, note dolci di miele e fico. In bocca il Ben Riè è dolce, caldo e morbido, il tutto sostenuto e bilanciato da una bella freschezza e da una vivace sapidità. Un passito di Pantelleria ammaliante, tra i vini dolci italiani più apprezzati al mondo. Un vino maturo e pienamente armonico.

DONNAFUGATA
Cantine Storiche
Via Sebastiano Lipari, 17
91025, Marsala (TP)
Tel. +39 0923 724 200
info@donnafugata.it
Visita il Sito Web

Foto: Ignazio Perez
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Un bella serata all'Ouverture Pellegrino tra vino e prodotti di tonnara

Ouverture Pellegrino è il nuovo spazio concepito dall’azienda Carlo Pellegrino per far conoscere a turisti e visitatori la storia e i prodotti d’eccellenza della cantina. La struttura, che si sviluppa su tre piani, circondata da una superficie vitata, è un’estensione in chiave moderna delle storiche cantine.

Si tratta di una vera e propria enoteca, con tutti i vini dell’azienda esposti e messi in vendita, oltre che una location molto bella per organizzare eventi e ricorrenze, che sorge a Marsala, proprio di fronte al mare, con una vista magnifica sulle Isole Egadi.

Qui vengono organizzati durante tutto l’anno eventi ed incontri enogastronomici. L’ultimo ieri sera, dedicato ai vini dell’azienda abbinati ai prodotti di tonnara.

La serata si è svolta all’insegna del buon cibo e del buon vino, il tutto accompagnato da un sottofondo musicale dal vivo. Il buffet era molto ricco e variegato. Era possibile assaggiare tante prelibatezze tutte preparate con il tonno fresco e con i prodotti di tonnara: cous cous freddo al tonno fresco, tonno al carpaccio, bruschette al tonno, arancini di pesce, pasta freddo al pesto verde e tonno e altro ancora. I vini quelli dell’azienda Carlo Pellegrini, ovviamente. Tra un boccone e l’altro ho avuto modo di assaggiare questi:

Gibelè, IGP Terre Siciliane, Zibibbo
Belle note di agrumi e pesca bianca. Secco, fresco, con buona persistenza aromatica.
Dinari del Grillo, IGP Terre Siciliane, Grillo
Intenso, con sentori di agrumi e frutti esotici. In bocca il gusto è abbastanza complesso, morbido e fresco.
Tereni del Duca, IGP Terre Siciliane, Bianco Alcamo
Delicato e floreale. Secco, morbido di media struttura.
Tripudiaum, Catarratto
Intenso e complesso, con belle note floreali e di frutta bianca. Bei sentori speziati. Al palato si presenta morbido e fresco, persistente ed equilibrato.

OUVERTURE PELLEGRINO
Lungomare Salinella
Via Battaglia delle Egadi, 10
91025 Marsala (TP)
Tel. +39 0923 719970
accoglienza@carlopellegrino.it
www.carlopellegrino.it

Foto: Ignazio Perez
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Il giorno che il grillo… A Mozia si parla di vino e di grillo

Estate. Un bel pomeriggio di sabato. Il sole è caldo. Inizia così il mio viaggio verso Mozia (Marsala, Trapani). Si parla di grillo (il vitigno) e si degustano vini (da sole uve grillo). Devo dire che il Consorzio DOC Sicilia ha avuto una bella idea a dedicare una intera giornata a questo vitigno siciliano a bacca bianca più in voga del momento.

Il grillo è tra i vini bianchi siciliani più richiesti dal mercato in questo momento ma anche il più giovane tra i vitigni autoctoni isolani a bacca bianca, così come hanno dimostrato gli studi condotti sul DNA. È stato dimostrato, infatti, che il grillo è frutto dell’incrocio nel 1874 tra catarratto bianco e zibibbo da parte dell’agronomo Antonio Mendola (1827-1908) [1]. Una bella idea, come già detto, organizzata in un bel luogo: l’isola di Mozia.

Sull’isola si arriva grazie agli imbarcadero che si trovano di fronte allo Stagnone di Marsala. Un’isola affascinante e un posto perfetto per parlare del grillo visto che qui si trovano, tra dimore storiche e resti archeologici, alcuni ettari di vigneto di grillo coltivati ad alberello dell’azienda Tasca d’Almerita, che conduce i vigneti con le tecniche dell’agricoltura biologica e sotto la tutela dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.

Giunto a Mozia, prima di cominciare con le degustazioni, ho dedicato qualche minuto per la visita del Museo Whithaker presente sull’isola all’interno del quale si trovano diversi resti archeologici li rinvenuti, tra cui l’ormai famosa statua del Giovinetto di Mozia. Tutto ciò vale da solo il viaggio.

