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Presentata l’edizione 2023 di Sicilia en Primeur, in programma a Taormina e Radicepura dal 9 al 13 maggio

Saranno oltre ottanta i giornalisti italiani e stranieri che parteciperanno a Sicilia en Primeur; a questi si aggiunge la presenza di Master of Wine e professionisti del settore che guideranno i seminari tecnici in programma. L’evento, ideato ed organizzato da Assovini Sicilia sin dal 2004, si conferma l’appuntamento più importante per il vino siciliano.

Il tema di Sicilia en Primeur 2023 è dedicato al vino come complesso fattore culturale, all’enoturismo nelle sue molteplici declinazioni ma soprattutto al ruolo dei soci di Assovini Sicilia come custodi di cultura e territorio, e al vino come ambasciatore del turismo siciliano.

“Lo studio di Nomisma – ha sottolineato Salvatore Malandrino, Responsabile Regione Sicilia di UniCredit Italia – conferma l’immagine del settore vitivinicolo della Sicilia come un comparto d’eccellenza non solo per l’economia regionale, ma anche in ambito nazionale. UniCredit è fortemente impegnata nell’offrire alle aziende vitivinicole siciliane soluzioni reali per rispondere ad ogni esigenza lungo tutta la filiera produttiva e per sostenerle nel loro percorso di crescita ed innovazione. Con il nostro network internazionale siamo in grado di accompagnare le aziende vitivinicole all’estero, aiutarle a rafforzare il proprio business e ad inserirsi in nuovi mercati emergenti con ricerca di controparti. UniCredit supporta le aziende del settore anche con una gamma di finanziamenti dedicati a sostenerne la transizione in ottica green e attraverso programmi di formazione e azioni concrete lungo tutta la filiera”.

Il pay-off scelto da Assovini Sicilia per la XIX edizione di Sicilia en Primeur è Ambasciatori e custodi di cultura e territori, sottolineando il ruolo dell’associazione nel farsi portavoce della conoscenza di un territorio attraverso i vini e i suoi produttori, quali promotori di qualità, di bellezze paesaggistiche, dell’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia.
“La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza- commenta Laurent Bernard de la Gatinais, Presidente di Assovini Sicilia. E oggi, i soci di Assovini hanno il duplice merito di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende. Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare”.

La Sicilia si conferma una regione strategica nel settore del vino. È uno dei dati che emergono dallo studio UniCredit-Nomisma “Gli asset che creano valore per la filiera vitivinicola italiana: mercati, territori, imprese”, presentato oggi a Palermo.

Oggi l’export di vino italiano si concentra principalmente sul mercato Europeo e quello Nord Americano mentre l’Asia è ancora marginale, seppur in crescita. Stesso vale in proporzione per la Sicilia: i 5 mercati più significativi sono infatti la Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera, il Regno Unito e il Belgio. Da sottolineare in particolare la crescita tra il 2021 e il 2022 dell’export siciliano verso Stati Uniti (+28%) e Svizzera (+24%). E’ comunque da precisare che i dati Istat di export tengono conto del luogo di spedizione all’estero, per cui sfuggono i quantitativi di vino siciliano che non partono direttamente dalla Sicilia per l’estero, ma partono da porti ubicati in altre regioni alle quali questi volumi di prodotto vengono computati come export vinicolo. Per cui si stima che in realtà il commercio estero di vini e mosti siciliani sia superiore rispetto ai dati ufficiali Istat.

Negli ultimi 10 anni l’Italia ha riqualificato il proprio portafoglio vini esportati, riducendo la componente di vini sfusi (da 31% al 19%), compensando con l’aumento degli spumanti; questo ha premiato a livello di prezzo medio all’export (da 2,22 euro/litro a 3,60 euro/litro).

Se guardiamo i DOP tuttavia lo scarto con la Francia risulta ancora troppo marcato: il peso dei vini DOP sul totale export imbottigliati (69%) è ancora significativamente al di sotto rispetto alla Francia (84%), con prezzi medi all’export anche qui nettamente inferiori: dai Bianchi di Borgogna prezzati mediamente a 16€/litro, ai Bianchi del Trentino Alto Adige e del Friuli VG venduti a 5,17€/litro ed ai Bianchi di Sicilia, prezzati a 3,76€/litro. Anche i Rossi di Sicilia sono abbastanza allineati ai Bianchi, con un prezzo medio al litro di 3,56€.

Il prezzo medio dell’export dei vini DOP italiani è cresciuto nell’ultimo decennio del 22,8%, con un’ottima performance dei Bianchi siciliani con il +30,6%, grazie ad un focus importante sulla qualità (In Sicilia ad oggi sono state riconosciuti 24 vini DOP, di cui 1 DOCG e 23 DOC, e 7 vini a IGT), sulla segmentazione/ differenziazione dei prodotti, sullo sviluppo di strategie multicanale, su un maggiore presidio dei mercati.

La Sicilia ha ancora molti margini di miglioramento riguardo al posizionamento dei vini (fermi) DOP nella GDO: le vendite del prodotto siciliano pesano ca. il 4% sulle vendite totali della grande distribuzione italiana ma tiene bene il prezzo medio di vendita, ben al di sopra della media Italia (5,01 €/bottiglia 0,75l vs 4,20€ in Italia).

Con riguardo ai vini generici, in Sicilia, come in molte altre regioni del Sud, la quota di questo prodotto è ancora molto significativa (ca. 24% della produzione sul totale regionale vs 16% media Italia) ma comunque in riduzione importante nell’ultimo decennio (-9 pp).

La Sicilia è la terza regione (con il 31% vs 19% Italia) con riferimento all’incidenza della coltivazione di vino BIO sul totale superficie vitata regionale, anche se con margini di crescita minori dal 2011 al 2021 rispetto ad altre regioni (97% vs 138% a livello Italia).

La Sicilia è nelle top 5 regioni vinicole in Italia per redditività media delle società di capitale.

