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Serata Gourmet dedicata al Gambero Rosso di Mazara

Tutti ormai conoscono la Qualità e la Bontà del Gambero Rosso di Mazara, il suo gusto è inconfondibile e si differenzia da tutti gli altri gamberi per il suo sapore intenso e delicato.

Gli amici del Ristorante Al Pesciolino d’Oro hanno pensato bene quindi di concludere le serate enogastronomiche con una Cena Gourmet interamente dedicata a questo prodotto.

Il ristorante organizza spesso queste serate enogastronomiche che hanno come obiettivo quello di far conoscere ed apprezzare al pubblico prodotti di unici e di grande qualità. Spesso queste serate sono sponsorizzate anche da diverse cantine, che propongono i loro vini in abbinamento alle pietanze preparate. In questa serata la cantina partner era Donnafugata, indiscussa protagonista nel mondo del vino siciliano, italiano ed internazionale.

La cena comincia con un antipasto interessante dove vengono presentati una Tartare di Gambero Rosso ben condita con Olio Extravergine di Oliva, nello specifico Olio d’Oro di loro produzione, limone e spezie varie, Gambero in Salsa Rosa, Gambero Rosso Crudo “nature” e con Macco di Fave.

L’antipasto è stato accompagnato con un ottimo Metodo Classico Brut di Donnafugata, ottenuto con uve Chardonnay e Pinot Nero. Dal colore giallo paglierino brillante, questo elegante Spumante Siciliano esprime al naso aromi di crosta di pane, di frutta secca e di leggeri sentori floreali. In bocca è fresco, ampio e complesso. Ritroviamo le fragranze di lievito unite a note vaniglia. Un brut armonioso, dal perlage fine e persistente.

Si continua con uno Spagnettone Fresco al Gambero Rosso e Pistacchio di Bronte. Morbido, gustoso, emerge perfettamente il sapore del gambero che accompagnato da questa nota delicata e croccante di pistacchio rende il piatto elegantissimo e ben riuscito.

Qui Donnafugata ci stupisce con un Grillo, il Sur Sur. Un vino fresco, giovane, al calice si presenta con un bel giallo paglierino. Al naso emergono le note fruttate di pesca, unite a sentori di fiori di sambuco e rosmarino. Al palato è morbido, con un ritorno delle note fruttate unito ad una piacevole freschezza.

Il secondo piatto è una Trilogia di Gambero Rosso: in Pasta Kataifi, alla Griglia e al Lardo di Colonnata. A Mazara del Vallo senza dubbio il Gambero alla griglia (o per meglio dire “arrustutu”) è senza dubbio un must indiscutibile, ma posso assicurarvi che gli abbinamenti proposti con la pasta kataifi e con il lardo di colonnata non erano da meno: nel primo caso la croccantezza della pasta kataifi dono al gambero una consistenza nuova, mentre nel caso del lardo di colonnata il gambero acquisisce un sapore intenso e ricco.

Con questo piatto Donnafugata propone uno Zibibbo, il Lighea. Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Al naso offre le classiche note di zagara, unite a sentori di pesca e macchia mediterranea. In bocca ritroviamo una perfetta corrispondenza gusto olfattiva vivacizzata da una fresca vena minerale.

Per concludere la cena viene proposto un Dessert al Gelato, degli ottimi Quaresimali e un calice di Ben Rye. Non servono tante parole per descrivere il Passito di Pantelleria di Donnafugata, divenuto ormai icona riconosciuta e apprezzata a tutti i livelli. Potete leggere qui le mie considerazioni su questo grande vino siciliano.

RISTORANTE PIZZERIA AL PESCIOLINO D’ORO
Lungomare San Vito, 109
91026 Mazara del Vallo (TP)
Tel. +39 0923 909286
info@alpesciolinodoro.it
www.alpesciolinodoro.it

Foto: Ignazio Perez | Al Pesciolino d’Oro
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Cibo Gusto

Scampagnata in Sicilia, Primo Maggio: Caldo, Campagna e "Arrusti e Mancia"

Da un po’ di giorni è arrivata la primavera e con essa le prime belle giornate prima dell’arrivo dell’estate, la bella stagione per eccellenza. E in Sicilia, quando cominciano ad esserci le prime belle giornate si pensa solo ad una cosa: scampagnata!

Ebbene si, è vero: noi siciliani spesso e volentieri pensiamo solo a mangiare. Ma d’altronde con tutte le bontà di cui disponiamo come non pensarci, sarebbe quasi un peccato. E allora ecco che le scampagnate diventano il luogo in cui ogni siciliano doc riesce a dare il meglio di se:

– “Cumpari Vitu, com’è, chi manciasti pi stu primu maggiu?”
– “Ma nenti cumpari Petru, la matina arrustemu du sardi, un pocu di sosizza e la sira pasta cu l’agghia!”
– “Niatri fiscimu tuttu pisci: sardi, trighie, scurmi, ammaru e calamara… Scialamu!”

Ecco, questa è una delle discussioni tipo in cui si ci potrebbe imbattere il giorno dopo una festa di campagna trascorsa in Sicilia.

Ovviamente anche io non sono stato da meno. In compagnia di amici, in campagna del carissimo Pietro e della moglie Tera (che ogni anno non mi fanno mancare il loro invito) ho cercato di dare anche io il mio contributo affinché questo Primo Maggio potesse trascorrere all’insegna del buon gusto e dell’allegria.