Dopo aver apprezzato le bellezze dell’isola sono passato alle degustazioni. Diverse le cantine presenti. Tante le etichette in degustazione. Tutti rigorosamente grillo, ognuno espressione di un territorio. Ecco quelli che ho provato:

Baglio Cristo di Campobello Lalùci Grillo 2015
Intenso  e abbastanza complesso regala note floreali e di frutta bianca quali pera e pesca. In bocca è fresco a con una buona acidità. Persistenza.
Baglio di Pianetto Timeo Grillo 2015
Intenso e Complesso. Al naso esprime note floreali e di frutta matura. Fresco e persistente con un finale fruttato.
Colomba Bianca Grillo Kore 2015
Senatori di fiori gialli e frutta bianca, morbido, abbastanza persistente.
Cantine Rallo Bianco Maggiore 2015
Un vino intenso e complesso che presenta al naso profumi di acacia, ginestra, pesca gialla, con leggeri sentori agrumati e minerali. Fresco, sapido e di buona persistenza.
CVA Canicatti Fileno Grillo 2015
Vino di buona complessità ci porta all’olfatto profumi di sambuco, frutta bianca fresca. Buona acidità e persistenza.

Donnafugata SurSur Grillo 2015
Fruttato, fresco e morbido. Leggermente sapido.
Fondo Antico Grillo Parlante 2015
Con i suoi profumi di glicine, pera e piacevoli note erbacee, si presenta complesso al naso. In bocca dà freschezza e sapidità.
Gorghi Tondi Kheirè Grillo 2015
Fruttato con sentori di erbe aromatiche. Persistente.
Tasca D’Almerita Cavallo delle Fate 2015
Intenso e complesso regala note olfattive che spaziano tra floreale, fruttato e note erbacee. In bocca conferma le sue sfumature olfattive, di grande freschezza. Persistente.
Tasca d’Almerita Mozia Grillo 2015
Questo vino nasce proprio in questa stessa isola. Al naso regala profumi di biancospino e ginestra, pesca bianca e agrumi. Secco, fresco e persistente.

La degustazione è stata grandiosa. I vini assaggiati tutti di grande qualità, La giornata volge così al termine. Di nuovo sull’imbarcadero e dritto verso casa. Ah dimenticavo, non vi ho detto che ero con lui, il grande Ciccio. Gourmet come pochi, appassionato quanto me di vini e di prodotti del territorio.

Se vi state ancora chiedendo: “Mozia merita una visita?”. Beh, quest’ultima foto è la mia risposta…

Foto | Ignazio Perez
[1] Fonte | Identità e Ricchezza del Vigneto Sicilia, Regione Siciliana, a cura di Ansaldi e altri
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Baglio di Pianetto, una realtà enologica tanto straordinaria quanto affascinate

Avevo sentito parlare molto di Baglio di Pianetto e avevo avuto modo anche di bere alcuni vini di questa cantina. Poi mi è giunto l’invito ad una visita guidata e devo dire ho subito accettato. Ero curioso di capire come il conte Paolo Marzotto, patron dell’azienda, è riuscito a dar vita ad una realtà enologia tanto straordinaria quanto affascinate. L’azienda, nata nel 1997, punta a produrre vini di grande complessità, ispirandosi anche ai grandi chateaux francesi, che sappiano esprimere al meglio il territorio e che trovino spazio anche a livello internazionale.

Due i grandi territori nei quali Baglio di Pianetto coltiva le proprie vigne. La prima è Contrada Pianetto situata nel comune di Santa Cristina Gela, nella zona DOC Monreale, in provincia di Palermo, dove vengono coltivati Insolia, Catarratto, Viognier, Merlot, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon e dove è presente anche il cuore dell’azienda. La seconda è Contrada Baroni del comune di Pachino situata nella zona di Noto (Ragusa), a pochi km dal mare. Questa proprietà, da sempre votata alla viticoltura, gode del solleone siciliano; un sole che impregna il terreno di calore, poi rilasciato durante la notte, e mitigato da frequenti brezze marine. Qui l’azienda coltiva Nero d’Avola, Frappato, Syrah e Moscato di Noto.

Arrivati in cantina (Santa Cristina Gela) il colpo d’occhio è affascinante. Un’azienda immersa completamente nel verde dove oltre alla cantina vera e propria è presente anche un Relais dove poter trascorrere un soggiorno di vero relax.

La cantina di Pianetto, progettata secondo principi di ottimizzazione delle risorse naturali, è stata costruita a ridosso della collina in modo da sfruttare la stabilità termica della terra, ottimale per la conservazione dei vini. Organizzata su 4 livelli, permette all’uva di seguire un percorso naturale dal suo ingresso al piano più alto fino alla barricaia sottoterra, sfruttando la forza di gravità e preservando così il vino. L’elevato controllo tecnologico permette di monitorare ogni fase evolutiva, riducendo al minimo la necessità di interventi correttivi.