Sul mondo dei Social le cantine siciliane hanno un buon posizionamento, certamente migliorabile: ciascuna ha in media ca. 16,4 mila followers, coprendo ca. il 10,3% del totale nazionale.
La Sicilia è al 4° posto in Italia per acquisizioni nel settore vitivinicolo (8% sul numero totale del periodo 2016-2022); con riferimento alla denominazione target, l’Etna è grande protagonista, al 4° posto in Italia, e al di sopra di denominazioni come il Chianti Classico, il Valpolicella e il Barbera d’Asti.

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Torna Avvinando, la manifestazione che conduce alla scoperta del mondo vitivinicolo di qualità.

Il 6 e il 7 maggio la kermesse si terrà all’Ecomuseo Mare Memoria Viva a Palermo. Circa 80 le aziende partecipanti e cinque le masterclass in programma.

Giunge alla nona edizione e torna a Palermo Avvinando, la manifestazione che conduce alla scoperta delle produzioni vinicole di qualità, siciliane e non solo. La data è già da segnare in agenda. La kermesse, che è patrocinata dall’Assessorato regionale delle attività produttive, da Confcommercio Palermo e da Fipe, si terrà sabato 6 e domenica 7 maggiodalle ore 12 alle 20 presso l’Ecomuseo Mare Memoria Viva in via Messina Marine.

I tre soci fondatori, Marco Busalacchi, Massimiliano Morghese e Giuseppe D’Aguanno, ripartono con un’edizione sempre più orientata al business e agli incontri B2B nel mondo del vino e con una selezione attenta e puntuale dei migliori vini prodotti in Sicilia e in parte anche in Italia.

Tante le novità della nuova edizione, a cui partecipano circa 80 aziende.

“Avvinando torna in un clima più sereno, post pandemia, ma anche con una nuova consapevolezza – spiega Busalacchi -. Nelle precedenti edizioni i numeri ci hanno dato ragione, con tre mila visitatori, circa 100 aziende e 850 vini degustati. Numeri questi ultimi, che mettono in rilievo la voglia di sapere, la curiosità intorno al vino. Con questa edizione vogliamo focalizzarci ancora di più sulla selezione dei prodotti di qualità. Alle cantine è stato richiesto, a monte, di proporre non più di cinque etichette, al fine di raccontare l’eccellenza, i migliori vini da loro prodotti. Torniamo quindi ad ‘avvinare’, che nel lessico vinicolo significa aggiungere vino al calice per togliere impurità, odori estranei che disturbano la degustazione. Questo ci permette e ci permetterà di offrire alla città di Palermo una manifestazione selettiva, orientata al business, alle relazioni commerciali intorno al vino e non solo al momento della degustazione che rimane comunque un piacere e un’occasione per ampliare le proprie conoscenze”.

Non solo degustazione, dunque, ma soprattutto un’occasione di incontro tra produttori e un pubblico esperto composto da addetti al settore Ho.Re.Ca., giornalisti, influencer e winelover.

A fianco di Avvinando Confcommercio Palermo, che ha ospitato la conferenza stampa di presentazione.

“Un evento che giunge alla nona edizione, con un’impostazione orientata agli incontri commerciali, si conferma un’importante manifestazione nella città di Palermo capace non solo di ampliare la conoscenza sulle attività produttive e agricole, ma di favorire le imprese”, afferma Fabio Gioia, vice-presidente vicario di Confcommercio Palermo. “In più oltre alla manifestazione con i banchi d’assaggio, le masterclass in programma, che sono un vero evento nell’evento, forniscono ulteriori spunti per conoscere e per promuovere i prodotti delle aziende. E questo aspetto commerciale non può che trovare il nostro supporto. Il nostro augurio è che una manifestazione così cresca sempre di più”, aggiunge Gioia.

 

“Le aziende vinicole siciliane, piccole, medie e grandi, hanno dimostrato di avere la capacità di produrre qualità e di saperla esportare al mondo. Mettono in evidenza un modello produttivo virtuoso che è da premiare – afferma l’assessore alle attività produttive, Edy Tamajo –, ed è nostro compito essere vicini e sostenere iniziative così lodevoli che puntano alla promozione di un prodotto di cui possiamo essere fieri”.

Oltre ai banchi di assaggio, ai quali si potrà accedere sabato 6 e domenica 7 maggio dalle ore 12 alle 20, presso l’Ecomuseo Memoria Viva di via Messina Marine, in programma, all’interno dell’evento, anche cinque masterclass dedicate al vino che si terranno presso l’Hotel San Paolo Palace (di fronte l’Ecomuseo).

Sabato 6 maggio sono tre le masterclass in programma. La prima alle ore 11.30 “Vino & Design: “Le diverse espressioni del Riesling Tedesco”. Oltre i confini siciliani, da Palermo, l’occasione per approfondire la conoscenza del Riesling, ampliando le conoscenze di addetti ai lavori e intenditori, con una degustazione guidata per sette etichette uniche nel loro genere. La seconda alle ore 15.30 “I grandi rossi di Sicilia, viaggio nella storia. Tre mini-verticali di Rosso Del Conte, Mille e una Notte, Duca Enrico”. La terza alle ore 18 “Donne del Vino di Sicilia: la nuova generazione del mondo del vino. Le giovanissime produttrici siciliane si raccontano” con cinque vini in degustazione. Domenica 7 maggio si apre alle 11.30 con la masterclass del Consorzio Etna Doc con sei vini da diversi versati del vulcano, alla medesima quota di 700 metri dal livello del mare, per scoprire le innumerevoli differenze e sfumature di uno dei terroir del vino più attraenti al mondo. Ultima alle ore 18 la masterclass “Un viaggio emozionante nel mondo del Marsala con la storica cantina Florio” per conoscere di più la storia e le tipologie di uno dei vini storici di Sicilia, il primo ad ottenere il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata (DOC), nel 1969.

I dettagli del programma sono disponibili nel sito online www.avvinandowinefest.it dove è possibile anche acquistare il ticket di ingresso alla manifestazione e i ticket delle masterclass che hanno posti limitati.