La giornata è partita bene grazie al bel sole che ci ha accompagnati tutto il giorno. Si comincia “addumannu lu focu” (1), pratica prettamente maschile, e “quariannu la rarigghia” (2). Nel frattempo qualcuno ha già preparato tutto ciò che deve andare sulla brace: peperoni, melanzane, salsiccia, pancetta e costine di maiale, il tutto condito con “ogghiu di casa” (3) ed erbe aromatiche siciliane rigorosamente coltivate in campagna. Ovviamente, in ogni scampagnata siciliana che si rispetti, non deve mancare “l’ammugghiu d’agghia” (4), sennò che piacere c’è!

Dopo aver mangiato e bevuto (vino buono, ovviamente) abbastanza, si cerca un po’ di relax. Si sa “panza china voli riposo” (5). Ora voi immaginate questa scena: sono circa le due di pomeriggio, siamo in aperta campagna e il sole qui raggiunge temperature inimmaginabili. Come si fa a riposare? A questo punto ci viene in soccorso lei, “la ficara” (6), con i suoi rami e le sue foglie che stanno li quasi a formare un tetto, un rifugio, pronta a riparaci dal sole caldo di Sicilia e a donarci un po’ di fresco.

Dopo un breve e meritato riposo al fresco sotto l’albero da fico, decido di fare due passi tra le terre della campagna di Pietro che, oltre a tutto l’occorrente per organizzare una scampagnata siciliana doc, ha realizzato un bell’orto dove coltiva insalate, cipolle, pomodori, carciofi, melanzane… e dove è possibile trovare alberi da frutto e alberi d’ulivo.

Le pecore, invece, erano solo di passaggio!

…mentre per finire non dovevo mancare le sfince preparate dalla signora Tera, perfetta padrona di casa e grandissima cuoca. Un dolce antico, della tradizione, preparato con pochi ingredienti: farina, patate, acqua, un po’ di lievito e delle scorze di agrumi per aromatizzare l’impasto. Con la mano si formano delle piccole palline e si immergono nell’olio di semi bollente.

Ancora calde si mescolano con lo zucchero e la magia è fatta… Da mangiare rigorosamente calde!

E così finisce questa scampagnata, con le pance piene di bontà e con l’allegria che ci ha accompagnato durante tutta la giornata. Perché il cibo non è solo mangiare, non serve solo a farci vivere. Il cibo, prima ancora di essere tutto ciò, è convivialità e cultura.
Ricordiamocelo sempre!

NOTE
*1 “addumannu lu focu”  – accendere il fuoco nel barbecue.
*2 “quariannu la rarigghia” – riscaldare la griglia del barbecue.
*3 “ogghiu di casa”  – olio extravergine di oliva fatto in casa, ovvero da olive di proprietà.
*4 “l’ammugghiu d’agghia” – condimento a base di olio evo, pomodorini, sale, basilico e aglio, tanto aglio.
*5 “panza china voli riposo”  – pancia piena vuole riposare, ovvero dopo aver mangiato tanto si cede alla stanchezza e ci si riposa
*6 “la ficara” – albero da fico
Foto | Ignazio Perez
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Tenuta Regaleali di Tasca d'Almerita, un paesaggio unico al mondo. Tra bellezza e storia nel cuore della Sicilia

Uno spazio verde infinito, un paesaggio fatto di morbide colline dove filari di vigne, olivi, erbe aromatiche e alberi da frutto trovano il loro habitat naturale. Siamo a Sclafani Bagni nella splendida Tenuta Regaleali, a circa 50 chilometri a sud-est di Palermo, nel cuore della Sicilia. Dal 1830 questo territorio e questa azienda racconta una parte della storia della regione, attraverso il suo paesaggio, chi lo coltiva, il vino prodotto da questa simbiosi fra uomo e natura.

Regaleali era uno dei feudi della Sicilia centrale, famoso per la fertilità dei suoli e la bontà dei suoi prodotti. Una classica azienda agricola dove convivevano (e convincono tuttora) grano, olivi, pascolo e vite. La sua particolare posizione geografica le conferisce un clima particolare caratterizzato da inverni freddi e forte escursione termica estiva.

L’azienda è estesa 520 ettari e, nonostante negli ultimi 50 anni si sia sviluppato l’aspetto vitivinicolo ed i vigneti oggi ricoprono una superficie vicina ai 360 ettari, sono state mantenute tutte le coltivazioni tradizionali in modo da garantire alla tenuta una giusta diversità colturale e da non perdere tutte quelle ricchezze agricole che fanno parte del patrimonio dell’azienda.

La serata

Siamo a Marzo, è lunedì. Io, Emanuele, Fabio e Leonardo. Pronti a partire da Mazara del Vallo nel primo pomeriggio. Dopo un viaggio in macchina di circa tre ore siamo arrivati alla tenuta Regaleali alle 19.00 circa e subito siamo stati accolti e accompagnati in camera giusto per darci una sistemata. Subito dopo siamo stati invitati a fare l’aperitivo nel salone del baglio, uno spazio affascinante e molto accogliente, ricco di cimeli, di premi e riconoscimenti che la famiglia Tasca ha ottenuto nel corso degli anni, molti dei quali risalenti anche all’800.

All’aperitivo, servito tra una chiacchierata e l’altra stando comodamente seduti al lato di un caldo camino, ci è stato servito l’Almerita Brut, un metodo classico ricco, fragrante e fruttato ottenuto da uve Chardonnay e che si presenta al palato con una bella cremosità e morbidezza.

Dopo l’aperitivo siamo stati invitati nella sala da pranzo dove ci è stata servita una bella cena accompagnata da tre ottimi vini.