Nella tenuta di Baroni è stata predisposta una cantina di prima vinificazione, al fine di preservare le caratteristiche delle uve selezionate e raccolte sul posto, in modo tale da non danneggiarle con un trasporto precoce. Il vino viene poi trasportato a Pianetto per il completo adempimento delle fasi successive, che includono l’imbottigliamento e la preparazione alla vendita dell’insieme dei vini prodotti.

Dopo aver visitato i vari luoghi della cantina e dopo aver avuto modo di apprezzare una realtà enologica straordinaria siamo passati all’assaggio. La degustazione dei vini è stata accompagnata da un menu di cinque portate preparate nel ristorante del Relais.

Seduto al tavolo scopro che Baglio di Pianetto produce anche Olio Extra Vergine di Oliva. Due sono gli oli evo prodotti: Pianetto e Baroni. Pianetto è un olio fresco e complesso, prodotto con biancolilla e cerasuola la cui ricchezza aromatica lo rende ottimo su primi e insalate. Baroni è un olio leggero che esprime le migliori doti del territorio, limpido, denso, di bel verde dorato, prodotto con moresca e verdello, è ottimo su piatti di mare, carni bianche e cruditèes.

Ma passiamo a vini. Il primo assaggio arriva con Ficiligno, primo bianco prodotto a Pianetto. Un vino dal profumo intenso e persistente, prende il nome da una pietra locale. Il suolo di Pianetto, ricco di minerali, è capace di conferire freschezza al vino bianco. Prodotto con viognier e insolia si presenta dal colore giallo paglierino. Al naso il vino è caratterizzato da aromi tipici della varietà con sentori fruttati. Al gusto si conferma un vino ben strutturato ed equilibrato, di buona intensità e con un finale persistente. Complessivamente è un vino di buon corpo e abbastanza armonico.

Si prosegue con Ginolfo, altro bianco questa volta secco e corposo. Un viognier dal colore giallo paglierino, profumo intenso e persistente, con note tropicali e buona presenza di vaniglia e tostato. Al palato ha una buona morbidezza con una lunga persistenza aromatica varietale.

Si passa quindi al primo vino rosso con Shymer (Syrah e Merlot). Colore rosso intenso. Profumo intenso, di qualità fine. Al primo impatto è caratterizzato da aromi di vaniglia. Al gusto si conferma un vino morbido ed equilibrato, di buona intensità con un finale persistente. Complessivamente è un vino di buon corpo e abbastanza armonico.

Dopo una breve pausa la degustazione continua con il secondo rosso, Ramione. Prodotto con Nero d’Avola e Merlot, alla vista si presenta di un colore rosso rubino carico. Al naso è intenso e complesso, ricorda aromi di frutta a bacca rossa, speziati di vaniglia e liquirizia. Al gusto si conferma un vino morbido ed equilibrato, di buona intensità con un finale persistente. Complessivamente un vino corpo e di buona armonia.

Per chiudere con i rossi si passa al Cembali. Questo vino è ottenuto interamente da uve Nero d’Avola. Vino di punta dalla più importante varietà siciliana, le uve del Cembali provengono tutte dalle vecchie vigne ad alberello ereditate dalle precedente proprietà. Un vino di grande personalità che esprime pienamente la peculiarità del Nero d’Avola coltivato nella zona di Noto. Colore rosso rubino intenso con tenui riflessi violacei. Ha un profumo molto complesso, all’inizio sono presenti aromi di frutta di sottobosco e aromi speziati, dopo subentrano sentori balsamici misti a ciliegia matura. Al gusto è robusto, caldo, sapido e deciso. Complessivamente è un vino intenso e persistente. Sicuramente un vino di corpo ed armonico.

Per finire, assieme al dessert, viene servito un vino passito, il Ra’is. Un moscato fresco, elegante ma allo stesso tempo di carattere equilibrato. Ha un profumo intenso e persistente, con aroma tipico di uva moscata misto a sentori di floreali e di albicocca. Al gusto si presenta dolce, elegante e fresco, di ottimo equilibrio. La persistenza aromatica è lunga e gradevole, ha un buon corpo.
Concludo quindi la visita in Baglio di Pianetto con grande soddisfazione. Ho trovato in questa cantina un’azienda giovane ma ben salda nel territorio, che sa esprimere a pieno nei vini prodotti.

CANTINA BAGLIO DI PIANETTO
Via Francia
90030 Santa Cristina Gela (PA)
Tel. +39 0918570002
Fax +39 0918570015
info@bagliodipianetto.it
www.bagliodipianetto.it

Foto: Ignazio Perez | Baglio di Pianetto