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Next generation, il nuovo volto della Sicilia del vino

La giovane e futura generazione vitivinicola siciliana punta su sostenibilità, ambiente, enoturismo. Su quindici nuovi produttori, undici sono donne.

 
Sostenibilità ambientale e sociale, comunicazione e marketing per intercettare i giovani e i nuovi mercati, enoturismo per valorizzare il territorio. Sono i temi cari alla Next generation della vitivinicoltura siciliana, la nuova generazione che si sta preparando al ricambio generazionale.

La presentazione ufficiale al Vinitaly, nel corso dell’Incontro Next generation, il nuovo volto dell’Isola, organizzata da Assovini Sicilia.

I quindici nuovi volti emergenti delle aziende vitivinicole siciliane sono giovani dinamici, spesso con studi ed esperienze fuori dalla Sicilia, un bagaglio formativo in diversi campi, dal marketing all’architettura, dall’economia all’enologia.

Tutti hanno in comune la passione, la storia familiare ed aziendale legata al vino, la voglia di portare contributi nuovi, frutto delle loro esperienze formative. Su quindici produttori, unidici sono donne.

“Le nostre aziende associate stanno affrontando con maturità e coscienza il grande tema del ricambio generazionale, momento fondamentale nella vita di un’azienda. C’è una nuova generazione che, nel rispetto dell’identità della propria storia aziendale e familiare, è pronta a contribuire con nuove idee e innovazione alla sviluppo della vitivinicoltura siciliana”- sottolinea Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia.

È la sostenibilità ambientale e sociale uno dei temi più cari alla nuova generazione vitivinicola, insieme allo sviluppo dell’enoturismo legato all’identità del territorio, al mercato dei millennials come consumatori consapevoli, il marketing e la comunicazione digitale.

“Porto avanti un concetto di cultura biodinamica, di rispetto del territorio e della sua vocazione” afferma Serena Costanzo di Palmento Costanzo. Studi in enologia a Montpellier, Serena è pronta a curare il settore della produzione dell’azienda di famiglia.

Per la giovanissima Gabriella Favara, che ha da poco fatto il suo ingresso ufficiale nell’azienda fondata dal nonno Giacomo Rallo, Donnafugata, “è importante avvicinare i giovani alla complessa cultura del vino attraverso una comunicazione mirata”.

Continuità senza brusche rotture, nel rispetto della storia del territorio e delle generazioni precedenti, è il filo conduttore di questo nuovo passaggio generazionale ma anche la missione di Costante Planeta, altro volto della new generation.

I ragazzi della Next Generation parlano di nuove strategie di comunicazione e marketing rivolte a target più giovani e nuovi mercati.

“Puntare sulla sostenibilità è importante e la comunicazione è una delle armi più forti che abbiamo, sostiene Alessandra Fazio di Fazio wines. La sostenibilità è un tema caro anche a Federica Bonetta di Baglio del Cristo di Campobello e Marianna Colosi dell’azienda Colosi.

Enoturismo come strumento di valorizzazione aziendale e territoriale è il focus di Federica Kika Fina, che con passione si dedica all’azienda vitivinicola fondata dai genitori.

Fare conoscere il vino attraverso l’esperienza delle visite in cantine al giovane pubblico è uno degli obiettivi della giovanissima Giulia Governali, già parte di Gaglio Vignaioli.

Al timone della sesta generazione Maria Chiara Bellina dell’azienda Pellegrino, che punta all’enoturismo e che considera importante il confronto generazionale.
Nuovo ingresso nell’azienda di famiglia, Principe di Corleone, per il giovane agronomo Pietro Pollara.

“La Sicilia si sta muovendo verso un mercato sostenibile e internazionale. La nuova generazione segue questa evoluzione”.

La commercializzazione e il branding segnano il passaggio generazionale dell’azienda Serafica, oggi guidata da Maria Ausilia Borzì. Psicologa di formazione, Maria Ausilia si dedica alla didattica e formazione nel mondo del vino.

Sostenibilità, ambiente e Hospitality nel futuro di Tenute Navarra, giovane azienda vitivinicola in provincia di Caltanissetta, rappresentata da Totò Navarra jr.
Identità contemporanea, legame e rispetto del territorio per Carla Maugeri di Cantine Maugeri. Architetto di formazione e professione, Carla ha fortemente voluto questo nuovo progetto vitivinicolo nel versante est dell’Etna.

Rappresentante della 25esima generazione, oggi Giovanni Mazzei si occupa della gestione della tenuta Zisola.

“Il passaggio generazionale nel mondo del vino avviene in maniera naturale e con continuità anche se è necessario lo scontro affinchè ci sia innovazione ed evoluzione”.
Confronto e convivenza tra due generazioni anche nell’azienda Dei Principi di Spadafora, dove la giovane Enrica Spadafora cura il progetto su enoturismo e Hospitality.
“Le aziende di Assovini sono, con grande anticipo, pronte ad affrontare il ricambio generazionale grazie anche alle famiglie e ai genitori e al loro ruolo di grandi maestri nella formazione dei giovani”-conclude il presidente de la Gatinais.

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Messina e i vini Doc della provincia protagonisti con ME-DOC e AIS Sicilia

La prima edizione di ME-DOC, la rassegna AIS Sicilia sui vini delle tre DOC del messinese: Mamertino, Faro e Malvasia delle Lipari, accolta con entusiasmo dalla città di Messina. Un successo oltre l’immaginazione.

Attori principali: i vini e i loro produttori, eroi contemporanei che si ergono nella difesa e valorizzazione del territorio. Regia: l’Associazione Italiana Sommelier Sicilia che da più di vent’anni si fa portavoce della cultura del bere bene, consapevole e informato.

Questi gli elementi trainanti di un successo chiamato ME-DOC. In scena al Teatro Vittorio Emanuele a Messina lo scorso weekend. La città ha accolto con entusiasmo il progetto di riunire insieme le tre eccellenze del territorio quali i vini delle Doc Mamertino, Faro e Malvasia delle Lipari chiamati a sfoggiare i loro tratti migliori, e a raccontare con essi il meraviglioso terroir che li rende prodotti unici, apprezzati in tutto il mondo che non temono il confronto con i grandi nomi del mondo enologico internazionale e nazionale.