Con il primo, delle pennette al cavolfiore con uva passa e mollica tostata ci viene servito lo Chardonnay Villa San Francesco 2015, un vino dal colore giallo dorato intenso, con profumi che ricordano la frutta gialla, la vaniglia, la cannella. Un sapore ricco e intenso, complice anche una bella freschezza data da una buona acidità. Un vino molto equilibrato. Un ottimo Chardonnay.

Con la seconda portata, uno spezzatino di castrato accompagnato da una caponata classica siciliana, viene servito il Cabernet Sauvignon Vigna San Francesco 2013, un rosso rubino con bei riflessi granati che al naso esprime sentori di frutta rossa matura, spaziatura di vaniglia e pepe nero, lievi sentori di menta nel finale. Al palato viene fuori il frutto. Un vino di buona freschezza e di grande equilibrio.

La famiglia Tasca è stata una delle prime in Sicilia ad intuire le potenzialità dei grandi vitigni internazionali e queste due etichette, i cui vigneti sono stati impiantati nella tenuta di Regaleali già nel 1985, sono il risultato di un grande lavoro e di una grande visione internazionale dei vini siciliani.

A fine cena arriva il dessert, un cannolo siciliano accompagnato da un vino passito ottenuto da uve Moscato e Trainer Aromatico, Diamante 2015. Bel colore giallo oro. Al naso esprime profumi di frutta candita mentre al palato si presenta dolce e morbido.

La serata continua nel salone accanto al camino, e tra un calice di ottimo vino ed una chiacchierata con il gruppo ci rendiamo conto che l’ora si è fatta tarda e così la serata volge al termine.

Colazione

Sarà stato il buon vino bevuto la sera prima, sarò stata l’aria fresca e pulita di campagna che si respira in questa tenuta, sta di fatto che mi sono svegliato alla buon’ora, tranquillo e rilassato per una notte passata in una camera comoda e spaziosa, arredata e rifinita con una eleganza d’altri tempi, proprio come nello stile di tutta la struttura.

Mi affaccio dal balcone e il colpo d’occhio è affascinante: tutta la tenuta Regaleali davanti ai miei occhi, con il sole ancora tiepido ad illuminare le immense colline ricche di vigneti. Un’immagine semplicemente bella, che ho voluto immortalare in questa foto e che ritengo racconti da sola la bellezza di questo luogo unico al mondo.

Anche se non avrei voluto ho chiuso il balcone e sono sceso a fare colazione. Qui oltre a coltivare la vigna si coltivano anche la maggior parte degli alimenti che, un tempo, erano anche di sostentamento a tutta la tenuta. La colazione infatti, così come tutte le altre portate della cena e del pranzo, è preparata con ingredienti per lo più prodotti sul territorio: latte fresco, torte e crostate, marmellate e conserve.

In giro per la Tenuta

Dopo la colazione, e ancora prima di raggiungere il gruppo per il giro in vigna, mi sono dedicato a fare qualche foto attorno al baglio, una tipica struttura ottocentesca di campagna. Molto carina l’idea di colorare di blu i balconi e le finestre, oltre che il portone d’ingresso. E così sarà anche nell’atrio interno.

Entrando all’interno del baglio si nota subito la “Putia” un piccolo negozio dove poter acquistare vini e gadget ma che funge anche da reception. Come vedete anche qui il blu predomina molto e riesce ad armonizzarsi perfettamente con tutto il resto.

Nell’atrio interno si affacciano diverse stanze: alcune portano al salone e alla sala da pranzo del baglio, altre alla sala degustazione (che è stata ricavata all’interno di un vecchio frantoio), altre ancora sono camere per gli ospiti. Nell’atrio è possibile trovare anche alcuni salottini in legno dove è possibile rilassarsi e godere della tranquillità del posto.

All’interno predomina su tutto il salone, lo stesso dove la sera prima ci è stato servito l’aperitivo. Da qui è possibile capire ed apprezzare la storia della famiglia Tasca: una stanza piena non solo di opere d’arte, ma anche ricca di tanti ricordi e riconoscimenti che la famiglia Tasca è riuscita a collezionare nel corso di tanti anni.

Ci sono diverse librerie dove è possibile trovare tanti volumi dedicati anche al mondo del vino, e ci sono i tanti premi nazionali ed internazionali ottenuti dai vini prodotti nella tenuta. Molto belle le statue di argilla lavorate e dipinte a mano che rappresentano le varie figure del presepe.

Attorno al baglio spazi infiniti di verde, di vigne, di agrumi, di fichi. I profumi della campagna qui ci sono tutti. Non solo vigne ma anche l’orto, gli alberi da frutto, le piante aromatiche del mediterraneo e perfino le api tra i fiori di rosmarino.

In Vigna

Dopo aver terminato il tour alla scoperta degli spazi attorno al baglio siamo pronti per il giro in vigna. Ad accompagnarci ci sarà Corrado, grande conoscitore delle vigne della tenuta che con la sua simpatia si dimostrerà essere una perfetta guida. E allora ecco che si salta tutti sul fuoristrada, pronti per addentrarci tra i filari dove nascono quasi tutti i prodotti dell’azienda.

Il primo punto dove ci fermiamo e la Vigna San Francesco sull’omonima collina. Qui, nella parte più bassa, dove i terreni sono più argillosi e quindi adatti alle uve bianche di struttura, viene coltivato lo Chardonnay. Nella parte alta, dove i terreni sono un misto tra sabbia e argilla, viene coltivato il Cabernet Sauvignon. Lo Chardonnay e il Cabernet Sauvignon sono gli stessi vini di cui vi ho parlato sopra.