In questi due giorni si sono raccontati hanno fatto emozionare ed hanno saputo aprire un dialogo costruttivo con il territorio che li contiene e a fare sistema per poter brillare sempre di più nel complesso e variegato mondo del mercato vitivinicolo.

La rassegna, contenitore di questi presupposti ambiziosi, è iniziata Sabato 18 marzo: al mattino si è svolto a porte chiuse il primo concorso enologico ME-DOC che ha visto impegnati i degustatori ufficiali AIS Sicilia che hanno degustato alla cieca i vini, premiati poi nelle varie categorie domenica 19. Sei sono state invece le degustazioni guidate dove i degustatori ufficiali Ais Sicilia accompagnati dai produttori hanno acceso un focussulle specificità deisingoli vini e delle peculiarità che li differiscono valorizzando al meglio gli specifici territori: “Il Faro dello Jonio” e “Il Faro del Tirreno” doc che ricadono nella città di Messina, aprono già dal Sabato pomeriggio registrando il sold out diversi giorni prima della manifestazione, grande interesse di pubblico tra appassionati, operatori e stampa di settore, guidate rispettivamente dal Presidente Ais Sicilia Francesco Baldacchino con il responsabile Eventi Ais Sicilia Gioele Micali e dalla Vicepreside Ais Sicilia Maria Grazia Barbagallo con Francesca Scoglio consigliere regionale Ais Sicilia.

Domenica invece si punta lo sguardo in provincia e sulle isole con due degustazioni sul Mamertino, Bianco e Rosso un successo di pubblico e di prodotto che ha saputo emozionare, condotte rispettivamente da Camillo Privitera Consigliere Ais Nazionale, Luigi Salvo Responsabile concorso enologico e delegato di Ais Palermo con Antonio Fusco Presidente Ais Calabria. Si conclude in dolcezza con due degustazioni della Malvasia delle Lipari, Dolce Naturale in comparativa con il Passito delle stesse aziende e abbinate a dolci tipici offerti dalle pasticcerie Nicotina e Lillo Freni condotta da Grazia di Paola Degustatore Ufficiale Ais Sicilia e da Francesco Italiano Delegato Ais Messina, e una batteria conclusiva di ben nove Malvasia delle Lipari Passito condotta dal Miglior Sommelier di Sicilia Piero Giurdanella.

I momenti clou dell’evento hanno visto un dibattito d’apertura sabato pomeriggio di grande interesse informativo e divulgativo: seduti gli uni accanto agli altri i presidenti e rappresentanti dei tre consorzi di tutela hanno condiviso le storie antiche e contemporanee legate ai rispettivi vini raccogliendo la spinta di AIS verso un futuro di perseveranza e crescita, con l’appoggio del Sindaco Federico Basile e dell’onorevole Giuseppe Lombardo e l’intervento del presidente del Teatro Vittorio Emanuele, Orazio Miloro, che sottolinea come la cultura enogastronomica debba essere affiancata alle altre forme di cultura.

Il dibattito si apre anche su un argomento spinoso come vino e salute con l’intervento del Professor Massimo Raffaele dell’università degli studi di Messina, queste le sue parole:

In tutto ciò ritengo che un paio di cose dovrebbero essere evidenziate. Primo, nel mezzo sta la virtù: l’etanolo a bassissime dosi è meraviglioso, però può diventare un problema in dosi eccessive. Ma se si beve il vino al pasto, soprattutto nella dieta Mediterranea, questa va a controbilanciare l’effetto etanolo negativo, e queste sono cose importanti che vanno dette. Una seconda sinergia sta nel cosa bevo, cosa mangio e quanto mangio.

Domenica interamente dedicata agli attori protagonisti: i banchi d’assaggio, aperti fin dal mattino hanno offerto alle aziende produttrici la possibilità del contatto diretto con il pubblico, attento ed esigente, esponendo e raccontando il loro prodotto le loro esperienze produttive e le realtà che ci sono dentro ad un calice di vino buono.

Infine la premiazione dei vini vincitori del primo concorso enologico ME-DOC: grandi emozioni, colpi di scena e standing ovation per i vini top, innovativi, piacevoli e gastronomici di ogni tipologia. Un arrivederci ad una nuova edizione nel 2024 grazie all’invito del Sindaco Basile che ha sposato il progetto fin dall’inizio e che con grande orgoglio lo propone come appuntamento fisso nella sua Città!

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ProWein 2023: le aziende di Assovini Sicilia puntano sui territori e la varietà vitivinicola

Ventisette aziende di Assovini Sicilia rappresenteranno la straordinaria varietà vitivinicola dell’Isola nell’area Sicilia della ProWein, la più importante fiera al mondo di vini, distillati e bevande alcoliche con sede a Düsseldorf. Dal 19 al 21 Marzo, i tredici padiglioni dell’ente fieristico Messe Düsseldorf ospiteranno sei mila espositori e quattrocento aree vitivinicole. Sono in tutto sessanta i paesi rappresentati. In testa l’Italia con 1750 espositori.

Le ventisette aziende associate Assovini Sicilia sono così distribuite: diciannove fanno parte dell’ATI “Tifeo” con Musita capofila mentre le restanti otto cantine siciliane associate saranno altresì presenti nell’Area Sicilia. Insieme, rappresenteranno l’Isola, le sue DOC e IGP nel Padiglione 17 gestito dall’IRVO (Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia). Diverse aziende dell’associazione vitivinicola siciliana prenderanno parte alla fiera in altre aree e padiglioni.

Nel corso dei suoi quasi trenta anni di storia la ProWein conferma il suo ruolo di leader attraverso una formula vincente: una fiera mondiale che si rivolge esclusivamente ad operatori specializzati del settore dei vini e dei distillati, con un’attenzione particolare al commercio e alla gastronomia – commenta Laurent Bernard de la Gatinais- presidente di Assovini Sicilia. Un’opportunità unica per le aziende associate dove fare networking e scouting di prodotti e tendenze. Il nostro obiettivo è valorizzare le DOC e IGP siciliane attraverso i territori, la qualità e l’eccellenza della produzione, e promuovere la variegata complessità vitivinicola siciliana rappresentata dai nostri associati- conclude de la Gatinais.

La lista delle aziende di Assovini Sicilia con ATI Tifeo e Area Sicilia: Alessandro di Camporeale, Baglio Oro, Benanti, Caruso&Minini, Casa Grazia, Cva Canicattì, Disisa, Fazio, Feudo Montoni, Feudo Solaria, Firriato, I Custodi delle Vigne dell’Etna, Horus, Lombardo vini, Musita, Nicosia, Palmento Costanzo, Terrazze dell’Etna, Vivera.
La lista aziende di Assovini Sicilia nell’Area Sicilia: Assuli winery, Baglio di Pianetto, Fina, Cantine Settesoli, Baglio del Cristo di Campobello, Tornatore, Torre Mora, Tenuta Ferrata.

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Presentato alla Bit l’evento enogastronomico “Mangia Sano Italia”

Un viaggio nel mondo dell’agroalimentare di qualità della Sicilia Occidentale. Alla conferenza, moderata dalla giornalista Stefania Renda, sono intervenuti: Massimo Marino, presidente dell’Associazione “Premio Saturno, Trapani che Produce”, Daniela Toscano, sindaca del Comune di Erice, Lorenzo Zichichi della Fondazione “Ettore Majorana” e lo chef e gastronauta Peppe Giuffrè.

“Sono felice di essere qui a presentare, insieme ai presenti, questo prestigioso progetto nell’ottica di valorizzare quelli che sono il nostro patrimonio e le nostre specialità enogastronomiche a km zero. Il cibo fa parte della nostra identità, la cucina siciliana così variopinta è un nostro punto di forza. La dieta mediterranea è famosa in tutto il mondo e promuovere queste nostre peculiarità credo sia il nostro dovere.” – queste le parole di Daniela Toscano, sindaca del Comune di Erice.

“Vorrei ringraziare tutti i partner che hanno permesso di realizzare questo progetto, alla sua prima edizione, augurandoci che possa avere una progettualità pluriennale. Terra, agricoltura, cibo, storia questi i punti focali di ‘Mangia Sano Italia’” – così afferma Massimo Marino, presidente dell’associazione organizzatrice della manifestazione.

Gli eventi si svolgeranno in numerose locations del borgo medievale. Tra i partner il Centro studi scientifici “Ettore Majorana” fondato dal fisico italiano Antonino Zichichi.
“Il centro Majorana è dislocato in quattro ex monasteri restaurati. Questi antichi edifici, dalla storia ultrasecolare, attualmente sono stati dedicati a grandi scienziati e saremo lieti di darne la disponibilità per ospitare questo evento dando un ulteriore segnale d’apertura al territorio, a maggior ragione in questo 2023 nel quale festeggeremo i 60 anni dalla fondazione del Centro della Cultura Scientifica” – così ha continuato Lorenzo Zichichi intervenendo per la Fondazione “Ettore Majorana”.

Peppe Giuffrè, che ha individuato “il paniere delle eccellenze” dell’appuntamento, è un esperto di banqueting e food oltre che un mecenate del Made in Sicily, un vero e proprio ambasciatore del gusto, anima creativa e gastronomica del progetto. “La cucina è una cosa bellissima, e non si finisce mai di imparare, vado sempre alla ricerca di una cucina del benessere, salutare, con materie prime della mia terra”. Esterofilo e poliedrico, e con la vena artistica: in Bit, alla presenza della Ministra al Turismo Daniela Santanchè e dell’Assessora al Turismo, Sport, Spettacolo della Regione Siciliana Elvira Amata, in maniera teatrale, ha preparato una meravigliosa cassata siciliana, un format di teatro-cucina che ha portato in tutto il mondo. I suoi show cooking entusiasmano da anni occhi e palati celebri.

Presenti in conferenza numerosi gastronomi e giornalisti della stampa specializzata, ai quali è stato offerto un barattolo di caponata preparata dallo Chef Peppe Giuffrè. La caponata è uno dei più noti contorni siciliani, composto da melanzane fritte, sedano, pomodori, olive e la tipica salsa agrodolce che la caratterizza.

Mangia Sano Italia è organizzato dall’Associazione “Premio Saturno, Trapani che Produce”, con il sostegno della Regione Siciliana – Assessorato all’Agricoltura in collaborazione con il Comune di Erice, la Fondazione “Ettore Majorana”, l’Istituto di Istruzione Superiore “I. e V. Florio”, Distretto del Cibo, Distretto Turistico della Sicilia Occidentale, Gal Elimos, il Gruppo Editoriale Telesud, l’Ebat (Ente Bilaterale Agricolo del Territorio della Provincia di Trapani), Strade del Vino Erice Doc e la Rete Nazionale degli Istituti Alberghieri.

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Alcol e salute, sì al consumo responsabile

La lotta all’abuso si combatte con l’educazione e la cultura del bere consapevole in quantità e qualità- Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia.

“Assovini Sicilia promuove il consumo responsabile del vino valorizzando la sua storia, la sua cultura, la tutela dei territori e il suo valore economico” – afferma Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, in merito al dibattito sul via libera all’Irlanda di inserire gli “alert sanitari” su tutte le etichette dei prodotti alcolici.

“Non credo serva mettere un bollino per risolvere il problema dell’abuso. Altri esempi non sono stati risolutivi, se non per fare stare bene le coscienze dei burocrati europei e degli stati promotori”.