Dopo la Vigna San Francesco il giro continua, ed ecco via via addentrarci tra i filari di Santa Rosa, Piana Gelso, Ciminnita, Baracca Nuova, fino ad arrivare ad Alberello Conte Lucio ovvero la vigna dove nasce il Rosso del Conte.

Qui, in questo spazio di terra coltivato ad alberelli, nasce uno dei più grandi vini siciliani: il Rosso del Conte. Nato nel 1970, voluto e creato dal Conte Giuseppe, questo vino esprime le caratteristiche della tenuta Regaleali. Un Perricone e un Nero d’Avola coltivati ad alberello. La sua storia è lunga e fatta di numerose evoluzioni tra cui diverse tipologie di affinamento. Fu il primo vino da vigna unica in Sicilia.

Queste di sotto sono foto scattate dalla punta più alta di tutta la tenuta dalla quale si può avere una visione abbastanza ampia di tutte le terre di Regaleali. In fondo, quasi al centro della foto, è possibile vedere il baglio.

Ammirando panorami come questi come potremmo non apprezzare questa terra, questa Sicilia. Una Sicilia autentica, vera, bella, fatta di lavoro, di persone, di storia, di paesaggi. Un miscuglio meraviglioso di colori, dove luci e ombre si intrecciano quasi come fosse un gioco tra il cielo e la terra. Un paesaggio fatto di filari e di vigne, creato dall’uomo e plasmato dal sole e dal vento.

In basso vi presento i compagni di viaggio, con i quali ho avuto il piacere di trascorrere due giorni indimenticabili. Molti di loro non li conoscevo, ma alla fine del viaggio mi è sembrato di conoscerli quasi da una vita. Complice anche la magia del vino. Perché il vino non è solo bere bene, non serve solamente ad accompagnare le pietanze più prelibate. Il vino è socialità, è convivialità. Il vino è buon vivere. Il vino è spesso quel trend union che tiene insieme amicizie, amori, passioni. E poi, mizzica quanto è buono.

La Cantina

Dopo lo splendido tour in vigna, eccoci all’interno della cantina. Da un lato la natura, dall’altro la cultura. Ovviamente così per come le intendiamo oggi. D’altronde la dicotomia natura-cultura è un tema che affascina da sempre e tutt’ora antropologi, psicologi, linguisti, semiologi. Si tende sempre più a pensare questi due termini non come degli opposti ma semmai in interazione fra loro, quasi ad influenzarsi a vicenda. Ed è un po’ quello che succede qui, a Regaleali. Ma, ovviamente, questo è un altro tema. Torniamo quindi alla cantina.

Qui vengono vinificati, affinati e imbottigliati tutti i vini prodotti nella tenuta e non solo. In questa zona, collegata dal retro al baglio, oltre alle varie cisterne di affinamento in acciaio, sono presenti anche le storiche botti di rovere di Slavonia dove per anni ha affinato il Rosso del Conte e le barrique dove crescono di corpo e di struttura i grandi vini prodotti a Regaleali.

Pratiche di cantina (e di vigna) che seguono molto il rispetto delle persone e dell’ambiente, per una azienda che ha fatto della sostenibilità una vera bandiera, portando avanti anche importanti progetti e studi con diverse Università del paese, tra cui quella di Palermo e di Piacenza.

Degustazione

Dopo aver osservato con i nostri occhi dove nasce e viene coltivata l’uva e dopo aver acquisito tutte le nozioni circa i vari metodi di vinificazione che si svolgono in cantina, siamo passati alla prova d’assaggio. Una degustazione tecnica, guidata sempre dallo stesso Corrado, e che ci ha permesso di approfondire ancora di più tanti aspetti sui prodotti di questa azienda.

La degustazione si è tenuta in una sala molto bella, ricavata in quella che anticamente era utilizzato come frantoio per la produzione dell’olio.

Sei i vini in degustazione. Tre bianchi e tre rossi. Si comincia con l’Antisa Catarratto 2016. Un vino dal colore giallo paglierino che al naso ricorda subito il profumo del pompelmo rosa. Intenso e abbastanza complesso. Un vino fresco e di buona acidità.

Si prosegue con il secondo bianco, Cavallo delle Fate Grillo 2016. Un bel giallo paglierino dai sentori agrumati, fruttati e floreali. Al palato si presenta secco, fresco, persistente, di buona sapidità e struttura.

Si conclude il giro dei bianchi con il terzo vino, Nozze d’Oro 2015. Nel 1984 il Conte Giuseppe Tasca d’Almerita decise di celebrare i 50 anni di matrimonio con la moglie Franca con un vino che raccontasse la storia di famiglia e la Tenuta. Nato da uve Inzolia e Sauvignon Selezione Tasca (una selezione di una vigna presente a Regaleali dalla fine della Prima Guerra Mondiale), questo vino è in grado di esprimere grande freschezza da giovane ma che è capace di dare ottimi risultati anche dopo lunghi affinamenti. Un bel colore giallo paglierino, profumi di frutta bianca quali mela, melone e pesca ed un finale leggermente mielato. In bocca e secco, fresco, fragrante e di buon equilibrio.

Continua la degustazione e si passa ai rossi. Il primo è Lamùri 2015, un Nero d’Avola in purezza che affina per 12 mesi in barili di rovere francese da 225 litri. Un bel colore rosso rubino. Al naso i sentori sono quelli del frutto, di mora, di ciliegia, di confettura. Il legno conferisce quelle note speziate di cannella e di vaniglia. Al palato questo vino e caldo, intenso, vellutato, con un tannino morbido ed elegante.