“Nel caso degli alcolici, vino incluso, bisogna ricordarci che sono prodotti legati alla cultura e storia delle regioni e dei popoli europei. Come il Calvados, l’Armagnac e Cognac in Francia, il Whisky in Irlanda e Scozia, l’Acquavite in Germania, la Grappa in Italia, le Birre e Sidri nel Nord e Centro Europa. Si tratta di un valore storico e culturale per tutta l’Europa che non va demonizzato ma valorizzato e conosciuto, soprattutto dai giovani, alla stessa stregua delle eccellenze alimentari. Anche su queste ultime c’è, purtroppo, un tentativo di stigmatizzare la qualità con altrettanti bollini e punteggi. È la cultura e la conoscenza, la base dei cambiamenti nelle abitudini di consumo.

Non dimentichiamoci che i prodotti enogastronomici di qualità rappresentano anche la conservazione e la tutela di vaste aree geografiche, di territori unici, che sono patrimonio di tutti” – continua de la Gatinais.

L’Irlanda potrà inserire sulle etichette degli alcolici, avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e sul rischio del consumo in gravidanza, warnings simili a quelli che si trovano sui pacchetti di sigarette. Il via libera è arrivato dopo che, nel giugno scorso, l’Irlanda aveva notificato la norma sui cosiddetti “health warnings” per vino, birra e liquori alla Commissione europea. Finito il periodo di moratoria, senza riscontrare opposizioni dall’organo esecutivo europeo, nelle scorse settimane è stato ufficializzato il via libera.

Secondo gli ultimi dati 2021-22, l’export rappresenta oltre il 50% delle vendite degli associati di Assovini Sicilia. L’Europa è il primo mercato di destinazione per il 45% degli associati, seguito da America (31%), Asia (16%), Oceania (6%), Africa (2%).

“Non credo che gli health warnings siano una minaccia all’export del vino siciliano-continua de la Gatinais. Vorrei che l’Unione Europea fornisse una risposta unitaria, matura e cosciente senza lasciare la questione in mano ai singoli stati generando messaggi disomogenei e fuorvianti. Mi piacerebbe vedere un primo nutriscore sull’ Acheta domesticus e il Tenebrio Molitor, sui quali l’Europa è stata molto snella circa l’autorizzazione nella filiera alimentare. Per me, il Grillo rimane quello che bevo nel bicchiere” – conclude de la Gatinais.

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Esperienze di Gusto Focus On News

Presentata la Guida ai Vini di Sicilia 2023. AIS Sicilia conferma la sua attenzione alla qualità del vino siciliano e alla sua comunicazione. 

I vini siciliani in mostra alla presentazione della Guida ai Vini di Sicilia 2023, edita da AIS Sicilia e giunta alla sua terza edizione. Una giornata intensa, ricca di incontri, momenti di dibattito e degustazioni.

La Sicilia del vino continua a mostrare il suo grande appeal nei confronti del grande pubblico, dei sommelier, dei wine lover, degli addetti ai lavori e dei tanti appassionati. L’occasione è stata quella della presentazione della Guida ai Vini di Sicilia 2023 di AIS Sicilia. La guida è uno sviluppo di Vitae, la guida nazionale AIS, che in Sicilia trova un’edizione di approfondimento.  La manifestazione, giunta alla sua terza edizione, organizzata grazie al prezioso contributo del nuovo gruppo eventi di AIS Sicilia guidato dal sommelier Gioele Micali e coadiuvato dai sommelier Alessandro Mauro e Alessandro Sciacca, si è svolta Sabato 21 Gennaio al Palacongressi di Agrigento alla presenza dei massimi vertici regionali e nazionali dell’Associazione Italiana Sommelier.

80 aziende presenti ai banchi d’assaggio, 4 degustazioni tematiche che hanno messo in mostra le diverse espressioni del vino siciliano, dagli internazionali agli autoctoni passando dai grandi bianchi ai vini di Marsala e 2 verticali per due grandi eccellenze siciliane, Faro Palari e Lusirà Baglio del Cristo di Campobello.

Ad aprire la manifestazione sono stati i rappresentanti di AIS, nazionali e regionali, che insieme ai rappresentanti dei consorzi e delle strade del vino siciliane hanno dibattuto sul tema che molto sta a cuore a piccoli e grandi produttori: la comunicazione del vino attraverso i territori.

Un dibattito costruttivo, egregiamente condotto dalla giornalista e sommelier AIS Valeria Lopis, che ha visto una buona rappresentanza dei consorzi e delle strade del vino dell’isola. Ciò sta a significare quanta voglia c’è in Sicilia di fare rete, di condividere idee e di portare avanti progetti comuni legati al mondo del vino. Anche se ad oggi queste realtà viaggiano a diverse velocità, vanno tutte verso la stessa direzione, ovvero quella di garantire la qualità del prodotto e dell’offerta territoriale e far arrivare il messaggio a quanti più portatori d’interesse globali in modo semplice e chiaro. Una sfida tutta siciliana che può essere vinta se ognuno fa la sua parte: produttori, consorzi, strade del vino e associazioni di categorie. E proprio in questo AIS Sicilia rappresenta un punto di riferimento in grado non solo di comunicare al meglio i territori e i prodotti che questi esprimono, ma anche nel riuscire a fare da collante tra le diverse specificità, singole e collettive.

Tanti gli interventi al dibattito. Dopo i saluti di Francesco Baldacchino, Presidente AIS Sicilia, sono intervenuti: Orazio Di Maria, Referente Guida AIS Sicilia; Nicola Bonera, Responsabile Guida Vitae e Consigliere Nazionale; Maria Grazia Barbagallo, Vicepresidente AIS Sicilia; Lillo Trupia, Delegato AIS Agrigento; Gioele Micali, Delegato AIS Taormina e Responsabile Eventi Sicilia; Mauro Carosso, Presidente AIS Piemonte e Gruppo Didattica AIS Italia; Camillo Privitera, Giunta Esecutiva Nazionale e Responsabile Eventi AIS Italia.

Per i consorzi sono intervenuti: Mario Di Lorenzo, Presidente Consorzio Monreale DOC; Benedetto Renda, Presidente Consorzio Marsala DOC e Pantelleria DOC; Ivo Basile, Vicepresidente Consorzio Malvasia delle Lipari DOC; Costante Planeta, Consorzio Mamertino DOC; Francesco Giostra Reitano, Presidente Consorzio Faro DOC; Antonio Rallo, Presidente Consorzio DOC Sicilia. Apporto positivo anche dai rappresentanti della DOC Etna che, benché assenti, hanno inviato un saluto e apprezzato l’impegno comunicativo di AIS Sicilia.