Il secondo rosso in degustazione è un Monreale DOC, La Monaca 2014, un Syrah in purezza della tenuta Sallier de La Tour. Un rosso rubino intenso con riflessi violacei. Al naso emergono sentori speziati, balsamici e di erbe aromatiche. Un vino secco, caldo, morbido e di buona persistenza.

La degustazione si conclude con il Rosso del Conte 2012. Questo vino è l’espressione più alta dei vini della tenuta Regaleali e di tutta l’azienda. Le migliori selezioni di uve Nero d’Avola della tenuta per almeno il 60 % e per il resto altre uve rosse sempre di Regaleali. 18 mesi di affinamento in barili di rovere francese da 225 litri e 12 mesi di affinamento in bottiglia. Al calice si presenta consistente, con un bel colore rosso rubino intenso e con bei riflessi violacei. Al naso i profumi sono quelli di ciliegia, di frutti di bosco, di vaniglia, di cannella, bei sentori di menta e salvia nel finale. Al palato è ricco, con un bel retrogusto di frutta matura. Un vino pienamente armonico ed equilibrato.

Aperitivo e Pranzo

Per concludere la giornata, e quindi tutta la visita a Regaleali, ci viene offerto prima l’aperitivo e subito dopo il pranzo. Vista la bella giornata l’aperitivo si è svolto all’aperto, nell’atrio interno del baglio. Ad accompagnare diversi stuzzichini ci è stato servito un metodo classico unico in Sicilia, ovvero un Almerita Contessa Franca 2010, un millesimato che sta 60 mesi a contatto con i lieviti. Una lenta e lunga permanenza sui lieviti che danno a questo spumante, ottenuto da sole uve Chardonnay della tenuta Regaleali, una fragranza ed una freschezza molto interessante. Alla vista è brillante con un perlage fine. Al naso si sentono i lieviti ma anche il frutto. Al palato è pieno, fresco, lungo. Molto equilibrato. Un grande metodo classico dedicato ad una donna che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia di Regaleali.

Dopo l’aperitivo ci siamo accomodati nella sala da pranzo, dove ci è stato servito un pranzo da tre portate. Una pappardella di pasta fresca fatta con grano perciasacchi prodotto nella tenuta di Regaleali (l’azienda sta portando avanti anche un progetto di recupero dei grani antichi siciliani ed il perciasacchi è uno dei migliori grani da sempre presente in Sicilia) con un pesto di salvia e pecorino. Un involtino di carne ripieno con formaggio e uva passa e verdure di contorno. E per finire una sfincia ripiena di crema di ricotta di pecora.

Come noterete dalle foto a tavola c’è anche dell’olio extravergine di oliva prodotto dall’azienda Tasca. Per l’esattezza sono due gli oli prodotti da Tasca: l’Olio Regaleali, prodotto con la migliore selezione degli oliveti presenti nella tenuta, principalmente da cultivar Nocellara e Biancolilla, e L’Olio di Mozia, prodotto sulla stessa isola insieme con la Fondazione Whitaker.

Per il pranzo l’azienda ha voluto concludere la visita facendoci degustare i vini dell’Etna. Tre etichette, un bianco e due rossi.

Tascante Buonora 2015, 100% Carricante, storico vitigno utilizzato per la sua grande produttività, oggi riqualificato dall’Etna grazie alle note che riesce a regalare, tra cui mineralità, note sulfuree e e sentori di idrocarburi. Un vino di grande freschezza.
Tascante Ghiaia Nera 2014, 100% Nerello Mascalese, altro grande vitigno storico dei territori dell’Etna, riesce ad esprimere nel bicchiere una grande personalità data da un tannino morbido e da una bella freschezza. Un vino che affina 12 mesi in botte di rovere e ma che riesce a mantenere un profilo territoriale molto alto.
Il Tascante 2013, anche questo un Nerello Mascalese al 100% ma proveniente da un vitigno più storico. Un vino che affina in botti di rovere di Slavonia per 18 mesi, ricco, elegante e di grande intensità aromatica. Tannico, minerale, di buona freschezza. Persistente ed equilibrato. Un vino che è grande espressione del territorio in cui nasce ed evolve.

Con il dessert, uno squisitissimo sfincione di ricotta, ci viene servito il Capofaro 2015, un vino passito, una Malvasia delle Lipari di buona freschezza e acidità. L’uva viene fatta appassire sui graticci con un sistema che ne consente la disidratazione naturale. Capofaro affina sei mesi in acciaio e quattro bottiglia. Il risultato è un vino dal grande profilo aromatico tipico della Malvasia del territorio di Salina (Isole Eolie).

E con questo si conclude la visita in quello che oserei definire uno dei più bei luoghi di tutta la Sicilia. Un territorio unico, non solo per bellezza ma anche per clima, per caratteristiche fisiche del terreno, per esposizione al sole, per escursioni termiche; tutte peculiarità che aiutano l’uomo a produrre vini importanti. Un’azienda storica, portata avanti da una famiglia che da otto generazioni porta un po’ di Sicilia nel mondo grazie ai suoi prodotti. Ma soprattutto una realtà vitivinicola che riesce a trasmettere in ogni calice i sapori, i profumi, i colori di una Sicilia inimitabile.

Vorrei concludere questo lungo (e mi auguro piacevole) post con alcuni ringraziamenti. Il primo a Rosanna, che mi ha invitato e voluto fortemente. A tutto il gruppo, con un particolare saluto per Emanuele, Fabio e Leonardo. A Corrado, che con la sua simpatia e preparazione ci ha spiegato in ogni dettaglio tutto ciò che è Regaleali. E a Bogata (sperò di averlo scritto bene), che ci ha accolti nelle bellezze di Regaleali con grande eleganza.

TENUTA REGALEALI – TASCA D’ALMERITA
Contrada Regaleali
90020 Sclafani Bagni (PA)
Tel. +39 0921 544011

hospitality@tascadalmerita.it

www.tascadalmerita.it

Foto: Ignazio Perez
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Serata Bue Grasso al Pesciolino d'Oro di Mazara

Sono stato diverse volte a mangiare Al Pesciolino d’Oro di Mazara del Vallo (vi dico subito che è la mia sosta di gusto preferita nella mia città) e ogni volta è sempre una grande soddisfazione. Conosco da diversi anni i proprietari, la famiglia D’Agostino, con i quali posso vantare di avere una sana e bella amicizia, e ho anche avuto la fortuna di lavorare qui come cameriere quando ero un po’ più giovane di adesso. So come si lavora, so con quale cura e attenzione si selezionano le materie prime e so della passione vera che c’è nelle persone che lavorano ogni giorno in questo luogo.
Lo so, a questo punto penserete che sono di parte. Beh forse un po’ è così, ma se siete stati a mangiare anche voi in questo ristorante riconoscerete che quello che dico è semplicemente vero.

Questa volta l’occasione per cenare Al Pesciolino d’Oro è arrivata grazie ad una cena a tema interamente dedicata al Bue Grasso, una particolare razza bovina di straordinaria qualità. Il ristorante organizza spesso queste serate enogastronomiche che hanno come obiettivo quello di far conoscere ed apprezzare al pubblico prodotti di unici e di grande qualità. Spesso queste serate sono sponsorizzate anche da diverse cantine, che propongono i loro vini in abbinamento alle pietanze preparate. In questa serata la cantina partner era Baglio di Pianetto, cantina che ho avuto il piacere di visitare e che sta avendo importanti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale.

Ci sono al tre due Serate Enogastronomiche già in programma per questo 2017: il 29 Marzo dedicata al Pesce di Paranza ed il 17 Maggio dedicata al Gambero Rosso di Mazara.

Ma andiamo alla cena e vediamo insieme come è andata. Si comincia con un ricco e saporito antipasto. Oltre a formaggi e olive locali troviamo una bella bruschetta croccante di pane fatto in casa con straccetti di bue grasso e funghi di ferla, molto saporita, del carpaccio di bue grasso condito con un po’ d’olio extra vergine di oliva (di loro produzione), gustose polpettine di bue grasso insaporite con le mandorle, ed una tartare di bue grasso, senza dubbio il pezzo forte, tagliata molto bene e insaporita con capperi di Pantelleria, olio evo e uovo.

Ad accompagnare questo piatto ci è stato servito lo Shymer 2012 di Baglio di Pianetto, un vino ottenuto da syrah e merlot dal bel colore rosso rubino con riflessi violacei, profumo intenso e abbastanza complesso di frutta matura e spezie. Al gusto il vino è morbido, con un bel tannino elegante, abbastanza equilibrato, di buona intensità e persistenza. Ottimo l’abbinamento.

Arriva il primo, spaghettone fresco all’amatriciana di bue grasso con pecorino locale. Gustosissimo, il condimento molto saporito, la carne si scioglieva in bocca. Bella l’idea di usare la pasta fresca rendendo così il piatto molto morbido. Il vino servito questa volta è lo Shymer 2013, che è risultato molto più equilibrato del 2012. Interessante l’idea di questa verticale. È stato così anche per i due vini successivi.

Il secondo, come si poteva immaginare, è stato il piatto forte. Tre interpretazioni di tagliata di bue grasso: con rucola e formaggio bovino, al rosmarino e sale grosso di Trapani e con riduzione di aceto balsamico. La carne è stata presentata con una cottura media e gli abbinamenti scelti sono stati tutti ottimi, anche se forse avrei evitato quella con la riduzione di aceto balsamico e l’avrei servita al naturale. Buone le patate di contorno.

Con il secondo ci è stato servito in abbinamento il Ramione 2012, sempre di Baglio di Pianetto. Merlot e nero d’Avola sono le due bacche che compongono questo vino dal colore rosso rubino intenso, con bei profumi di bacca rossa maturi e sentori speziati di vaniglia e liquirizia. Un gusto abbastanza morbido ed equilibrato, con un bel tannino, di buona intensità e persistenza.

Successivamente ci viene servito il Ramione 2013, molto più strutturato ed equilibrato del primo. E con questo si conclude questa seconda verticale.

Per finire questa cena ecco servito il dessert composto da fragole, caprese di mandorla e cioccolato fondente e cannolino siciliano con crema alla ricotta. Ottima questa versione di caprese fatta con mandorle di produzione locale, buona anche la crema di ricotta. A suggellare il tutto un bel calice di Ra’is Moscato 2012 anch’esso di Baglio di Pianetto, un vino da dessert dal bel colore dorato, con profumo di agrumi, pesca ed albicocca e dal sapore fresco ed equilibrato. Bella la persistenza aromatica finale.

Così volge al termine la serata è la soddisfazione non può che essere massima. Partecipo sempre molto volentieri a questo genere di serata organizzate Al Pesciolino d’Oro in quanto sono sempre un’ottima occasione non solo per mangiare e bere bene, ma anche per poter apprezzare prodotti unici e di qualità. Adesso non posso che aspettare la prossima serata enogastronomia in programma.