Per le Strade del Vino sono intervenuti: Luigi Bonsignore, Presidente Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi; Alessandro Carrubba, Rappresentante Strada del Vino della Val di Noto; Marika Mannino, Direttore Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna.

L’evento si è svolto al Palacongressi di Agrigento, uno spazio polifunzionale moderno e tecnologico situato vicino alla famosa Valle dei Templi, sito UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Da sottolineare la calorosa accoglienza della città di Agrigento per la quale si ringrazia il Sindaco Francesco Miccichè e l’Assessore al Turismo, Cultura e Spettacolo Costantino Ciulla, presenti anch’essi all’evento, che non hanno fatto mancare il loro supporto alla manifestazione. Inoltre un contributo importante è arrivato dalla Delegazione AIS di Agrigento e Caltanissetta, rappresentata da Lillo Trupia, punto di riferimento importante in tutta la fase operativa e organizzativa.

Durante la giornata sono state premiate le aziende che hanno ottenuto le 4 Viti in Sicilia, il massimo riconoscimento per i vini presenti in guida. Sono 22 le etichette che si sono distinte ottenendo l’ambito riconoscimento; vini provenienti da tutti i territori siciliani a dimostrazione di come la Sicilia continua a crescere in qualità su tutti gli areali di produzione. Qualità indiscutibile frutto anche di una biodiversità che rappresenta un unicum se confrontata ad altre regioni vitivinicole nazionali ed internazionali.

Grande anche il successo di pubblico. Alla fine della serata si contano oltre 1000 partecipanti alla manifestazione e più di 30 giornalisti accreditati. Sommelier, addetti ai lavori e appassionati del vino che hanno potuto godere, per un’intera giornata, di un banco d’assaggi e di degustazioni guidate di grande livello dove erano presenti quasi tutte le aziende menzionate nella guida e dove era possibile anche degustare tutti i vini premiati, tra i migliori della Sicilia.

“Il vino non va giudicato ma comunicato – dice Francesco Baldacchino – ed è quello che intendiamo fare con questa guida che altro non è che un valido strumento di divulgazione del mondo vitivinicolo siciliano. Una guida ricca di contenuti e schede ben dettagliate che ci offrono uno spaccato molto veritiero dello stato dell’arte del vino in Sicilia”.

La pubblicazione della Guida ai Vini di Sicilia 2023 è un grande lavoro di squadra, portato avanti da sommelier degustatori ufficiali AIS, redattori e sommelier di servizio che hanno recensito e inserito in guida ben 152 aziende. Il fatto che siano gli operatori del luogo a fare le degustazioni dei vini è un valore aggiunto e ciò vale sia per la guida regionale AIS Sicilia che per quella nazionale Vitae, permettendo così di avere uno spaccato veritiero del mondo del vino. Un’edizione che ha visto la conferma di tanti nomi e l’ingresso di molti piccoli produttori.

Le guide saranno presto disponibili per l’acquisto presso le delegazioni siciliane.

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Esperienze di Gusto Focus On News

AIS Sicilia presenta la Guida ai Vini di Sicilia 2023, Sabato 21 Gennaio ad Agrigento

La città di Agrigento ospiterà la presentazione della Guida ai Vini di Sicilia 2023, edita da AIS Sicilia.

L’evento si terrà Sabato 21 Gennaio 2023 al Palacongressi di Agrigento e prevede diversi momenti di incontro, dibattito e degustazione. Durante l’evento verranno premiate le aziende che hanno ottenuto le 4 Viti grazie al progetto Esperienze di Vitae in Sicilia e si terrà un convegno sulla comunicazione del vino in Sicilia attraverso i suoi territori.

Sono previste anche degustazioni guidate e verticali sui vini di Sicilia, tra cui internazionali, autoctoni, grandi bianchi, vini di Marsala, Faro Palari e Lusirà di Baglio del Cristo di Campobello.

“La guida rappresenta la migliore produzione vitivinicola siciliana e promuove i territori più vocati” dice Francesco Baldacchino, Presidente AIS Sicilia.

La Guida ai Vini di Sicilia 2023 offre un panorama completo delle eccellenze vitivinicole dell’isola e l’evento di presentazione permetterà ai sommelier e ai winelover di scoprire le migliori etichette del vino siciliano in un unico luogo grazie al banco d’assaggi aperto per tutta la giornata della manifestazione.

L’evento di presentazione della Guida ai Vini di Sicilia 2023 è uno degli appuntamenti più importanti del vino siciliano organizzato da AIS Sicilia e darà l’opportunità ai partecipanti di incontrare le delegazioni provinciali siciliane e degustare i vini delle aziende presenti nella guida.

La Guida ai Vini di Sicilia 2023 rappresenta un’importante risorsa per gli appassionati di vino e per coloro che vogliono scoprire le eccellenze della produzione vitivinicola siciliana.

Lʼingresso allʼevento è aperto a tutti e prevede lʼacquisto di un ticket di 10,00 €. Il ticket da diritto ad accedere a tutti i momenti della giornata, compresa la premiazione delle aziende che hanno ottenuto le 4 Viti, e al banco d’assaggi, dove è possibile degustare tutti i vini delle aziende presenti. È prevista una cauzione calice di 5,00 € restituiti alla consegna del bicchiere. Per lʼaccesso alle degustazioni guidate e alle verticali è previsto un ticket di 30,00 €, che si riduce a 25,00 € per i soci AIS.

Le degustazioni sono a numero chiuso e con pochi posti a disposizione.

Allʼinterno del Palacongressi sarà presente un area ristoro aperta a tutti i partecipanti.

Per maggiori informazioni chiamare i seguenti numeri +39 347 820 1115 / +39 389 032 7533.

Per chi volesse prenotare e acquistare i ticket per lʼingresso e per le degustazioni, può farlo comodamente online sul sito www.aissicilia.com.