RISTORANTE PIZZERIA AL PESCIOLINO D’ORO
Lungomare San Vito, 109
91026 Mazara del Vallo (TP)
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Foto: Ignazio Perez | Al Pesciolino d’Oro
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7 motivi per cui vale la pena andare Al Pesciolino d'Oro di Mazara del Vallo

Sull’onda dell’ultimo articolo dedicato alla mia città in questo blog, man mano scrivevo l’articolo e più lo rileggevo mi rendevo sempre più conto che Mazara del Vallo è nota ai più solo per il pesce e per il Gambero Rosso di Mazara. Ovviamente qui non si trova solo questo. Una città si scopre anche dai suoi luoghi, ed io dico dalle sue soste di gusto.

Bene, ho deciso quindi di raccontarvi la mia città attraverso un luogo del gusto, dove non solo è possibile trovare tutto ciò che a Mazara del Vallo ci si aspetta di trovare, ma anche qualcosa di più. Sto parlando del Ristorante Al Pesciolino d’Oro. Vediamo insieme i motivi per cui vale la pena andarci:

1. Location

Vi ho già detto che ci troviamo a Mazara del Vallo e che qui il mare la fa da padrona. Questo ristorante si trova, infatti, proprio su uno dei più belli lungomari della città, il lungomare San Vito.
Il locale ha una bella veduta sul mare, mare che d’estate si riempie di barchette da piccola pesca, mare che l’inverno regala orizzonti frastagliati dalle onde, mare che emoziona con i suoi tramonti sempre diversi.

2. Sala e Servizio

Il ristorante si compone di due sale, anche se collegate tra loro, una interna rifinita molto elegantemente, ed una esterna che funge da bellissima terrazza sul mare. L’accoglienza è buona, il personale di sala gentile e preparato. Il menù comprende diversi piatti da ordinare alla carta, con molte preparazioni del giorno in base al pescato del giorno.

Il menu si completa con degli ottima dessert preparati in casa. Ottima la carta dei vini che comprende le migliori etichette siciliane tra bianchi e rossi e alcune tra le più prestigiose etichette nazionali ed internazionali, tra cui Franciacorta, Trento DOC, Champagne.

3. Pesce sempre Fresco

Nella veranda è presente una barca, una vera e vecchia barca recuperata dal proprietario, utilizzata per l’esposizione del pesce fresco. Qui si trova di tutto: triglie, saraghi, scorfani, calamari, totani, pesce da zuppa, gamberoni, scampi, astici e aragoste. Un vero trionfo di pesce.

4. Carne Locale

Come vi dicevo questa sosta di gusto non è mica solo pesce. Qui infatti è possibile trovare ogni giorno dell’ottima carne locale, selezionata dal proprietario (ex macellaio) e servita principalmente alla brace. Io ho provato la fiorentina e credetemi… da sola vale il viaggio.

5. L’orto e le verdure fresche

E se vorreste mangiare un buon contorno? Niente paura, al Pesciolino d’Oro anche le verdure sono locali e sempre fresche. Molte di queste vengono direttamente dall’orto di proprietà che si trova poco distante dal ristorante. Una vera chicca.

6. Olio Extravergine di Oliva e Pane fatto in casa

Vero fiore all’occhiello del ristorante, olio d’oro (così è stato denominato dai proprietari) è un Olio Extra Vergine di Oliva di produzione propria, ottenuto da olive Nocellara del Belice nella versione deciso, e da Nocellara del Belice, Biancolilla e Cerasuola nella versione delicata. In entrambe i casi siamo di fronte ad olio evo di assoluta qualità.

Ottimo anche da gustare solamente accompagnato con il pane casereccio fatto sempre da loro.

7. Case Vacanze

Per finire, nei pressi del ristorante Al Pesciolino d’Oro potete anche soggiornare in una delle tante e bellissime villette dotate di ogni confort. Praticamente qui potete fare un viaggio all’insegna del gusto, delle bellezze del territorio e del relax.

RISTORANTE PIZZERIA AL PESCIOLINO D’ORO
Lungomare San Vito, 109
91026 Mazara del Vallo (TP)
Tel. +39 0923 909286
info@alpesciolinodoro.it
www.alpesciolinodoro.it

Foto: Ignazio Perez | Samuele Sciacchitano | Al Pesciolino d’Oro
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Cantine Gusto Soste di Gusto Vino

Baglio di Pianetto, una realtà enologica tanto straordinaria quanto affascinate

Avevo sentito parlare molto di Baglio di Pianetto e avevo avuto modo anche di bere alcuni vini di questa cantina. Poi mi è giunto l’invito ad una visita guidata e devo dire ho subito accettato. Ero curioso di capire come il conte Paolo Marzotto, patron dell’azienda, è riuscito a dar vita ad una realtà enologia tanto straordinaria quanto affascinate. L’azienda, nata nel 1997, punta a produrre vini di grande complessità, ispirandosi anche ai grandi chateaux francesi, che sappiano esprimere al meglio il territorio e che trovino spazio anche a livello internazionale.

Due i grandi territori nei quali Baglio di Pianetto coltiva le proprie vigne. La prima è Contrada Pianetto situata nel comune di Santa Cristina Gela, nella zona DOC Monreale, in provincia di Palermo, dove vengono coltivati Insolia, Catarratto, Viognier, Merlot, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon e dove è presente anche il cuore dell’azienda. La seconda è Contrada Baroni del comune di Pachino situata nella zona di Noto (Ragusa), a pochi km dal mare. Questa proprietà, da sempre votata alla viticoltura, gode del solleone siciliano; un sole che impregna il terreno di calore, poi rilasciato durante la notte, e mitigato da frequenti brezze marine. Qui l’azienda coltiva Nero d’Avola, Frappato, Syrah e Moscato di Noto.

Arrivati in cantina (Santa Cristina Gela) il colpo d’occhio è affascinante. Un’azienda immersa completamente nel verde dove oltre alla cantina vera e propria è presente anche un Relais dove poter trascorrere un soggiorno di vero relax.

La cantina di Pianetto, progettata secondo principi di ottimizzazione delle risorse naturali, è stata costruita a ridosso della collina in modo da sfruttare la stabilità termica della terra, ottimale per la conservazione dei vini. Organizzata su 4 livelli, permette all’uva di seguire un percorso naturale dal suo ingresso al piano più alto fino alla barricaia sottoterra, sfruttando la forza di gravità e preservando così il vino. L’elevato controllo tecnologico permette di monitorare ogni fase evolutiva, riducendo al minimo la necessità di interventi correttivi.

Nella tenuta di Baroni è stata predisposta una cantina di prima vinificazione, al fine di preservare le caratteristiche delle uve selezionate e raccolte sul posto, in modo tale da non danneggiarle con un trasporto precoce. Il vino viene poi trasportato a Pianetto per il completo adempimento delle fasi successive, che includono l’imbottigliamento e la preparazione alla vendita dell’insieme dei vini prodotti.

Dopo aver visitato i vari luoghi della cantina e dopo aver avuto modo di apprezzare una realtà enologica straordinaria siamo passati all’assaggio. La degustazione dei vini è stata accompagnata da un menu di cinque portate preparate nel ristorante del Relais.

Seduto al tavolo scopro che Baglio di Pianetto produce anche Olio Extra Vergine di Oliva. Due sono gli oli evo prodotti: Pianetto e Baroni. Pianetto è un olio fresco e complesso, prodotto con biancolilla e cerasuola la cui ricchezza aromatica lo rende ottimo su primi e insalate. Baroni è un olio leggero che esprime le migliori doti del territorio, limpido, denso, di bel verde dorato, prodotto con moresca e verdello, è ottimo su piatti di mare, carni bianche e cruditèes.

Ma passiamo a vini. Il primo assaggio arriva con Ficiligno, primo bianco prodotto a Pianetto. Un vino dal profumo intenso e persistente, prende il nome da una pietra locale. Il suolo di Pianetto, ricco di minerali, è capace di conferire freschezza al vino bianco. Prodotto con viognier e insolia si presenta dal colore giallo paglierino. Al naso il vino è caratterizzato da aromi tipici della varietà con sentori fruttati. Al gusto si conferma un vino ben strutturato ed equilibrato, di buona intensità e con un finale persistente. Complessivamente è un vino di buon corpo e abbastanza armonico.

Si prosegue con Ginolfo, altro bianco questa volta secco e corposo. Un viognier dal colore giallo paglierino, profumo intenso e persistente, con note tropicali e buona presenza di vaniglia e tostato. Al palato ha una buona morbidezza con una lunga persistenza aromatica varietale.

Si passa quindi al primo vino rosso con Shymer (Syrah e Merlot). Colore rosso intenso. Profumo intenso, di qualità fine. Al primo impatto è caratterizzato da aromi di vaniglia. Al gusto si conferma un vino morbido ed equilibrato, di buona intensità con un finale persistente. Complessivamente è un vino di buon corpo e abbastanza armonico.

Dopo una breve pausa la degustazione continua con il secondo rosso, Ramione. Prodotto con Nero d’Avola e Merlot, alla vista si presenta di un colore rosso rubino carico. Al naso è intenso e complesso, ricorda aromi di frutta a bacca rossa, speziati di vaniglia e liquirizia. Al gusto si conferma un vino morbido ed equilibrato, di buona intensità con un finale persistente. Complessivamente un vino corpo e di buona armonia.

Per chiudere con i rossi si passa al Cembali. Questo vino è ottenuto interamente da uve Nero d’Avola. Vino di punta dalla più importante varietà siciliana, le uve del Cembali provengono tutte dalle vecchie vigne ad alberello ereditate dalle precedente proprietà. Un vino di grande personalità che esprime pienamente la peculiarità del Nero d’Avola coltivato nella zona di Noto. Colore rosso rubino intenso con tenui riflessi violacei. Ha un profumo molto complesso, all’inizio sono presenti aromi di frutta di sottobosco e aromi speziati, dopo subentrano sentori balsamici misti a ciliegia matura. Al gusto è robusto, caldo, sapido e deciso. Complessivamente è un vino intenso e persistente. Sicuramente un vino di corpo ed armonico.

Per finire, assieme al dessert, viene servito un vino passito, il Ra’is. Un moscato fresco, elegante ma allo stesso tempo di carattere equilibrato. Ha un profumo intenso e persistente, con aroma tipico di uva moscata misto a sentori di floreali e di albicocca. Al gusto si presenta dolce, elegante e fresco, di ottimo equilibrio. La persistenza aromatica è lunga e gradevole, ha un buon corpo.
Concludo quindi la visita in Baglio di Pianetto con grande soddisfazione. Ho trovato in questa cantina un’azienda giovane ma ben salda nel territorio, che sa esprimere a pieno nei vini prodotti.

CANTINA BAGLIO DI PIANETTO
Via Francia
90030 Santa Cristina Gela (PA)
Tel. +39 0918570002
Fax +39 0918570015
info@bagliodipianetto.it
www.bagliodipianetto.it

Foto: Ignazio Perez | Baglio di Pianetto