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Assovini Sicilia accende i riflettori su Messina e le sue DOC

Alla scoperta di Messina, la provincia delle Doc Faro, Mamertino e Malvasia delle Lipari

Due mari, il Tirreno e lo Ionio, tre D.O.C, Faro, Mamertino e Malvasia delle Lipari. I vini e le vigne che crescono rigogliose attorno a una delle più antiche città dell’Isola – Zancle, l’odierna Messina, la colonia greco-siceliota fondata tra il 750 e il 715 a.C. da cumani e calcidesi – trovano maggiore attenzione tra i professionisti.

Questi vini nascono dalla complicità di vitigni autoctoni dalla vibrante personalità, uniti a paesaggi e suoli di grande espressione. Un must per cultori ed appassionati.

Tra i vitigni, la malvasia delle Lipari, il nocera e il corinto nero. A questi si affiancano altri vitigni isolani come catarratto, insolia, grillo, nerello mascalese, nerello cappuccio e nero d’Avola.

Undici i produttori in Assovini Sicilia che rientrano nelle tre denominazioni, dalle vigne sui Monti Peloritani della D.O.C Faro alla costa tirrenica e ionica della D.O.C Mamertino, fino all’arcipelago delle Isole Eolie, terra della D.O.C. Malvasia delle Lipari. È la forza di un territorio che non ha eguali e che offre a turisti e gourmet un’eccellente tradizione gastronomica a fianco di cultura e bellezze naturali.

I vini del messinese erano noti soprattutto dal XIV secolo, quando gli aragonesi governavano la Sicilia. Tuttavia, i riferimenti più conosciuti sono quelli legati all’antica Roma. Giulio Cesare pare apprezzasse particolarmente il vino Mamertino (i Mamertini erano una popolazione di origini campane che si stabilì a Messina nel 289 a.C.), citandolo persino nel De Bello Gallico. Anche Plinio il Vecchio nel XIV libro della sua Naturalis Historia conferma che Cesare, all’epoca del suo terzo consolato, serviva durante i banchetti quattro tipologie diverse di vino: il Falerno e il Mamertino, di provenienza italica, il Lesbio e il Chio, di provenienza greca. Strabone, geografo romano, e Marziale classificarono il Mamertino fra i migliori vini dell’epoca. Tra gli altri riferimenti letterari, in “Molto rumore per nulla” – la commedia teatrale scritta da William Shakespeare nel 1599 – la storia inizia con il ritorno a Messina del principe Pedro d’Aragona, seguito da cavalieri d’armi. Qui Leonato, governatore della città, offre al capitano di giustizia Corniola il vino di Messina.

L’area di produzione della DOC Mamertino, tra la costa Tirrenica e le montagne, abbraccia trentaquattro comuni messinesi per circa cento ettari totali. Un territorio “vista mare” con altezze che raggiungono anche i 500 metri s.l.m. Riconosciuta ufficialmente nel 2004, per questa DOC possono essere utilizzate le varietà bianche grillo, ansonica (insolia) e catarratto normale o lucido, a cui possono aggiungersi, in percentuali minime, le altre varietà ammesse; per rossi, nero d’Avola e nocera, in percentuale minore e per un massimo del 15% altre varietà a ammesse.
 
Ma non è solo il Mamertino a proporsi in chiave storica, anche la DOC Malvasia delle Lipari pesca le sue origini in un lontano passato. Per Diodoro Siculo, storico greco-siceliota vissuto tra il 90 e il 27 a.C., l’introduzione del vitigno si deve ai colonizzatori greci, giunti nelle Eolie intorno al 588 a.C. Nell’800 il commercio dei vini delle Eolie si diffusero in tutta Europa, grazie agli inglesi di stanza a Messina. Lo scrittore Alexandre Dumas, nel suo diario di viaggio sulle Eolie, annotò: “Venne portata una bottiglia di Malvasia delle Lipari; fu il vino più eccezionale che abbia mai assaggiato nella mia vita”. Riconosciuta ufficialmente nel 1973, la DOC include le sette isole Eolie, Alicudi, Filicudi, Lipari, Panarea, Salina, Stromboli e Vulcano. L’arcipelago comprende ben due vulcani attivi, Stromboli e Vulcano. Nel 2000 le Eolie sono state proclamate patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La vite è coltivata soprattutto nell’isola di Salina ed anche in quelle di Lipari e Vulcano, mentre il clima è caratterizzato da una accentuata ventosità marina. Le varietà di uva contemplate nel disciplinare di produzione includono solamente la malvasia di Lipari sino al 95% con una piccola percentuale di corinto nero compresa tra il 5 e l’8%. I vini prevedono le tipologie passito, liquoroso (con alcool aggiunto) o secco, in base alla percentuale di zuccheri naturali presenti nel vino.

Quasi “cittadina” la dimensione della DOC Faro, la cui zona di produzione si sviluppa nel solo comune di Messina, da Giampilieri Marina a Capo Peloro per 32 chilometri nella fascia jonica, e da Capo Peloro a Ortoliuzzo per 24 km nella fascia tirrenica, per 900 ettari totali. Riconosciuta ufficialmente nel 1976, il nome “Faro” pare derivi dall’antica popolazione greca dei Pharii, che colonizzarono Capo Peloro (Faro) e gran parte delle colline messinesi, svolgendo attività agricola e in particolare dedicandosi alla coltivazione delle vigne. Quest’area della Sicilia vanta un’antichissima vocazione vitivinicola, il vino Faro, infatti, era prodotto già in età Micenea (XIV secolo a.C.). Numerose testimonianze sono riconducibili a un’importante attività vitivinicola già dall’epoca greca, per arrivare fino al XIX secolo in cui furono davvero notevoli il commercio e l’esportazione di vino Faro in molte regioni della Francia, allora utilizzato come vino da taglio dei vini di Borgogna e di Bordeaux, in concomitanza con gli attacchi di fillossera che interessarono il Nord Europa e la Francia in particolare.